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Alla conquista del West

Ecco il resoconto della primissima ora di gioco del nuovo capitolo della saga di Fallout.

PROVATO di Matteo Santicchia   —   19/08/2010

Versione testata: PC

Alla conquista del West

Senza nessun preambolo o presentazione, seduti, pronti, via! Abbiamo avuto la possibilità di passare quasi un'ora, su un PC di fascia media, con le prime fasi di gioco di Fallout: New Vegas. Rispetto ai precedenti incontri abbiamo assistito alla "rinascita" del nostro alter ego, un corriere che lasciato mezzo morto in mezzo al deserto da un gruppo di banditi, capitanati dall'elegantissimo Benny, viene salvato da un drone e curato da Doc Mitchell, il dottore della cittadina in pieno stile vecchio west (in chiave post apocalittica) di Good Springs. Qui siamo passati attraverso il processo di creazione del personaggio, che dopo aver scelto, sesso, aspetto e età, ci farà stabilire i nostri attributi fisici e mentali e soprattutto le varie specializzazioni.

Chi sono io?

Una volta distribuiti 5 punti (o riallocati quelli gia assegnati di default) nelle varie caratteristiche S.P.E.C.I.A.L (forza, percezione carisma, etc etc) si passa allo sviluppo vero e proprio del protagonista. Il nostro personaggio non è più un neonato ansioso di crescere e di esplorare il mondo, per stabilire di massima chi siamo Doc utilizza tre metodi precisi, ci chiede, come se ci trovassimo alla visita militare di selezionare la prima parola che ci viene in mente per associazione mentale a quanto lui ci suggerisce e poi di scegliere delle risposte ben più articolate alle delle domande per capire cosa pensiamo sui combattimenti, quanta fiducia abbiamo in noi stessi, sulla nostra voglia di cooperare e di aiutare gli altri, o più in generale sondando qual'è il nostro comportamento in situazioni di forte stress. A concludere la visita dallo psicologo ci pensa il più classico dei classici test, quello di Rorschach, in cui ci viene chiesto di interpretare delle forme nascoste in macchie di colore speculari. Con in tasca la patente di sano di mente è giunto il tempo di lavorare sulle Skill e sui Perks, presenti in gran numero e da scegliere con cautela, visto che andranno a modificare pesantemente il futuro del nostro personaggio, con pesanti ripercussioni sulle armi, sulle caratteristiche S.P.E.C.I.A.L, globalmente sul modo con cui ci relazioniamo con l'universo di gioco. Fatto ciò si è iniziato ad esplorare il mondo, non prima però di fare un piccolo tutorial aiutando la bella Sunny a cacciare dei mutanti Geckos, una sorta di grossa rana dai denti aguzzi, utile per prendere confidenza con le armi e il sistema di mira assistita V.A.T.S.. Nulla di imprescindibile per un veterano di Fallout 3, ma decisamente utile per tutti coloro che si affacciano per la prima volta al gioco sviluppato questa volta da Obsidian. Con il tempo a disposizione che scorreva impietoso, è stato impossibile ovviamente sperimentare tutte le nuove features del gioco, come ad esempio il sistema di fazioni e reputazione. In pratica muovendosi per le aree del Nevada e della California ci si potrà garantire o meno la fiducia dei gruppi locali, che ci saranno così più o meno ostili influenzando il gioco in termini di interazione con gli abitanti di città e avamposti.

Amici o nemici?

Comunque abbiamo potuto testare un paio di missioni, parlare con la proprietaria del Saloon Trudy che ci ha messo in guardia sulla pericolità della zona, comprare qualche oggetto e provare da subito l'ampia libertà di scelta offerta al giocatore. La prima missione importante ci ha messo davanti ad un bivio. Aiutare o no Ringo, asserragliato nella pompa di benzina del paese ad eliminare la gang di Joe Cobb, con evidenti mire espansionistiche su Good Springs o al contrario lavorare con lui, assassinare Ringo e prendere il controllo di quelli che di fatto ci hanno aiutato e salvato la vita. La scelta fatta è stata ovviamente quella di fare doppio gioco con Ringo per poi ucciderlo tentando di prenderlo alle spalle. L'operazione, con o senza V.A.T.S. non è stata per nulla semplice viste le nostre scarse statistiche e il nostro altrettanto scarso fucile, un ferrovecchio davvero poco performante. Poco male visto che dopo un paio di tentativi il premio del nostro tradimento è stato una bella pistola nove millimetri. Siamo andati subito a parlare con Cobb, ma presi dallo sconforto del nostro tradimento lo abbiamo ucciso, fatica vana visto che senza l'assistenza degli altri del paese, cosa che sarebbe successa se avessimo svolto la missione al contrario, la sua gang ha avuto gioco facile ad ucciderci.

Alla conquista del West

Il tempo della prova è quindi giunto al termine, ma pur nella brevità, o meglio nell'assenza di un test dei contenuti più avanzati siamo rimasti piacevolmente sopresi da questo piccolo assaggio del gioco. E' impossibile stabilire con certezza, vista la scelta di Obsidian di far provare la parte iniziale del gioco, se quanto promesso in sede di sviluppo troverà un riscontro vero e equibrato nel titolo, per ora basta semplicemente dire che il feeling col vecchio Fallout 3 è rimasto del tutto inalterato, e questo è certamente confortante vista la bontà del predecessore. Una menzione speciale va fatta sulla componente tecnica del gioco. Come scritto in apertura la demo girava su un PC di fascia media, con alla base una comunissima ATI Radeon 5570, con risultati sorprendenti in termini di frame rate e pulizia generale delle immagini. Ovviamente il motore grafico non può far miracoli, è sempre quello di due anni fa gia utilizzato per il precedente Oblivion, ma i lavori di raffinamento sono palesi, specialmente per quanto riguarda le animazioni e le texture facciali, davvero ben fatte.

CERTEZZE

  • Il feeling di gioco è rimasto inalterato
  • Graficamente più pulito rispetto a Fallout 3

DUBBI

  • Le novità sono ancora tutte da sperimentare.