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Solo contro l'Agenzia

Obsian Entertainment trasporta la sue capacità ruolistiche fantasy/fantascientifiche in ambito spionistico, tra terrorismo, doppi, tripli e quadrupli giochi!

PROVATO di Matteo Santicchia   —   10/05/2010

Versione testata: Xbox 360

Sviluppato da Obsidian Entertainment, la software house specializzata in secondi capitoli di franchise affermati (si legga Knights of the Old Republic, Neverwinter Nights e New Vegas), Alpha Protocol è come dice il sottotitolo un espionage RPG, ovvero prende di peso l'ambientazione spionistica simile per certi versi agli ultimi Bourne e complica il tutto con meccaniche ruolistiche del tutto assimilabili a quelle viste in Mass Effect.

Solo contro l'Agenzia

Le prime ore di gioco in attesa della versione finale ci hanno restituito sensazioni altalenanti, con un titolo che sembra indeciso tra meccaniche shooter classiche, tutte fuoco e copertura e lo sfruttamento delle molte abilità speciali (e dei vari gadget) che è possibile utilizzare per portare a compimento le missioni assegnateci. La storia alla base delle peripezie dell'agente Michael Thorton è classica che più classica non si può, col protagonista usato e tradito dall'Agenzia che sarà costretto a usare la rete segreta di supporto, chiamata appunto Alpha Protocol per capire chi lo ha tradito e riabilitare quindi il suo nome. Il gioco inizia in modo fulminante con i telegiornali di tutto il mondo che danno notizia di un aero civile abbattuto da un missile terra aria. Subito dopo vediamo Michael svegliarsi in una misteriosa struttura, darsi da fare subito per trovare una via di fuga. Alla fine della prima ora di gioco, a tutti gli effetti un tutorial, veniamo a sapere che la nostra fuga disperata è solo un elaborato test architettato dagli uomini di Alpha Protocol per testare le capacità del protagonista. Ripresosi dallo sbigottimento Michael è pronto per volare in Arabia sulle tracce del trafficante di armi che ha venduto ai terroristi il missile che ha colpito il Boeing. La questione si complica quando si scopre che una società americana, una dei pilastri del complesso militare industriale, sembra essere coinvolta nelle macchinazioni che hanno portato al disastro aereo.

Quando lo dico io!

L'aspetto è quello di uno sparatutto in terza persona, ma pad alla mano è tutto molto più complesso: Obsidian ci dà diverse possibilità per portare a compimento i nostri compiti. Innanzitutto, prima dell'inizio di una partita ci viene chiesto di scegliere l'origine, o meglio il background del nostro alter ego tra cinque disponibili (soldato, esperto di tecnologia, infiltrato e le due libere) cosa questa che influenzerà le nostre azioni, sia perché di fatto ci impone di scegliere una classe di appartenenza, sia perché al momento di parlare con qualcuno a seconda di chi si è scelto di essere si potrà dire una cosa piuttosto che un'altra. Una delle particolarità che scopriremo infatti appena giunti sul teatro delle nostre azioni è il complesso sistema di dialoghi, tutto giocato sulla reputazione di Michael con i molti personaggi che si incontreranno nel gioco. Il tipo di rapporto che decideremo di avere con alleati o presunti tali sembra sarà importantissimo in chiave rigiocabilità o molto più realisticamente nel modo in cui si porterà a compimento il gioco.

Nella prima macro missione ci vengono date due scelte piuttosto importanti, se uccidere o no un trafficante d'armi e un leader terrorista. Il gioco stesso ci avverte che da ciò potrebbe cambiare il destino di Michael, con future svolte nella storia, grazie ai differenti rapporti creatisi o semplicemente con l'aggiunta di più informazioni e diverse missioni aggiuntive. Attualmente è impossibile stabilire quanto sia determinante l'impatto di una semplice frase o di una scelta radicale effettuata, ma per quanto è stato possibile notare sembra che avvenga una sorta di effetto a cascata con tutti quelli con i quelli ci relazioniamo, con la loro disponibilità a parlare (o ad aiutarci) che si modificherà in tempo reale, cosa molto importante visto che nelle missioni l'agente di supporto si rivelerà fondamentale dandoci aiuti e suggerimenti. La progressione nel gioco avviene effettuando i vari incarichi all'interno di ogni "livello": la nostra gita in Arabia Saudita ci ha visto portare a termine tre diversi obiettivi, per tre diversi missioni distinte e separate, nell'ordine poi che più ci aggrada, senza nessun particolare vincolo di sceneggiatura. Inoltre se si hanno soldi a sufficienza è possibile comprare tutta una serie di obiettivi secondari, cosa particolarmente utile per livellare più velocemente il nostro alter ego. Ma oltre alle scelte multiple nei dialoghi, cosa fa di Alpha Protocol un action RPG? Come nel blasonato titolo di BioWare citato in apertura, il nostro agente Thorton oltre a salire di livello, potenziando le sue abilità di base, ha accesso a tutta una serie di poteri extra, o meglio abilità extra, che si sbloccano al raggiungimento di particolari step durante l'assegnazione dei punti esperienza.

