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Alla conquista della Terra di Mezzo!

Scopriamo tutti i titoli legati alla celeberrima trilogia

ANTEPRIMA di La Redazione   —   23/09/2003
Alla conquista della Terra di Mezzo!

Quando, nelle sere invernali degli anni cinquanta, un tranquillo professore di filologia a Oxford inventava -per allietare le serate dei suoi colleghi -le affascinanti narrazioni di una terra fantastica e medievaleggiante poteva immaginare che la sua creazione sarebbe divenuta il fenomeno mediatico di quest'inizio di ventunesimo secolo? Probabilmente no, fatto sta che il Signore degli anelli -anche grazie alla trilogia cinematografica di Peter Jackson -è l'autentica gallina dalla uova d'oro di questi anni.
Ovviamente la rapace industria videoludica non poteva certo snobbare una tale miniera d'oro (oro monetario certo -si pensi ai milioni di fans pronti a smutandarsi pur di avere un pezzo di Terra di Mezzo -ma anche oro "simbolico": pochi altri testi nascondono in sé tanto materiale narrativo, tante storie, tanta immaginazione da riutilizzare. Merce sempre più rara in un mondo (l'industry ludica) quanto mai povero d'ispirazione e idee nuove).
Tutti quindi ad accaparrarsi licenze tolkeniane: e già qui può nascere confusione. Eletronics Arts è riuscita, a suon di milioni di dollari, a mettere le mani sui diritti dei film di Jackson (e quindi poter utilizzare, oltre alla storia, il look e il volto dei attori, le scenografia e gli ambienti della trilogia cinematografica). Vivendi Universal, però, già possedeva i diritti sulla trilogia letteraria e ha così potuto ugualmente sfruttare il "brand" Lord of the Rings, la storia e tutti i personaggio creati da Tolkien, seppur visivamente diversi da come li ha immaginasti il regista neozelandese.
Il risultato è una giungla di titoli di cui proviamo a dare una succinta mappa nel box a fianco. Ma i paradossi non si fermano qui, anzi. Il terzo e conclusivo film è ormai alle porte e tutte le compagnie coinvolte affilano le armi per la sanguinosa battaglia di natale: chi ha detto che il natale è una festa di pace?
Entro fine anno avremo ben due titoli ambientati nella Terra di Mezzo sui nostri monitor ed entrambi RTS!

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The Lord of the Rings: the Battle for Middle Earth (EA)

The Lord of the Rings: the Battle for Middle Earth. Segnatevi questo titolo: è stato appena annunciato ma di certo farà parlare molto di se', candidandosi a essere uno dei most wanted di quest'inverno.
Battle for Middle Earth è il titolo scelto da EA per il suo nuovo gioco strategico ambientato nella Terra di Mezzo. Ci lavora lo stesso team di C&C: Generals e proprio l'ultimo titolo della saga (ex)made in Westwood rappresenta la base di partenza per lo sviluppo di questo nuovo progetto. Naturalmente non mancano i massicci interventi sul motore del gioco: del resto a essere mossi non sono più veicoli corazzati e arei ma umani, elfi, nazgul, nani, cavalli e quant'altro la fantasia di Tolkien abbia partorito. Il team di sviluppo ha lavorato massicciamente sulle animazioni scheletriche di ogni unità oltre che sul look delle medesime. Allontanandosi dallo stile tipico dei giochi fantasy che optano una scelta cromatica luminosa e sgargiante, BfME sposa piuttosto la scelta estetica dei film di Jackson: un fantasy "realistico" quindi, scuro, a volte cupo, sporco, fatto di armature bronzee, arrugginite e ammaccate.
La fedeltà al film, alle sue atmosfere, non si ferma certo qui: rappresenta, anzi, uno degli aspetti su cui gli sviluppatori hanno lavorato maggiormente. Tanto da fare una capatina sul set in Nuova Zelanda per carpire tutti i segreti della troupe di Jackson.
Per progettare le grandi battaglie di massa che compongono buona parte della trilogia i tecnici degli effetti speciali utilizzano un particolare tool grafico che permette di visualizzare in computer grafica una sorta di anteprima di quello che poi verrà rappresentato sullo schermo. Il regista in questo modo può pianificare meglio i movimenti della macchina presa, le carrellate o gli zoom, e integrarli più facilmente con gli effetti speciali, ad esempio quelli che "moltiplicano" le comparse in una battaglia decuplicando i numeri di guerrieri.

Alla conquista della Terra di Mezzo!
Alla conquista della Terra di Mezzo!

