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Crisi planetaria

Come è successo che le nazioni hanno cessato di esistere? Di chi è la colpa? Come si fa a giocare i prossimi mondiali di calcio senza squadre?

ANTEPRIMA di Simone Tagliaferri   —   02/08/2010

Il crollo delle nazioni arrivò a causa di una crisi economica globale che le mise inesorabilmente in ginocchio. Qualcuno provò a dissimulare ottimismo, ma il disastro era di proporzioni gigantesche e non era possibile nasconderlo. Il valore delle diverse monete divenne nullo e molti videogiocatori dovettero darsi al baratto delle mutande usate per mettere le mani sull'ultimo titolo quintupla A. La fame e la povertà tornarono anche nell'opulento occidente (con gli africani che battevano la stecca) e i governanti ormai impotenti non riuscirono a contenere il malcontento, nemmeno indicendo tre edizioni di fila del Grande Fratello e permettendo di mettere foto con nudi integrali su Facebook. La violenza non tardò a manifestarsi e fu il caos tra le genti.
L'essere umano, creatura di indubbia stupidità, per uscire dallo stato di crisi del pianeta si affidò al primo gruppo ben armato che si affacciò alla ribalta in mezzo alle macerie. I tipi in questione, ribattezzatisi "The Order of Nations", spazzarono via ogni resistenza, accolti da folle giubilanti ogni volta che entravano in un nuovo territorio.

Crisi planetaria

Ben presto presero il controllo dell'intero globo terracqueo, abolirono le nazioni e imposero delle leggi tiranniche per mantenere l'ordine, visto che anche dopo una catastrofe del genere era difficile costringere nella stessa stanza un pisano con un lucchese. Va bene il ritorno della pena di morte, si dissero i sopravvissuti, va bene anche l'abolizione di qualsiasi libertà di espressione e di pensiero, tanto i cosiddetti esseri senzienti non sapevano nemmeno che cosa significasse pensare, ma l'abolizione dei campionati di calcio proprio no, non era un'eventualità sopportabile. Gruppi armati si formarono in tutto il mondo e al grido di: "che faccio il Sabato e la Domenica se non ci sono le partite?" decisero di dare battaglia all'Ordine. E come sempre accade nella storia dell'essere umano, guerra fu.

MMORTS

Order of Nations è un MMORTS (MMO + RTS... suona un po' funebre in italiano) realizzato da Petroglyph, la stessa gente a cui dobbiamo l'interessante strategico fantascientifico Universe at War e, soprattutto, lo splendido Star Wars: Empire at War (non per niente sono ex Westwood e hanno lavorato sui Command & Conquer belli).

Crisi planetaria

La parte massiva del gioco consisterà in una base operativa persistente, che si otterrà al momento della registrazione, dalla quale gestire le truppe e le infrastrutture. È da qui, insomma, che si decideranno le unità da impiegare in missione e come attrezzarle per la battaglia. All'inizio si avrà una scelta limitata di truppe e di edifici da costruire, ma con il passare delle battaglie e l'accumulo di esperienza si potranno sbloccare le unità avanzate. Ovviamente lo sviluppo dipenderà dalla fazione scelta e dalle preferenze del giocatore in termini di stile di gioco.
Finita la fase di pianificazione, per entrare in battaglia basterà aprire la mappa tridimensionale del mondo e cercare una zona di conflitto. Ogni battaglia avrà dei valori che ne indicheranno l'intensità e la difficoltà.

Crisi planetaria

Nella versione definitiva si potranno creare battaglie private oppure prendere parte a quelle pubbliche, con la possibilità di individuare immediatamente gli amici in gioco. Le mappe saranno enormi e permetteranno lo schieramento di migliaia di truppe contemporaneamente sul campo. In ogni mappa bisognerà perseguire diversi obiettivi, assegnati da una specie di quest giver posizionato vicino al punto di partenza. L'area di ogni scenario, contabile in diversi chilometri quadrati, permetterà lo svolgersi di più eventi simultanei. Immaginate le potenzialità di un sistema del genere in termini di coinvolgimento - ma anche i rischi che comporta nel caso ci si trovi in una zona morta.

Scontro tra titani

Per ora non si è visto moltissimo di End of Nations, tranne una demo all'E3 2010, che gli stessi sviluppatori hanno definito meramente introduttiva rispetto a quanto sarà giocabile nel prodotto finito. Intanto è chiaro che, pur essendo un RTS e pur avendo l'interfaccia tipica del genere, ci sono diversi elementi presi di peso dai MMORPG, come ad esempio la barra delle abilità speciali posta in basso.

Crisi planetaria

Il progetto in sé ha delle potenzialità immense e potrebbe riuscire a essere quello che Command & Conquer 4 non è stato, ovvero un RTS orientato al multiplayer capace di intrattenere grazie alla varietà delle missioni e alla molteplicità di cose da fare. L'uscita prevista nel 2011 lo metterà in competizione con StarCraft 2, il probabile dominatore del genere nei prossimi anni, che però sembra aver privilegiato un approccio più conservatore rispetto all'online. Chissà se l'innovativa struttura di gioco gli consentirà di svettare sulla concorrenza, facendolo diventare l'apripista di un nuovo sotto genere, oppure se rappresenterà un fardello che farà rimpiangere la struttura classica che ormai ci portiamo dietro invariata da una ventina di anni? In fondo quella degli RTS è una famiglia che ha bisogno di darsi una svecchiata e forse proprio un titolo come End of Nations può riuscire a smuovere le acque torbide in cui stagna.

CERTEZZE

  • Un RTS multigiocatore innovativo
  • Grande varietà di obiettivi e di truppe

DUBBI

  • Le mappe troppo grandi rischiano di essere dispersive
  • Chi troppo vuole...