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Alle origini di un mito

Completamente scollegato da quanto vedremo sul grande schermo, Transformers: La battaglia per Cybertron ci riporta alle origini di un fenomeno che attraversa almeno tre generazioni di appassionati

ANTEPRIMA di Alessandro Milini   —   15/03/2010

Chi ha meno di 30 anni difficilmente ricorderà la prima serie animata dei Transformers, quella che raccontava dell'arrivo sulla Terra di Autobot e Decepticon in seguito alla violentissima guerra civile che ha portato alla distruzione di Cybertron, loro pianeta natale. Qui proseguiranno gli scontri e la lotta tra il bene e il male che porterà gli Autobot a schierarsi con il genere umano per evitare che il pianeta subisca lo stesso destino di Cybertron.

Alle origini di un mito

Il terzo gioco di Activision dedicato al mondo dei Transformers racconta proprio di questa guerra, ma prende nettamente le distanze dalle vicende che vedremo nel prossimo film. Non solo, il gioco prende le distanze anche dai due precedenti titoli che si ispiravano direttamente alle opere cinematografiche. Transformers: La battaglia per Cybertron, infatti, è uno sparatutto in terza persona che vuole far vivere al giocatore alcuni momenti del conflitto senza quella patina edulcorata che contraddistingue i precedenti. Frenetico, ricco di azione e colpi di scena il gioco è certamente più adatto a un pubblico adulto che alla schiera di appassionati dell'ultima ora. Il giocatore, infatti, potrà scoprire le origini dell'amicizia degli Autobot (Optimus, Bumblebee e Ratchet) e dell'alleanza tra Megatron e Starscream, per poi scoprire come Optimus sia divenuto un Prime e su che basi si regga l'alleanza dei due pericolosi Decepticon.

Una grafica completamente nuova

Gli sviluppatori di High Moon si sono ispirati alla prima serie animata Generation I e ai relativi fumetti per realizzare un impianto grafico completamente nuovo capace di rendere perfettamente l'idea di un mondo alieno dominato da una tecnologia avanzatissima e suddiviso su più livelli verticali. Il pianeta è completamente ricoperto da strutture che comprendono hangar, gallerie di collegamento e sistemi di difesa planetaria in cui Autobot e Decepticon si danno una battaglia senza quartiere. Le tonalità dominanti sono il grigio dell'acciaio e lo scintillare violaceo dell'Energon, fonte primaria di energia di Cybertron, che concorre a rendere perfettamente l'ambiente cupo e ormai prossimo alla distruzione del pianeta. Da un punto di vista estetico anche i Transformers sono differenti da quanto ci si possa immaginare, soprattutto dopo aver visto almeno uno dei due film. Il loro aspetto, infatti, è stato rivisto ed è completamente originale. Questo perché i robot sono sul loro pianeta di origine e non necessitano di alcun tipo di trasformazione per celarsi alla vista degli umani. Per realizzare la forma veicolare, quindi, gli sviluppatori hanno pensato al tipo di attività che Autobot e Decepticon avrebbero svolto su Cybertron.

Alle origini di un mito

Le animazioni sono spettacolari e realizzate in modo eccellente sia per quanto riguarda le forme veicolari e robotiche sia per il passaggio da una all'altra, ma rischiano di diventare ripetitive, soprattutto nel caso delle interazioni con i vari oggetti. Per ricreare il mondo di Cybertron gli sviluppatori hanno poi popolato il pianeta di alcune forme di vita estremamente originali, mai viste nei cartoni animati o nei film. Tra tutte abbiamo potuto vedere una specie di calamaro biotecnologico (a dire il vero molto simile a una sentinella di Matrix) che popola i condotti di Energon nelle profondità del pianeta.

Combattimento in tre dimensioni

Transformers: La battaglia per Cybertron però non è semplicemente un gioco bello da vedere, bensì sembra convincere anche come sistema di combattimento. Questo prevede un mix di azioni frenetiche con mosse spettacolari e molto veloci, che tendono a portare in corpo a corpo i protagonisti, abbinate a situazioni più tranquille dove il giocatore può esercitarsi in forme completamente differenti di combattimento. Non solo, in alcuni casi l'azione integra anche fasi di volo a seconda della natura della forma veicolare del proprio robot. In questo caso è possibile muoversi velocemente come un jet, fermarsi in hovering come un elicottero o mescolare movimento e puntamento così da ottenere il massimo dell'efficacia. Su Cybertron però le risorse energetiche sono limitate e i Transformers dovranno anche cercare di non sprecarle inutilmente.

