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Disperato ero(t)ico stomp

A poco più di un mese di distanza dalla sua uscita europea, diamo un'occhiata da vicino al secondo capitolo del franchise firmato Suda51.

PROVATO di Fabio Palmisano   —   19/03/2010
Disperato ero(t)ico stomp

Che Goichi Suda sia una delle menti più genuinamente visionarie dell'industria videoludica è fuori discussione: è altresì vero che non sempre il mercato si è dimostrato particolarmente ricettivo nei confronti di produzioni borderline come quelle partorite dal genio creativo del CEO di Grasshopper Manufacture. Il successo commerciale del primo No More Heroes, in tal senso, è arrivato come un fulmine a ciel sereno, soprattutto alla luce della scarsa penetrazione dei precedenti lavori di Suda51 (su tutti, Michigan e Killer7): e quale modo migliore di celebrare un simile evento se non con un sequel? Ecco dunque che per la prima volta mettiamo le mani sulla versione europea di No More Heroes 2, in uscita a fine Aprile.

No more herpes

L'avventura prende piede tre anni dopo gli eventi narrati nel prequel, conclusosi con il protagonista Travis Touchdown che spariva dalla circolazione dopo essere diventato l'assassino numero uno della città di Santa Destroy. Le sue gesta l'hanno reso una sorta di leggenda metropolitana, e gli omicidi sono diventati un vero e proprio business su larga scala, con tanto di dirette televisive e megacorporazioni che ne gestiscono le dinamiche. In questo contesto, il nostro eroe fa ritorno sulle scene per vendicare l'uccisione del suo migliore amico, e si ritrova a dover scalare nuovamente la classifica dei killer più abili allo scopo di avere vendetta sul responsabile dell'accaduto, posizionato inevitabilmente in testa al ranking. I fan dell'originale No More Heroes non faranno fatica ad apprezzare il ritorno sulle scene di alcune figure carismatiche come Sylvia, la sexy agente dell'UAA che anche in quest'occasione continua a manipolare Travis con proposte indecenti, lo spadaccino Shinobu ed il fratello-gemello Henry; sul fronte della narrativa, invece, Suda51 ha optato per un approccio meno lineare, con frequenti flashback e flashforward che aggiungono pepe al tutto ma che rendono praticamente impossibile comprendere alcunché a chiunque non abbia portato a termine il primo capitolo. A livello estetico, invece, poco o nulla è cambiato: e per fortuna, considerando come No More Heroes è stato a tutti gli effetti uno dei titoli visivamente più illuminanti mai usciti su Wii.

Disperato ero(t)ico stomp

Accogliamo dunque a braccia aperte il ritorno di uno cel shading fortemente stilizzato, inzuppato di riferimenti al gaming ad 8-bit per quel che concerne l'interfaccia e certi elementi secondari: tecnicamente il tutto si muove più che bene, e a parte qualche rallentamento nelle fasi più concitate, No More Heroes 2 continua sull'eccellente strada tracciata dal proprio predecessore. Grasshopper Manufacture non si è comunque seduta sugli allori, come testimoniano alcune importanti modifiche a certe discutibili scelte di design tipiche del prequel: ecco dunque che le noiose (ed inutili) parti in free-roaming a bordo della moto di Travis sono state completamente rimosse, a favore di un semplice menù che gestisce gli spostamenti da una parte all'altra di Santa Destroy. Ancora, i lavoretti che il nostro eroe può compiere per raggranellare denaro sono ora rappresentati da gustosi mini-game in stile 8-bit, che contribuiscono a spezzare l'azione in maniera decisamente più efficace delle sidequest del primo episodio.

Imma chargin mah lazer

Il labor limae a cui è stato sottoposto No More Heroes 2 si estende per certi versi anche al gameplay, per quanto la struttura di base sia rimasta fondamentalmente inalterata. Si tratta dunque sempre di muovere Travis all'interno di una varietà di ambientazioni, uccidendo ogni cosa che cammina sfruttando l'inseparabile beam katana. Come nel prequel, il sistema di combattimento non poggia in maniera eccessiva sulle funzioni motion sensor dei controller Wii, al punto tale che il titolo si può giocare tranquillamente con un Classic Controller senza poter dire di essersi persi granché: per farla breve, si usano i tasti A e B rispettivamente per menare fendenti ed eseguire prese di wrestling, mentre le mosse speciali vanno effettuate muovendo Remote e Nunchuck nelle direzioni indicate su schermo al momento opportuno. Il tutto continua a funzionare alla grande, raggiungendo climax vertiginosi in occasione dei combattimenti contro i vari boss, che spesso e volentieri richiedono strategie peculiari per essere messi al tappeto.

Disperato ero(t)ico stomp

L'impressione è comunque quella di un gioco caratterizzato da un livello di difficoltà un po' più abbordabile rispetto al prequel, anche se ciò non scalfisce l'immagine 100% hardcore di questo No More Heroes 2: la stilizzazione estrema, il gore volutamente eccessivo, la struttura ludica asciutta e l'incidenza minima delle attività secondarie sono tutti elementi che confermano il target d'utenza a cui è indirizzata l'opera Grasshopper Manufacture, ovvero quegli utenti Wii che si riconoscono poco nelle compilation di minigame e preferiscono un po' di sano slash'em up vecchia scuola. Un'impostazione che -così come fu per il primo capitolo- ha come rovescio della medaglia una certa quale noncuranza per alcuni aspetti "accessori": ecco dunque che la gestione della telecamera appare lontana dall'essere ottimale e che l'avventura sembrerebbe prestare il fianco ad una durata piuttosto breve, peraltro insidiata dal rischio ripetitività. Tutti aspetti che però rimandiamo alla recensione di un titolo che sicuramente non deluderà le aspettative dei fan.

CERTEZZE

  • Gameplay potenziato nei suoi aspetti migliori
  • La storia sembra piuttosto intrigante

DUBBI

  • A rischio ripetitività
  • La telecamera fa le bizze