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Battlefield V, il provato della campagna

Tre storie per tre protagonisti: diamo uno sguardo alla campagna dello sparatutto DICE Battlefield V

PROVATO di Tommaso Valentini   —   18/10/2018

Quest'anno Battlefield V ha ricevuto più critiche del solito, un polverone sollevatosi durante l'annuncio a causa di una schiera di giocatori rimasti perplessi, secondo loro, dalla poca accuratezza storica che DICE avrebbe adottato per creare il nuovo capitolo. È stato dunque un inizio in salita per Electronic Arts che nei mesi successivi ha dovuto combattere contro un primo responso non esaltante, dimostrando che il titolo avesse comunque tutte le carte in regola per fare bene ed accontentare i propri fan. Proprio per non cadere in banali errori, causati magari dalla fretta di arrivare sul mercato prima di Red Dead Redemption, Electronic Arts si è presa addirittura qualche mese in più rinviando il lancio, cercando di sistemare nei minimi dettagli una produzione che verrà messa sotto la lente di ingrandimento in maniera particolarmente accurata. A gettare ulteriore benzina sul fuoco poi, ci si è messa anche Treyarch che - pur rinunciando alla storica campagna per giocatore singolo - si è presentata sugli scaffali con un capitolo solidissimo e ricco di contenuti, apprezzato tanto dalla stampa quanto dai giocatori attivi sui server. Riuscirà Battlefield V a sfondare il muro dei pregiudizi e a convertire le critiche in elogi? Per dirlo con certezza bisognerà aspettare ancora un mese ma nel frattempo oggi possiamo darvi qualche elemento in più per aggiungere tasselli al quadro generale. Siamo infatti volati a Londra per provare in anteprima la nuova campagna single player e siamo tornati dal fronte per raccontarvi tutto ciò che abbiamo scoperto.

Le storie di guerra come fulcro dell’esperienza

Battlefield 1 ha introdotto per la prima volta nella serie le War Stories, racconti separati tra loro capaci di narrare diversi scontri della prima guerra mondiale, una scelta piuttosto originale che permise a DICE di variare di molto ambientazioni e situazioni di gioco. Era un modo sensato per evitare di dover riproporre per l'ennesima volta solo le battaglie più importanti, mettendo il giocatore nei panni di soldati sconosciuti pronti a diventare eroi. Battlefield V prende di peso questo concetto e lo adatta a modo suo cambiandone però le fondamenta. Se infatti nello scorso capitolo l'idea era quella di farci sentire parte di un plotone, di respirare polvere e mangiare fango assieme ai nostri compagni, in Battlefield V i racconti saranno dedicati ad eroi di guerra, spesso schegge impazzite in un conflitto senza regole. Si parte quindi dalla Norvegia sotto occupazione nazista, passando dal deserto africano fino ad arrivare ad impersonare un soldato senegalese nella Francia del 1943. Si gioca in tre ruoli ben diversificati e si capisce da subito che queste nuove War Stories sono pensate per colpire i sentimenti del giocatore, per suscitare emozioni che siano di rabbia, odio e compassione.

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Il filo narrativo che segue parallelamente l'azione di gioco spinge il giocatore a voler proseguire non solo per il puro gusto dell'attività ludica ma anche per scoprire come prosegue la storia, un elemento molto importante e imprescindibile per questo tipo di mini campagne. Il punto interrogativo è la longevità risicata delle stesse: tirando le somme in tre o quattro ore di gioco massimo, anche prendendosela con calma ed esplorando le diverse zone a fondo, sarete già ai titoli di coda. Ci sono infatti solo tre missioni previste per il lancio con una quarta, dedicata ad un carrista tedesco, in arrivo qualche settimana dopo. Di carne al fuoco non ce n'è poi molta quindi, ed è un vero peccato perché l'idea finalmente di far giocare anche dall'altra parte del conflitto, facendo vivere in prima persona le ideologie che spinsero alla guerra, sarebbe potuto essere un punto enorme a favore di questo Battlefield V, che si limiterà invece solo a scheggiare la superficie per poi lasciarvi in balia della consueta bagarre multigiocatore.