Alle origini di un mito

Se a questo si associa la possibilità di svolgere combattimenti su più livelli all'interno di una stessa location si capisce quanto lavoro sia stato portato avanti da High Moon Studios per realizzare qualcosa di veramente unico e interessante nel suo genere. In più ogni personaggio dispone di abilità e leadership particolari che rendono il combattimento un'esperienza veramente unica, soprattutto nel caso in cui si giochi la campagna in modalità cooperativa, che prevede un massimo di tre giocatori in contemporanea.

Decagon Plaza

Durante la presentazione abbiamo avuto poi modo di vedere un livello dedicato alla difesa di Decagon Plaza, una delle principali piazze della capitale di Cybertron, in cui gli Autobot erano impegnati a mantenere alcuni punti strategici. Per farlo ogni Autobot poteva contare su due sole armi, oltre a quelle da corpo a corpo. Durante questo livello ci siamo resi conto di quanto l'economia delle risorse fosse importante, soprattutto vista la scarsità di queste ultime, presenti unicamente in alcuni punti nel livello. Ovviamente il giocatore può scegliere se portare avanti il gioco nei panni di un Autobot o di un Decepticon, ma per farlo potrà utilizzare un sistema di controllo molto intuitivo e, per ammissione stessa degli sviluppatori, volutamente simile a giochi come Call of Duty. Per avere la meglio sui vari nemici il giocatore può poi sfruttare approcci differenti che variano in base al tipo di armi in dotazione al robot che si sta utilizzando. In uno stesso livello poi, si possono sperimentare diversi tipi di combattimento come, per esempio, il combattimento aereo manovrato, il cecchinaggio e il combattimento ravvicinato.

Alle origini di un mito

Il merito di tutto ciò è da ricercarsi in un level design estremamente curato che consente di gestire al meglio qualsiasi tipo di situazione a prescindere dal tipo di robot che si sta utilizzando. Oltre agli Autobot e ai Decepticon più conosciuti, nel gioco sono presenti alcuni tra i personaggi più amati della serie animata come Jetfire o Omega Supreme. Per quanto riguarda la modalità multi giocatore gli sviluppatori non si sono sbilanciati come avremmo voluto, limitandosi a dire che sarà sicuramente appassionante sia per gli appassionati sia per chi si avvicina per la prima volta all'universo dei Transformers. Transformers: La battaglia per Cybertron è un gioco pensato sicuramente per chi è cresciuto guardando i cartoni animati dei Transformers, ma ha molti spunti che potranno venire apprezzati anche da chi non aveva mai sentito parlare di questi "robottoni" prima degli ultimi due film. Da quanto ci è stato mostrato possiamo dire che sembra essere un gioco interessante e molto particolare sia per le meccaniche di combattimento sia per la possibilità di giocare la campagna online in modo cooperativo fino a tre persone. Certo il lavoro da fare da qui a giugno 2010 (data prevista per l'uscita) è molto, soprattutto per risolvere alcuni problemi legati al framerate che, nella build a noi mostrata in fase alpha, tende a rallentare vistosamente nelle scene più affollate. Se le promesse fattoci dagli sviluppatori per quanto riguarda la fase multiplayer saranno poi mantenute non abbiamo dubbi nel credere che potrebbe rivelarsi uno dei titoli più sorprendenti del 2010.

Intervista a Jason Ades

A margine della presentazione è stato possibile scambiare alcune battute con il producer del gioco, Jason Ades, che gentilissimo si è reso disponibile a rivelarci alcuni gustosi retroscena, dandoci nel contempo nuovi dettagli.

