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La vita di Fable III

Attento a quello che scegli...

RUBRICA di Paolo Simonazzi   —   11/12/2010

Fable, un gioco in cui puoi arrivare a realizzare una vita perfettamente NOIOSA! Con la moglie petulante, dei bimbi da accudire, un lavoro in fabbrica e i soldi che non bastano mai.
Ma, forse, la vita noiosa rappresenta veramente l'ambizione ultima del videogioco perché è vera vita, è spremuta dalle dinamiche sociali di tutti i giorni e quindi è più coerente. Coerente al punto da diventare divertente, in modo più particolare e stimolante di quanto non sia la carriera dell'ammazzadraghi colleziona pozioni.
D'altronde Fable è un'opera di Molyneux, uomo la cui ambizione è smisurata, soprattutto per quello che riguarda l'esperienza di gioco. Sapete quale è secondo me il paradosso? Che se andiamo avanti così finiremo con avere un Fable che sarà un grosso SIMS medievale, andando ad abbracciare le idee malate di un altro genio del gameplay particolare: Will Wright.
Quindi, in sintesi, il graal del gameplay è la vita vera. Niente male, visto che parliamo solo di videogiochi.

Venite alla tana, nessuno lava i piatti, usiamo solo quelli di carta!

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