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Bakugan: Campioni di Vestroia, il provato

Il provato di Bakugan: Campioni di Vestroia solleva tanti dubbi.

PROVATO di Simone Pettine   —   26/10/2020

Quando dei giocattoli diventano sufficientemente famosi un po' in tutto il mondo, è normale che prima o poi ne arrivi il videogioco ufficiale. E se oggi potete leggere il nostro provato di Bakugan: Campioni di Vestroia è proprio perché i Bakugan, che siano adulti, ragazzini o bambini, li conoscono un po' tutti. L'anime debuttò in Italia nel 2009 (sono già passati 11 anni, il tempo vola) e riscosse da subito un buon successo. Difficile immaginarsi che possa riscuoterlo anche il videogioco in questione, dato che le prime ore trascorse in sua compagnia ci hanno lasciato con più dubbi che conferme, e con molta poca voglia di tornare a dedicarci alle avventure in compagnia di questi mostri colossali e di per sé anche affascinanti. Ma perché? Ve lo spieghiamo subito.

Un’ambientazione… opinabile

Cominciamo dall'ambientazione di Bakugan: Campioni di Vestroia, che non brilla di certo per originalità e cura: ci troviamo in una piccola cittadina, presumibilmente in primavera. Degli allegri ragazzini giocano una partita di calcio, e tra questi c'è il protagonista: appena pochi minuti prima abbiamo potuto personalizzarlo almeno nel colore degli occhi e nel taglio dei capelli. La partita di calcio si conclude e il giocatore inizia a dare un'occhiata al circondario, ad esplorarlo.

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Si capisce subito come Bakugan: Campioni di Vestroia sia stato trattato alla stregua di una produzione orientata al risparmio, lo avevamo notato anche nell'anteprima. Il numero di modelli poligonali utilizzato per realizzare ogni singolo oggetto - dal pallone da calcio alle gradinate dello stadio, dai cespugli alle automobili del parcheggio più vicino - è risibile, comunque insufficiente per garantire sensazioni un minimo positive. Gli oggetti a schermo sono pochi, e molto distanti tra loro, lasciando enormi spazi vuoti da una parte e dall'altra.

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Il protagonista cammina tra questi spazi (con la sua andatura, neanche sembra sia possibile correre) e interagisce con gli altri presenti. Tutti restano immobili come manichini, nessuno sembra animato di vita propria: a volte si girano verso l'eroe, ma poi tornano in posizione. Sembra che il team di sviluppo si sia ispirato a titoli recenti come Yo-Kai Watch 4 (che in Italia non è ancora arrivato) e a Pokémon Spada e Scudo, entrambi per Nintendo Switch... ma tagliando, tagliando, tagliando.

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Il mondo di gioco è suddiviso anche in altre aree, alcune delle quali verdeggianti: la situazione non migliora minimamente. È anzi addirittura possibile perdersi, vagando per un po' in giro senza la benché minima idea di che cosa si stesse facendo fino a pochi secondi prima.

Gameplay

Le prime ore di gioco di Bakugan: Campioni di Vestroia hanno finalmente permesso di capire come viene (e verrà) gestito il gameplay del titolo. Il giocatore accumula dei Bakugan all'interno della sua collezione, e può portarne con sé fino a tre nello stesso momento. I Bakugan ovviamente vogliono combattere, e vanno fatti combattere in apposite arene improvvisate, contro gli NPC sparsi per il "mondo" di gioco.

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Le idee alla base di queste meccaniche non sono niente male, benché si tratti ovviamente di una copia di quanto visto in produzioni simili. Ogni Bakugan ha quindi il suo elemento, in modo fedele all'anime: Pyrus, Haos, Aquos, Darkus, Subterra e Ventus, con annesso sistema di debolezze e resistenze. Ogni Bakugan apprende delle mosse da usare in combattimento, che possono essere attivate tenendo conto dei tempi di recupero e dell'energia raccolta sul campo di battaglia dal possessore dei mostri. Fin qui nulla da obiettare.

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Il fatto è che, fintanto che si tratta di collezionare i Bakugan e di evocarli in battaglia, Bakugan: Campioni di Vestroia può risultare anche appagante: sicuramente lo è la scelta del primo mostro da parte del giocatore, e la prima evocazione con annesso senso di "scoperta". Ma già dopo le prime due o tre battaglie, beh... si intuisce come la produzione sia diventata immediatamente ripetitiva. Anche perché la gestione degli scontri non brilla affatto: l'alter ego del giocatore è l'unico a potersi muovere sul campo, mentre il Bakugan combatte da solo. Scopo del protagonista è raccogliere energia da lanciare al mostro, e poi selezionare uno degli attacchi disponibili. Ripeti un attacco, ripetine un altro, alla fine il nemico viene sconfitto senza troppi sforzi.

Una storia originale (si spera)

Sulla profondità dei combattimenti di Bakugan: Campioni di Vestroia e sulla vastità delle sue aree di gioco torneremo in sede di recensione. Sottolineiamo ora almeno un aspetto della produzione che può meritare qualche apprezzamento: la storia originale.

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Bakugan: Campioni di Vestroia non ricalca le vicende dell'anime: gli sviluppatori hanno potuto pensare alla propria avventura inedita, e questo ha concesso loro una notevole libertà creativa. Noi abbiamo seguito gli eventi principali solo per le prime ore e si sono rivelati sufficienti, benché non brillante. Ciò significa che almeno con i giocatori più piccoli, il titolo farà il suo lavoro senza troppi sforzi. Il problema si porrà presumibilmente per tutti coloro che abbiano superato gli undici o dodici anni.

Difficile che Bakugan: Campioni di Vestroia possa rivelarsi, in sede di recensione, una produzione brillante o anche solo media. Ci sembra, per ora, che il titolo ambisca piuttosto alla sufficienza: non perché non abbia dalla sua parte delle buone idee. La trama, per esempio, è originale; evocare i Bakugan in battaglia è divertente, e collezionarli sicuramente garantirà ore ed ore di gioco. Sono le meccaniche, il punto dolente: i combattimenti sembrano troppo legnosi e statici, la presenza dell'eroe sul campo di battaglia del tutto inopportuna. E anche il mondo di gioco è tutt'altro che dettagliato o affascinante: ma torneremo su questi aspetti più avanti. Per il momento restano aperti molti punti interrogativi: forse troppi.

CERTEZZE

  • Trama inedita
  • Tanti mostri da collezionare
  • Sarà presente anche una modalità online

DUBBI

  • Il mondo di gioco sembra davvero povero
  • I combattimenti saranno appaganti?
  • Poche possibilità di personalizzazione