Multiplayer.it: Abbiamo visto che i protagonisti del gioco hanno un aspetto decisamente originale. Qual è la fonte di ispirazione che avete utilizzato per realizzare questi Transformers?
Jason Addis: High Moon Studios è composta da un gruppo di persone davvero particolari, molte delle quali sono appassionate di fantascienza e di tutte le serie dedicate all'universo dei Transformers, specialmente all'originale Generation I. È stato quindi naturale per noi utilizzare proprio Generation I come fonte principale, rendendo però l'aspetto dei vari personaggi più adatto ai giorni nostri. Il risultato è stato poi presentato ad Hasbro che ne è rimasta affascinata e ha in serbo alcune sorprese legate a questo gioco. Durante la presentazione avrete certamente notato che le forme veicolari sono differenti da quanto ci si possa aspettare. Questo perché su Cybertron non è necessario nascondersi tra altri veicoli come sulla Terra. L'unica linea di connessione tra questi personaggi e quelli che abbiamo visto nelle varie serie e nei film è rappresentata dal colore, ma tutto il resto è frutto della nostra immaginazione.

Alle origini di un mito

M.it: Nella presentazione abbiamo visto che alcuni personaggi, Optimus per esempio, sembrano volare. Nelle varie serie e nei fumetti però gli Autobot viaggiano su ruote e i Decepticon volano. Come mai avete dotato alcuni robot di caratteristiche differenti?
J.A.: Bella domanda. Nel gioco abbiamo voluto restare fedeli a quanto è possibile vedere nella serie Generation I e, come tale, solo alcuni Autobot come Jetfire possono volare nel vero senso della parola. Optimus per esempio, può staccarsi da terra grazie a dei getti che lo fanno restare sospeso come un hovercraft ma solo per poco tempo. Queste particolarità le abbiamo pensate per rendere il gioco più dinamico e originale. Ci sono livelli dove la guida conta più della capacità di volare e viceversa, starà al giocatore scegliere la forma e il robot migliore.

M.it: l'universo che avete creato per La battaglia di Cybertron è completamente nuovo e come tale potrebbe far nascere la voglia di esplorare alcuni luoghi particolari. Per il gioco però avete utilizzato un motore, l'Unreal Engine, che si sposa meravigliosamente a giochi piuttosto scriptati. Che libertà avete deciso di lasciare al giocatore?
J.A.: Unreal Engine è un motore davvero potente e, come avete sottolineato, è ideale per una tipologia di gioco guidata come quella che abbiamo scelto noi per War for Cybertron. Tuttavia in alcuni livelli abbiamo lasciato un certo grado di libertà al giocatore che potrà esplorare in modo più "libero" l'ambiente che lo circonda. Alcuni livelli sono stati poi pensati appositamente per il combattimento aereo e sfruttano molto l'estensione verticale, quindi sono decisamente più grandi, ma non è certo possibile esplorare un'ambientazione come si fa, per esempio, con un gioco di tipo sandbox.

M.it: Che tipo di giocatori avete voluto raggiungere con questo gioco?
J.A.: questa è una domanda particolare che ci siamo fatti prima di realizzare il gioco: vogliamo un gioco per i fan o per i giocatori? Abbiamo avuto ben chiaro in mente che avremmo certamente attirato molti fan della serie Transformers e devo ammettere che War for Cybertron è davvero un gioco che i fan vorranno giocare, ma è anche un action game capace di attrarre tutti gli appassionati di questa tipologia di gioco che prevede un mondo alieno, una visuale in terza persona, grandi armi, grandi robot e molto divertimento.

M.it: Puoi dirci qualcosa di più sulla modalità multiplayer?
J.A.: Ad oggi posso dirvi solo questo. Abbiamo una campagna singola che prevede la modalità cooperativa per un massimo di tre giocatori online che possono entrare e uscire dal gioco quando vogliono sia nella campagna Autobot sia in quella Decepticon. Nelle prossime settimane annunceremo però tutte le caratteristiche della modalità multiplayer, che non mancheranno di soddisfare i fan di entrambe le fazioni, ma per il momento non posso aggiungere altro.

M.it: Grazie mille per il tempo che ci hai potuto concedere
J.A.: grazie a voi

CERTEZZE

  • Trama avvincente
  • Level design originale
  • Multiplayer

DUBBI

  • Animazioni ripetitive