Il team di sviluppo del gioco ha potuto dare un'occhiata a questo tool -a dire il vero molto simile ad un rts con le sue figurine da piazzare su un campo di battaglia -e collaborare con il team degli effetti speciali. Il fine è quello di riprodurre il più fedelmente possibile l'atmosfera e le dinamiche degli scontri così drammaticamente ricreati da Jackson e soci.
E se è l'imponenza e l'epicità ciò che cerca il regista, ebbene imponenza ed eticità sia! Il campo di battaglia è di una vastità raramente vista prima in un RTS, vastità direttamente proporzionale al numero di unità a disposizione del giocatore. Questo comporta un'inevitabile scelta nel gameplay: il giocatore è spinto a controllare non più le singole unità ma i grossi gruppi, i grossi battaglioni da scagliare in massa contro i gli avversari: l'Ia e il motore grafico faranno il resto simulando il combattimento corpo a corpo delle singole unità, dando la potente impressione di una battaglia viva, un campo di forze scagliate titanicamente le une contro le altre.
Scontata, ovviamente, la presenza di tutti i personaggi chiave e di particolari classi scelte (gli arcieri elfi o gli Uruk-Hai, ad esempio) e di tutta la fantasiosa varietà di razze e animali (gli olifanti, le aquile giganti) creati dall'immaginazione di Tolkien. Il tutto impiegato a riprodurre le mitiche battaglie che ogni appassionato ben conosce, culminanti nel terribile assedio di Minas Tirith.
Insomma, bastano questi primi assaggi per far capire che ci troviamo di fronte un titolo da seguire per bene, e un occhiata al motore del gioco -che si annuncia straordinario, segnando una massiccia evoluzione di quello, un po' zoppicante, di Generals -non fa che confermare quest'idea. Bisogna aspettare il rilascio di qualche versione maggiormente vicina a quella definitiva, certo, ma crediamo di non essere avventanti consigliandovi di prendere famigliarità con cavalieri di Roan, elfi e trolls.

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The Lord of the Rings: War of the Ring (Vivendi)

Sarà Ed Del Castillo, forte della sua esperienza su C&C quand'era in Westowood e su Battle Realms con la sua Liquid Entertainment, a occuparsi di War of the Ring (qui il nostro speciale fotografico), la risposta Vivendi/Universal alla corazzata EA. Valendosi della licenza dei libri gli sviluppatori godono di maggiore libertà: il giocatore può prendere parte anche a battaglie che non fanno parte del cuore narrativo della vicenda: ad esempio la prima missione corrisponderà alla prima battaglia di Sauron e la sua sconfitta da parte di umani ed elfi. Il gioco si conclude sull'assedio al fosso di Helm: ovviamente nell'"inevitabile seguito" ci saranno il resto degli scontri della cosiddetta battaglia per l'anello. Sebbene sia all'apparenza più tradizionale bisogna comunque aspettarsi un RTS raffinato ed evoluto, arrivando dalle sapienti mani di Del Castillo. Particolare attenzione bisogna prestare al versante multiplayer: la possibilità di inscenare scontri multigiocatore ambientati nella Terra di Mezzo è una possibilità che pochi fans si lasceranno sfuggire.

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Una storia di avidità e potere. No, non parliamo di anelli ma di licenze. Nel 1976 la Saul Zaentz Co. di Berkeley acquista di diritti sull'opera letteraria di J.R.Tolkien, che nel 1998 cede alla Sierra. A seguito di una serie d'acquisizioni Sierra-Online venne succesivamente inglobata dalla multinazionale Vivendi/Universal. L'idea originaria della Sierra era di creare un morpg ambientato nella Terra di Mezzo, idea abbandonata l'anno successivo.
La Zaentz, in tutti questi anni, sollecitò la Sierra a onorare il contratto ma non se ne fece niente fino al 2001. Nel frattempo la New Line mise in moto il progetto dei film affidati a Peter Jackson: ma i diritti dei film non appartengono alla Zaentz, ma, appunto, alla New Line da cui EA può tranquillamente acquisire la licenza. Finalmente Vivendi si sveglia e capisce di essersi lasciata scappare un occasione d'oro non sfruttando, in tutti questi anni, una licenza fruttuosa come questa.
L'anno scorso sono usciti due titoli: LoTR: The Two Towers, un arcade simile a Golden Axe per Ea e uno scialbo adventure in casa Vivendi, piazzando 4 milioni di copie per il titolo Ea e solamente uno per Vivendi. In totale il vecchio Tolkien ha fruttato 250 milioni di dollari all'industria videoludica: cifre da capogiro ma ancora poco in confronto a 1.8 miliardi di dollari incassati dalle pellicole.
Per l'occasione del terzo episodio cinematografico nessuna casa vuole farsi prendere alla sprovvista e sono in cantiere una caterva di titoli. Oltre al seguito dello hack-and-slash di EA (ovviamente intitolato The Return of the King), e i due RTS Battle for Middle-Earth (EA) e War of the Ring (Vivendi) avremo: in casa Vivendi, più libera di spaziare tra le opere di Tolkien, un titolo ispirato a The Hobbit, poi The Treason of Isengard la risposta all'arcade di EA, e un fantomatico gioco di ruolo persistente on line (ma l'eccessiva similarità con World of Warcraft rende improbabile la conclusione di questo progetto). Electronic Arts invece conta, con un episodio chiamato The Trilogy, di sintetizzare quanto detto fin'ora nei suoi due titoli, riassumendoli in un'esperienza unitaria.
Insomma, se siete tra quelle persone che sanno snocciolare tutta la genealogia di un re elfo dalle origini ai giorni nostri saprete adesso come occupare le vostre serate videoludiche.