Tanto piombo e poche magie

Abbiamo potuto provarne alcuni, come quello che segna sulla mappa tutti i nemici nelle vicinanze, quello che con la pistola, fermando il tempo, permette un serie di colpi critici, quello che ci rende temporaneamente più forti alzando la resistenza degli "scudi" e della salute o quello che ci trasforma in delle Gatling ambulanti con la nostra mitraglietta. Possiamo di conseguenza specializzare il nostro agente nelle pistole, nelle mitragliatrici, nei fucili a pompa e d'assalto, nelle arti marziali, nel sabotaggio e nella tecnologia, senza dimenticare la più classica delle skill, quella che dona maggior resistenza al personaggio.

Solo contro l'Agenzia

Il gioco in pratica traduce il canone più tipico dei giochi di ruolo fantasy (ma anche fantascientifici), trasportando tutto al giorno d'oggi, eliminando magie e "buff di stato" e sostituendoli con gadget ad altissima tecnologia, come distorsori radio, granate emp e via dicendo e farmaci e stimolanti vari. La stessa filosofia viene seguita anche con le armi che possono essere modificate per avere ad esempio bonus alla stabilità, al potere d'arresto o al rinculo, aggiungendo mirini, sostituendo la canna, scegliendo proiettili full metal jacket e molto altro, o alla nostra "armatura" comprando placche di ceramica, guanti, elmetti o mimetiche più performanti nuovi di zecca. Come giusto che sia ogni singola modifica si porta in dote dei bonus o dei malus per complicare il tutto. All'atto pratico, quando si è sul terreno tutta questa enorme possibilità di customizzazione, tanto della storia, quanto del personaggio funziona? L'impressione è che, questo primo incontro col gioco non abbia fugato i dubbi sulla vera anima del prodotto Obsidian. In pratica, è sembrato che le meccaniche da shooter in terza persona, con tanto di sistema di coperture siano state decisamente predominanti su quelle ruolistiche. Più insomma delle varie abilità, delle finte chiamate radio per sviare i nemici, delle flashbang o di silenziose uccisioni stealth, a fare la differenza è stato il nostro piombo e la capacità rodata da anni di third person shooter di fare capolino da un riparo solo quando il nostro avversario si ferma per ricaricare. Sembra insomma che molte delle possibilità alternative al semplice sparare possano essere prese relativamente poco in considerazione, anche perché spesso e volentieri ci si è trovati a combattere soldati poco intelligenti, o meglio dall'intelligenza a fasi alterne.

Solo contro l'Agenzia

Se li si è visti ripararsi, cercare manovre di concerto e più in generale bastonare per bene l'agente Thorton allo scoperto, alla stessa maniera li si è beccati preda di routine di comportamento iper scriptate, come quelle che li vede attratti da una scala anche durante un combattimento o che non li fa mollare la guardia com la mitragliatrice fissa anche quando si sta sparando a un metro da loro. In pratica solo con i boss si è potuto cercare di utilizzare tutte le risorse a disposizione, analizzando l'ambiente circostante e sfruttando tutto il nostro arsenale e le abilità speciali. Solo la recensione potrà quindi svelare questi problemi di bilanciamento, alla luce anche dei diversi sviluppi che la trama sembra offrire durante le venti ore di gioco che il gioco offre, potenzialmente replicabili grazie ai differenti finali a disposizione. Alpha Protocol è per ora piuttosto lontano dalla perfezione tanto tecnica, quanto di gameplay nudo e crudo di un Mass Effect, ma è comunque graziato da alcune interessanti meccaniche che solo una prova estensiva potrà testare a fondo. Dopo un sostanzioso ritardo, il gioco sarà finalmente in uscita il 28 maggio, per quel giorno potremo dirvi tutte le verità dell'agente Thornton.

CERTEZZE

  • Il sistema di dialoghi promette svolte improvvise nella trama
  • Molte abilità e opzioni di customizzazione

DUBBI

  • Più action o gioco di ruolo?
  • Intelligenza artificiale da rivedere