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Chris Taylor e i giapponesi

A un mese dal suo arrivo sul mercato, Supreme Commander 2 torna nelle nostre mani per una nuova prova su strada prima dell'approdo nei negozi.

PROVATO di Rosario Salatiello   —   05/02/2010

Il primo Supreme Commander è stato un gioco dal destino un po' particolare, in quanto pur raccogliendo pareri favorevoli dalla maggior parte della critica specializzata non è riuscito a soddisfare in uguale misura il pubblico, diviso all'epoca della sua uscita tra chi ne ha amato ogni singolo aspetto e chi invece pur riconoscendone le indubbie qualità non ne ha potuto soffrire i principali difetti, costituiti da una certa esigenza nelle specifiche hardware, un bilanciamento delle unità da rivedere e delle ampie mappe talvolta difficili da gestire.

Chris Taylor e i giapponesi

Dopo aver provato a correggere il tiro con l'espansione Forged Alliance, Gas Powered Games torna all'opera con quello che è a tutti gli effetti il secondo capitolo vero e proprio della serie, abbandonando per l'occasione il proprio rapporto di lavoro con THQ per approdare nei lidi orientali di Square Enix: un cambio di certo significativo sia per sviluppatore che per publisher, vista la decisa influenza nel lavoro del primo da parte del secondo, il quale dal canto suo non ha fatto mistero di voler provare a penetrare il mercato occidentale superando l'etichetta di produttore di titoli in stile prettamente giapponese che lo contraddistingue.

Si torna in guerra

La versione PC di Supreme Commander 2 in nostro possesso si è mostrata abbastanza completa, inclusa la sua traduzione in italiano, e quindi presumibilmente vicina a quella che sarà quella finale, dandoci la possibilità di farci un'idea abbastanza concreta su ciò che questa potrà essere. Abbiamo spaziato dal primo, accuratissimo (anche troppo per i più esperti) tutorial di gioco fino alla campagna che comporrà la parte principale della componente single player del gioco: diciotto missioni totali divise equamente tra le tre fazioni presenti nel gioco, vale a dire le vecchie conoscenze UEF, Illuminati (leggermente ridisegnati per l'occasione) e Cybran. Molto più articolata e rivolta alla personalità stessa dei personaggi presenti nel gioco, la trama si svolge intorno ad alcune figure principali collegate in modi diversi con il primo Supreme Commander, ponendosi venticinque anni dopo quanto raccontato in Forged Alliance e diventando uno degli aspetti principali del gioco, non più quindi un semplice elemento marginale come in passato. Il mondo creato da Gas Powered Games insomma diventa maggiormente credibile e coinvolgente, cosa che può solo farci piacere.

La ricerca è tutto

Dal punto di vista delle meccaniche di gioco è proprio a partire dalla campagna singola che si apprezzano i passi avanti fatti, riassumibili in tre parole: semplicità, innovazione e immediatezza. Chi accusava il primo capitolo di mettere in gioco mappe troppo grandi e unità difficilmente controllabili sarà lieto di sapere che gli scenari di gioco di Supreme Commander 2 sono stati ridotti dagli sviluppatori, che con enorme merito sembrano essere riusciti allo stesso tempo a mantenere intatto il livello di maestosità riscontrato nel comandare le truppe, dando al gioco quell'immediatezza che per molti mancava.

Chris Taylor e i giapponesi

Nonostante l'uso della modalità strategica per controllare grandi numeri di truppe, il rovescio della medaglia potrebbe essere individuato in un'eccessiva frenesia a cui si potrebbe essere costretti nel dover prendere le decisioni, così come ci è sembrato che l'azione tenda a svolgersi solo nelle prossimità delle basi: ci riserviamo di valutare il tutto nel prodotto finale. L'aver dato maggiore immediatezza al gioco non vuol dire comunque che per avere successo in SC2 si debba trascurare la pianificazione delle proprie azioni, anche attraverso l'uso della ricerca per migliorare il proprio schieramento con l'introduzione degli ultimi ritrovati tecnologici: al giocatore la decisione di spendere al meglio i propri punti dedicati al progresso negli armamenti, muovendosi tra gli alberi relativi ai settori Terra, Aria, Navale, Comando e Strutture. Oltre alla possibilità di ampliare il proprio esercito con nuovi mezzi di battaglia, sarà possibile potenziare quelli già esistenti sbloccando le aggiunte offerte dalla ricerca, come ad esempio una maggior portata di fuoco, gittata più alta e così via, facendo davvero in molti casi la differenza tra la versione "base" di un'unità e le sue evoluzioni più avanzate.

Robottoni che passione

Il passaggio da THQ a Square Enix ha significato per la serie un cambio di rotta anche nel design delle unità, in molti casi più grandi e maestose, simili nella realizzazione grafica a un modello che non ci stupiremmo di vedere in qualche anime della tradizione giapponese.

Chris Taylor e i giapponesi

Finalmente per molti sarà un sollievo sapere che il motore di gioco non sembra essere esigente in termini di risorse come il suo predecessore, segno di un lavoro di ottimizzazione abbastanza riuscito. Anche l'interfaccia, prima più grande e invasiva sullo schermo, è stata migliorata per essere quanto più minimale e allo stesso tempo completa possibile, con quello che sembra essere un buon grado di compromesso. Tirando le somme su questo hands on di antipasto al gioco finale, possiamo dire che le promesse fatte da Chris Taylor e i suoi scagnozzi sembrano essere state decisamente mantenute, per cui immaginiamo possa valere la pena attendere con ansia l'uscita di SC2, fissata per inizio marzo su PC e metà dello stesso mese su X360, piattaforma sulla quale a quanto pare il gioco avrà la possibilità di dire la sua nonostante i dubbi iniziali.

CERTEZZE

  • Motore grafico più performante
  • Giocatore subito al centro dell'azione
  • Più attenzione alla trama

DUBBI

  • A volte troppo frenetico