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Tanti modi di vivere la guerra

I personaggi sono ben scritti e già ci siamo affezionati a Billy Bridger, galeotto inglese arruolatosi per non passare il resto dei suoi giorni in carcere. La sua mancata disciplina ci ha strappato più di un sorriso, riportandoci ai fasti di Bad Company e le missioni a lui collegate si muove esattamente sullo stesso livello degli storici capitoli di Battlefield. C'è spazio anche per momenti più impegnati, con storie toccanti e altre di grande spettacolarità dove esplosioni e assalti sono all'ordine del giorno per un pacchetto che, nell'insieme, è comunque di valore da questo punto di vista. Ciò che tradisce le aspettative però è la costruzione dei livelli e alcune scelte difficili da digerire che allontanano Battlefield V dal realismo credibile di cui ha bisogno per sopravvivere. L'idea di inserire gli sci, ad esempio, l'abbiamo trovata davvero eccellente visto che regala una gran mobilità e permette di agire come fossimo dei perfetti James Bond durante le missioni in Norvegia, ma fa altresì svanire la magia quando ci si accorge che gli sci non hanno una fisica veritiera e, anzi, sono capaci di accelerare in salita quasi fossero un mezzo qualsiasi. Sono piccoli particolari come questo che ci hanno fatto storcere il naso, quasi come se a DICE servisse ancora molto più tempo per sistemare e perfezionare le War Stories.

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Altro neo piuttosto evidente è relativo all'intelligenza artificiale che sì, non ha mai brillato per acume in questo genere di giochi, ma che sembra tornata indietro di diversi anni in questo capitolo con i classici trenini di personaggi che si fanno ammazzare sullo stesso posto e l'idea generale che l'ambiente circostante non esista assolutamente. Gli avversari spesso ignorano le coperture, non prestano attenzione ai suoni e non compiono tattiche di accerchiamento basilari che in tutti gli FPS ormai sono lo standard. Speriamo a questo punto che i problemi da noi riscontrati siano parte solo di questa build e che non si trascinino poi anche nella versione finale del titolo. Ciò che invece ha fatto davvero impressione, in senso positivo questa volta, è ovviamente la grafica. Giocato su PC Battlefield V è una meraviglia, sia per la distruttibilità a cui ormai siamo abituati, capace di cambiare le regole di ingaggio e regalare spettacolarità, sia per le magnifiche ambientazioni che non lasciano sostanzialmente nulla al caso. Assaltare un avamposto nemico con Demi Cisse mentre accanto a noi soldati e foglie cadono con la stessa rapidità o correre nella neve cercando di non essere visti con Solveg sono momenti che non dimenticherete facilmente e che potrebbero persino farvi chiudere un occhio sui vari bug e problemi citati poc'anzi.

Battlefield V, il provato della campagna

Battlefield V non rinuncia ai suoi elementi cardine pur snellendoli nella loro essenza. Solo tre campagne vi attenderanno al lancio (quattro se prendiamo in considerazione anche il prologo) con un'ulteriore già prevista per i mesi successivi. Di questa prima prova fugace restiamo colpiti dalla spettacolarità e dalla cura con cui sono state realizzate le ambientazioni e, soprattutto, dai temi trattati. Tra un mese avremo finalmente tra le mani il pacchetto completo e solo lì potremo effettivamente verificare che i bug e i problemi di intelligenza artificiale riscontrati in questa build siano stati solo un problema relativo all'arretratezza dei lavori. Per arrivare all'obiettivo prefisso DICE dovrà quindi lavorare accuratamente su tutti gli elementi di gioco visto che gran parte delle emozioni trasmesse da queste missioni dipenderanno esclusivamente dal coinvolgimento del giocatore.

CERTEZZE

  • Tanta varietà nelle missioni
  • Ambientazioni suggestive
  • Graficamente ottimo

DUBBI

  • Intelligenza artificiale da sistemare
  • Longevità risicata