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Il sangue dei Ninja

Ryu Hayabusa deve affrontare una crisi mondiale e il suo viaggio inizia da qui

PROVATO di Antonio Jodice   —   24/01/2012

Versione testata: PlayStation 3

C'è tanta attesa per questo Ninja Gaiden 3, terzo capitolo della saga che, tra la serie principale e i Sigma, è la più blasonata tra quelle prodotte dal Team Ninja. L'attesa e la curiosità sono legate al fatto che, dopo tanti anni e una separazione che ha destato clamore, Itakagi, eccentrico e noto game designer, ha lasciato la software house per fondare un suo progetto indipendente.

Il sangue dei Ninja

Ninja Gaiden, a suo tempo, ridefinì i confini del picchiaduro a scorrimento, puntando tutto su una profondità paragonabile a quella dei beat'em up uno contro uno e su una difficoltà talmente atipica da diventare vero e proprio punto di forza, un po' come successo recentemente per Dark Soul di From Software. Un misto di ottima tecnologia e giocabilità allo stato puro che ha saputo conquistare milioni di fan su tutte le piattaforme su cui è approdato.

C'è crisi

La demo che abbiamo potuto provare, stabile e con tutta l'aria di provenire da un codice oramai ripulito a dovere, è composta di quelli che dovrebbero essere i due primi livelli del gioco. Ryu Hayabusa, il protagonista, viene raggiunto da quelli che sembrano agenti del governo non tanto perché bisognosi d'aiuto, quanto perché un'organizzazione terroristica sta imperversando per le capitali del globo, mettendole a ferro e fuoco, capitanate da una versione malvagia di Ryu stesso. In sostanza, il ninja deve salvare il mondo, ma anche mettere in chiaro che lui è uno dei buoni. Il primo livello è ambientato a Londra, di notte, con il nostro che si lancia dal Big Ben per piombare su un nugolo di mercenari che lo assale a colpi di mitra e bazooka sotto l'occhio vigile del London Eye. Un po' di pioggia ha bagnato l'asfalto e tornare a combattere coi soliti, inattaccabili, 60 fotogrammi al secondo è un piacere che mette subito a proprio agio il giocatore e dopo pochi istanti. La dipartita di Itakagi non ha cambiato la solita cura maniacale per le animazioni, che si confermano il vero e proprio punto di forza della grafica. Tante animazioni diverse, legate insieme in maniera impeccabile che danno vita alle consuete danze mortali del protagonista, affrontato al loro meglio, dai poveri mercenari. Lo schema dei controlli è identico:

Il sangue dei Ninja

un colpo veloce, uno forte, con un pulsante che, se premuto, più a lungo, consente di dare vita a combo di maggiore impatto, e la possibilità di lanciare in qualsiasi momento gli shuriken per veloci colpi da lontano. In alto a sinistra la barra del Chi, subito sotto a quella dell'energia, che quando si carica al massimo consente di scatenare un attacco che elimina i nemici più vicini o che, e questa è una novità, li fa impaurire a tal punto da lasciar cadere a terra le armi e chiedere pietà. Ci sono, rispetto al passato, più sequenze guidate con elicotteri che spianano la strada a colpi di missile, camion da evitare all'ultimo secondo con la giusta combinazione di tasti e la telecamera è molto più dinamica, visto che si avvicina al giocatore, mettendo in risalto la fine delle combo più spettacolari o enfatizzando i momenti in cui bisogna portare affondo decisivi con la giusta pressione di un tasto che viene messo in evidenza a video. Le, buone, similitudini col passato finiscono qui, però. Se già il secondo capitolo era più accessibile, rispetto al difficilissimo esordio della saga, Ninja Gaiden 3 sembra aver preso decisamente la strada di God of War, saga con cui da anni si contendeva il primato nel genere di riferimento. Difficile morire, a livello normale, almeno in queste prime battute, anche perché dopo ogni scontro con un gruppo di nemici, la barra d'energia si riempie automaticamente (la barra del Chi si azzera, per bilanciare la cosa), eliminando quella tensione che chi amava la saga ben conosceva. Sembra scomparso anche quel sistema di accumulo punti che serviva per comprare vite extra e oggetti, visto che, al momento, non c'è neanche l'inventario o la possibilità di cambiare le armi, ma siamo solo all'inizio e di armi ne abbiamo usate solo due, a partire dal secondo livello.

Tutti a Dubai

La svolta del primo livello è lo scontro con un losco figuro, incappucciato di rosso, che, fatto avvicinare Ryu, lo contagia, distruggendogli la spada e infettandogli il braccio con quella che col percorrere dei livelli diventerà una vera e propria trasformazione demoniaca. Il secondo stage è a Dubai, dove Ayane recapita al nostro un'altra spada, dopo che già ci era stato donato un arco nuovo di pacca.

Il sangue dei Ninja

Nuovo di pacca è anche il sistema di puntamento e chi si ricorda i mal di testa del secondo capitolo per riuscire a centrare i propri bersagli con le frecce, qui troverà un sistema di puntamento automatico, che mette al centro del mirino il nemico più vicino e, addirittura, un sistema di lock automatico, che non molla la presa neanche sotto tortura. Il sistema di salvataggio è affidato a un falco che si posa sul braccio dell'eroe, rendendogli tutta l'energia e consentendogli di riprendere di giocare da quel punto, in caso di morte. Insomma, i tempi sono decisamente cambiati anche per Hayabusa. La giocabilità è sempre piacevolissima e si capisce come ci si trovi, tra realizzazione tecnica e dinamicità dell'azione, di fronte a quello che potrebbe confermarsi come uno dei migliori esponenti del genere, ma è indubbio come ci siano stati cambiamenti importanti all'approccio. Come detto, ora siamo decisamente dalle parti di God of War, e questo è un bene, ma del gioco Sony mancano, almeno in queste primissime fasi, l'epicità e la spettacolarità degli scontri con le divinità e i titani. Attendiamo di provare le modalità online e di multiplayer in locale, di capire come si alterneranno e gestiranno le diverse armi bianche e le mille sorprese che, di certo, il Team Ninja ha in serbo per tutti quei giocatori che non vedono l'ora di affrontare tutta l'azione che Ninja Gaiden 3 saprà offrire.

CERTEZZE

  • Animazioni impareggiabili
  • Fluidità e stile nipponico
  • Il piacere di combattere

DUBBI

  • Bilanciamento tra accessibilità e sfida
  • Epicità degli scontri a fronte di una minor tecnicità