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Abbiamo aperto il vaso di Pandora

Prova tridimensionale del tie in dell'atteso nuovo film di James Cameron. 3D on non 3D, questo è il problema!

PROVATO di Matteo Santicchia   —   22/08/2009
Abbiamo aperto il vaso di Pandora

Abbiamo potuto finalmente provare nell'affollato stando Ubisoft il tie in di uno dei film più attesi degli ultimi anni, Avatar, progetto di lungo corso diretto da Mr Titanic, anzi Mr Terminator, James Cameron. Questo titolo è molto importante non solo perchè è la trasposizione di una pellicola che molto probabilmente verrà ricordata negli anni a venire, ma soprattutto perchè uno dei primi titoli per console ad implementare la visione in tre dimensioni, mediante un paio di occhialetti e di un costoso tv fatto apposta per questo tipo di visione. Prima di addentrarci nella descrizione del gioco, è giusto parlare subito di questo fantomatico effetto 3D, vera e propria chimera tecnologica di questo ultimo periodo.

Sembra di esserci dentro!

L'effetto di profondità c'è ed è di grande impatto, e si rimane basiti di fronte al muoversi degli oggetti prospetticamente verso il fondo dello schermo. E' impossibile descrivere a parole la tangibilità degli oggetti mediante questa tecnologia, l'effetto generale è "simile" a quello del parallasse nei titoli bidimensionali. Ciò è solo un apparente paradosso visto che gli oggetti sembrano quasi disporsi sullo schermo su livelli prospettici molto definiti, con un effetto di stacco tra di loro molto forte e netto. Una cosa che invece non ci ha convinto molto è la qualità delle immagini che rispetto alla controparte liscia risultano un pò meno definite e un pò "seghettate" probabile segno questo dell'affaticamento della macchina, in questo caso una Xbox 360, nel gestire la mole di calcoli supplementari necessari al 3D. Piccole magagne a parte si entra comunque in un mondo del tutto nuovo, e si capisce realmente cosa significhi la parola tridimensionale. La breve sessione di gioco che è stato possibile provare ci ha fatto brevemente testare le due fazioni presenti nel gioco, gli umani della corporazione cattiva RDA e i Navi, gli abitanti nativi del pianeta Pandora, esseri blu alti tre metri che difendono la loro casa dall'invasione degli uomini.

Abbiamo aperto il vaso di Pandora

Il gioco è in tutto e per tutto un tipico action in terza persona, ma complici le due razze presenti, è possibile giocare in modo molto diverso visto che gli uomini usano armi da fuoco, mech, e elicotteri, mentre i nativi color puffo sfruttano la loro prestanza e forza fisica usando bastoni, spade, staffe e grazie alla loro simbiosi con le creature del pianeta possono cavalcare tutta una serie di creature sia volanti che non. Oltre alle armi e agli attacchi standard è possibile sfruttare anche delle abilità speciali passibili di upgrade. Abbiamo visto l'umano richiamare un bombardamento aereo, curarsi dalle ferite e utilizzare una sorta di raggio repulsore per bloccare e disorientare le mille creature golose di carne umana che vivono sul pianeta Pandora. Similarmente i Navi possono ad esempio evocare tornado e rendersi invisibili. Le skill sono molte, circa venti e col progredire nel gioco e soprattutto portando a compimento le side quest è possibile sbloccarle e modificarle a piacimento.

Il pianeta perduto

Pad alla mano la prima parte della sessione di gioco si è svolta nei panni dell'umano. Una volta scesi sul pianeta la missione ci ha chiesto di dirigerci verso l'avamposto più vicino, e per fare ciò abbiamo dovuto lottare contro tutte le specie animali e vegetali presenti. Ogni cosa vivente congiura contro il giocatore, Pandora è ostile verso coloro che tentano di sfruttare le sue risorse uccidendo e depredandolo. Ecco quindi piante carnivore, strani insetti e animali attaccare senza sosta il giocatore, con scarso successo però visto il potente arsenale a nostra disposizione. Abbiamo anche fatto la conoscenza di un boss, una sorta di incrocio tra un rinoceronte piumato e un pesce martello, il quale è stato prontamente abbattuto grazie ad una manovra accerchiante da parte di tutti i soldati in loco. Le meccaniche sono quelle classiche mutuate da Lost Planet, forse il tutto è sembrato un pizzico più confusionario visto la furia degli attacchi degli animali, anche perchè complice la fitta giungla non sempre era chiaro capire l'origine degli attacchi. L'inclusione delle skill aggiunge poi un pizzico di sale ad un piatto piuttosto comune, così come le missioni secondarie: per la prova molte erano attive, ma a detta degli sviluppatori l'esplorazione della vasta mappa e il parlare con gli npc saranno i metodi privilegiati per ottenerle, cosa questa da fare per potenziare il proprio avat...ops alter ego.

Abbiamo aperto il vaso di Pandora

Impersonando uno dei Navi l'azione abbandona i canoni sparacchini per qualcosa più simile ad una sorta di picchiaduro visto il ricorso continuo a spade e bastoni, anche se è possibile usare il proprio arco per colpire da lontano i soldati. Da un punto di vista tecnico il gioco è sembrato sicuramente ben fatto, grazie anche all'utilizzo di una versione modificata del motore di Far Cry 2. La foresta che ricopre il pianeta sembra pulsare di vita propria da quanto è rigogliosa e lussureggiante, con buone texture e molto dettagliata, e gli animali che la popolano sono ben fatti, colorati e stranissimi nel loro design che frulla più specie diverse. In definitiva questo primo incontro con Avatar ci ha lasciato sensazioni positive. Le meccaniche di gioco, per quel poco che è stato possibile testare, sembrano solide anche se piuttosto comuni, mentre spiazzante è la resa visiva del gioco sfruttando tv e occhiali 3D, cosmesi che comunque è sicuramente piacevole anche senza attivare la costosa opzione tridimensionale. 3D on 3D Avatar è sembrato un buon gioco, a fine anno potremo sapere se queste nostre sensazioni preliminari troveranno conferma.

CERTEZZE

  • Graficamente ben fatto
  • Meccaniche solide e rodate
  • Visione tridimensionale

DUBBI

  • La visione 3D è molto costosa da implementare
  • Potrebbe risultare il solito sparatutto