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Un rampino a volte è più pericoloso di un fucile

Abbiamo provato nuovamente l'ultimo lavoro firmato Avalanche Studios: Just Cause 2, una fusione interessante di più generi videoludici.

PROVATO di Jacopo Mungai   —   15/12/2009

Sbagliando s'impara. E' questo con ogni probabilità l'antico proverbio da cui prende vita Just Cause 2, seguito dell'originale approdato su console next-gen un paio di anni or sono che, nonostante i validi presupposti iniziali, aveva in definitiva racimolato da critica e pubblico valutazioni non troppo esaltanti. Il gioco dispone anche questa volta di un concept piuttosto ampio: alle dinamiche tipiche del genere action sovrappone infatti la vastità ambientale di un free-roaming, e oltretutto aggiunge lo sviluppo (non troppo profondo, chiaramente) di alcune componenti di carattere ruolistico.

Un rampino a volte è più pericoloso di un fucile

Questa miscela, sicuramente valorosa prerogativa, è agghindata da un alto tasso di spettacolarizzazione delle dinamiche di gioco - oltre a una sceneggiatura per quanto visto piuttosto spiccia - a partire dalle facoltà del protagonista che, come già trattato nel precedente hands on, gli permettono attraverso l'utilizzo di un agile rampino (in allegato al paracadute) di realizzare con efficacia gran parte delle attività, in particolare riferite a combattimenti e scalate/atterraggi di vario tipo. Grazie al gentile invito da parte di Namco Bandai Partners abbiamo potuto testare l'ultima beta disponibile per il prodotto realizzato dal team Avalanche, che si è mostrato con tre capitoli successivi rispetto a quelli analizzati nel precedente test.

Rico, un uomo di quantità

Per la precisione, ci siamo trovati a fare i conti inizialmente con la ricerca di piccole ma preziose schede di memoria tra locazioni nemiche situate su altipiani innevati, e in seguito ci siamo finalmente imbattuti attraverso altre due missioni nell'immensa mappa dell'isola, che sarà fulcro strutturale dell'intera avventura. Una volta sbloccata, l'area di gioco può essere percorsa in lungo e in largo come una sorta di Liberty City, e cioè senza una linea diretta obbligatoria: su di essa sono posizionate una moltitudine di missioni divise tra primarie, quelle che una volta superate determinano le aree di influenza delineando la storia principale, e le canoniche secondarie e perciò facoltative.

Un rampino a volte è più pericoloso di un fucile

Si parla addirittura di circa venti minuti per percorrere la circonferenza completa dell'area di gioco, a bordo di un'autovettura o di una moto; è chiaro che ci sono scorciatoie ben più performanti per raggiungere gli estremi dell'isola, come aerei, elicotteri e altri mezzi veloci sbloccabili con il proseguo delle ore. A disposizione del nostro Rico Rodriguez, un incrocio ben sfumato tra Tom Cruise e Chuck Norris, si rivelano di grande interesse i veicoli e le armi affiancabili all'inossidabile rampino. È proprio intorno al potenziamento di accessori e periferiche che ruota la componente "ruolistica", seppur lieve, del titolo distribuito da Eidos. Tutte le armi da fuoco - ma anche i veicoli - vengono acquistate tramite il denaro racimolato durante le missioni, per poi essere potenziate in alcuni aspetti utili al mero combattimento: la precisione, la potenza (armi) ma anche la velocità (per quanto riguarda per esempio le moto o le macchine). L'utilità di queste varianti consentono di alimentare il Caos, ovvero quanto Rico riesce a essere efficace nel disintegrare i propri avversari.

Con a disposizione mezzi sempre più performanti e devastanti le operazioni si rendono più incisive e questo importante indice può salire o scendere, destabilizzando i nemici a seconda della missione. Come nella precedente prova, il gameplay di Just Cause 2 convince per le tantissime soluzioni che si prestano all'agire del giocatore, identiche ai fini dello scopo conclusivo ma decifrabili in maniera differente, sfruttando anche l'ampia interazione con tutto l'ambiente di gioco, calpestabile costantemente da cima a fondo. Senza dubbio si dimostra di interesse il comparto grafico, dove animazioni, texture e illuminazione devono fare i conti con la sterminata area di gioco.

Un rampino a volte è più pericoloso di un fucile

La versione preliminare ci ha consentito di determinare la costanza dei 30 frame per secondo in ogni situazione, fissati in alto a sinistra dello schermo come spesso accade quando ancora si ha tra le mani una versione incompleta del prodotto. Una buona ottimizzazione, quindi, che oltre alla discreta fluidità garantisce ottimi effetti visivi, dettati soprattutto dalle esplosioni. Molto meno apprezzabili, invece, la realizzazione dei personaggi, ma aspettiamo un ulteriore miglioramento da qui a marzo, quando Just Cause 2 si renderà disponibile su piattaforme Xbox 360, Playstation 3 e PC.

CERTEZZE

  • Tante soluzioni per le missioni
  • Vastità della mappa
  • Un mix di tanti generi

DUBBI

  • Varietà sulla lunga distanza
  • Sceneggiatura troppo banale