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Quando Spore incontra Diablo

Abbiamo provato Darkspore, spin off action rpg, in salsa Diablo di Spore.

PROVATO di Matteo Santicchia   —   21/08/2010

Darkspore di Maxis per Electronic Arts è quello che sarebbe stato Spore se avesse preso un marcata deriva da action rpg fantascientifico alla Diablo, la conferma a ciò è che tutto ruota inizialmente intorno al potente editor delle creature, con le quali iniziare a girovagare per mappe enormi all'insegna del più classico "punta e clicca" (e saccheggia).

Quando Spore incontra Diablo

Quanto scritto è ovviamente il grado zero di Darkspore visto che il gioco racchiude in se diverse feature che lo distanziano tanto dall'opera di Will Whright quanto da Diablo e soci. Nel gioco si comandano, alternandoli a seconda del tipo di nemici da affrontare, facendo inoltre attenzione al tempo di cooldown del cambio, tre creature, che è possibile scegliere tra cinque razze, o schemi genetici, che ci danno la prima indicazione sulla loro tipologia di attacco peculiare.

Pre tattica

Abbiamo Quantum che si basa su attacchi che vertono su spazio e tempo, Necro, come dice il nome, sulla necromanzia e sull'avvelenamento, Bio, su attacchi biologici, Cyber su quelli tecnologici e Plasma su quelli elementali, fuoco e fulmini. Inoltre visto che il gioco è perfettamente giocabile da solo, ma esplode letteralmente se giocato in cooperativa, ci viene data la possibilità anche di scegliere la funzione del proprio bestiario, se utilizzarli come veri e propri tank, come curatori, come particolarmente efficaci con attacchi dalla distanza e via dicendo. C'è tutto il solito canone rpgistico, declinato, come scritto precedentemente in un'ottica fantascientifica, dove l'obiettivo è si quello di sconfiggere il Creatore artefice della distruzione dell'universo, ma soprattutto quello di collezionare dna per sbloccare nuovi pezzi per l'editor e nuove tipologie di creature. Ci troviamo quindi di fronte a dinamiche tipicamente da gioco di ruolo, con personaggi dai molteplici attacchi e abilità offensive e difensive da utilizzare secondo ruoli ben precisi, per massimizzare il gioco di squadra, dove la tattica migliore per non arrivare alla fine del livello è quella di giocare al contrario di quello che si è scelto di essere.

Quando Spore incontra Diablo

Il cuore del gioco però è quello collezionistico, darci al loot più selvaggio per meglio equipaggiarci, in tal senso, per meglio prepararci alla prossima sfida e per mettere in gioco quanto raccolto in una mappa appena portata a termine, i ragazzi di Maxis hanno implementato due ingegnosi sistemi, apparentemente l'uno all'opposto dell'altro, ma che riescono a fondersi alla perfezione. In pratica in apertura di mappa, vedremo sempre quali saranno le creature e in base ai loro punti di forza, e alle loro debolezze, starà a noi scegliere chi mettere in squadra, ponderando con attenzione chi sarà il trio titolare della prossima partita, da un pool di creature che con la progressione diventerà amplissimo. Accanto a questa parte tattico-riflessiva, gli sviluppatori hanno inserito un vero e proprio rischiatutto, visto che se decideremo di mettere sul tavolo quanto guadagnato nella mappa appena superata potremmo provare quello successivo ad un livello di difficoltà maggiore, ma con ricompense di ben altra caratura rispetto a quelle standard.

Di tutti i tipi

La breve sessione quattro contro quattro, pur nella caoticità degli eventi tra innumerevoli shortcut da tastiera dai nomi improponibili da mandare a memoria per gli attacchi e una certa legnosità negli spostamenti durante le fasi più concitate è sembrata certamente piacevole, ma complice alcune feature bloccate, come il vero protagonista del gioco e cioè l'editor di creazione, e tutta la parte gestionale della propria squadra, non ha potuto dirci molto in termini di meccaniche pre partita, mentre sul campo è stata tutta un'altra musica. L'effeto nel vedere strane creature coloratissime vagamente antropomorfe (ma anche a forma di ragno robotico) eseguire attacchi speciali di ogni tipo, foggia e colore, sia di stampo fantasy che fantascientifico come bolle dorate a ricerca, fulmini, laser, colpi di artiglio, meteore fiammeggianti, buchi neri, force grip e push è lodevole in quanto è un segnale confortante di tanta varietà, ma complice un look vagamente fumettoso sembra di trovarsi di fronte ai vari Pokemon, più che a un serioso action rpg. Da un punto di vista tecnico il gioco non eccelle certamente per la complessità delle texture e per la ricchezza della modellazione poligonale, ma colpisce nel segno creando creature sempre varie e peculiari, con innumerevoli dettagli a colorare il tutto. In definitiva il presupposto di partenza di Darkspore sembra essere molto interessante, e sulla carta l'unione tra l'editor di Spore e un gameplay alla Diablo ha buone possibilità di funzionare, sempre che la varietà promossa da Maxis sia reale, più contenutistica che estetica, e che azione e gestione del proprio party siano in perfetto equilibrio. Insomma che ci sia effettiva differenziazione quando ci troveremo ad avere decine di creature e che non ci si ritrovi costantemente a scegliere quelle poche più potenti, ma che si riesca a trarre effettivo beneficio da ogni loro singola caratteristica peculiare. Tutto ciò ovviamente, non potrà essere verificato senza una prova ben più corposa e esaustiva.

CERTEZZE

  • La varietà è il suo punto di forza
  • La gestione della squadra sembra essere ben implementata

DUBBI

  • Useremo davvero tutto quello che creeremo?