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Civilization 6: Gathering Storm, il provato

A pochi giorni dal lancio abbiamo provato Civilization 6: Gathering Storm, la nuova espansione dell'ultima incarnazione del re dei 4X.

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   31/01/2019

Civilization 6: Gathering Storm è la seconda espansione maggiore dell'ultimo capitolo della serie regina del genere 4X, che segue di un anno esatto Rise and Fall, l'ottima espansione precedente. Come abbiamo verificato nelle ore in cui abbiamo l'abbiamo provato, il focus di Gathering Storm è tutto sui problemi climatici ed ecologici, nonché sui rapporti politici che si creano per combattere le situazioni d'emergenza. Certo, ci sono anche otto nuove civiltà, ossia quella Fenicia, l'Impero Ottomano, la Svezia, il Mali, gli Inca, il Canada, i Maori e l'Ungheria, nonché due nuovi scenari, ma il focus è decisamente altrove. Andiamo con ordine:

Civilization 6 Gathering Storm

le prime sfide che ci si trova ad affrontare riguardano i cosiddetti eventi naturali, ossia eruzioni vulcaniche, tempeste (desertiche o oceaniche), tornado, gelate improvvise e inondazioni. Ora quando si fonda una città bisogna tenere conto di nuovi fattori, come la vicinanza di un cratere attivo, o la possibilità che i fiumi vadano in piena e allaghino i terreni circostanti. Da notare che non quasi tutti i disastri naturali, tornado a parte, hanno sia aspetti positivi che negativi: ad esempio le inondazioni possono rendere più fertili i terreni, mentre le eruzioni possono far emergere nuove risorse. Detto questo, delle nuove icone mostrano i rischi che corrono le singole caselle, mentre la nuova cartina climatica permette di valutare le probabilità di tempeste, gelate e quant'altro. Ovviamente sono state introdotte anche delle nuove tecnologie per contrastare alcuni degli eventi naturali, come le dighe per regolare il corso dei fiumi o le barriere costiere per contrastare la crescita dei mari. Comunque sia nella parte iniziale del gioco, diciamo dalla fondazione della civiltà fino all'epoca industriale, Gathering Storm sembra avere un'influenza limitata sul gameplay. Ovviamente ci si accorge delle novità, che vengono sottolineate in diversi modi (notifiche, piccole animazioni e così via), ma la verità è che l'espansione prende forza soprattutto nella parte finale quando cioè le civiltà sono sviluppate abbastanza da estrarre le nuove risorse consumabili e il clima inizia a destare maggior preoccupazione.

Cambiamenti climatici e disastri naturali

Per capire meglio come funziona Civilization 6: Gathering Storm, raccontiamo un paio di situazioni che abbiamo vissuto in prima persona, la prima a circa metà gioco, la seconda nella parte finale della stessa partita (impostata a livello di difficoltà massimo, su di un mondo enorme e sulla durata Maratona). Shaka e il suo popolo, gli Zulu, sono in una situazione critica: la siccità ha messo in ginocchio l'economia di alcune delle sue città maggiori, che per qualche turno hanno prodotto meno cibo di quanto necessario inibendo la crescita della popolazione. Ad aiutare Shaka sono però intervenute le nazioni unite che hanno avviato una gara di solidarietà in cui tutti i popoli hanno fatto offerte economiche agli Zulu nel tentativo di risollevarne le sorti. Contemporaneamente si è anche deciso di tassare maggiormente la produzione di truppe militari, per frenare le mire espansionistiche degli Ottomani e degli Zulu stessi, con questi ultimi che hanno dichiarato guerra a mezzo mondo per combattere la crisi interna. I due non erano d'accordo, ma spendendo i giusti punti influenza siamo riusciti a ottenere il voto del resto dei componenti del consiglio, rallentando le manovre militari di tutti, noi compresi.

Civilization 6 Gathering Storm2

Nella seconda situazione ci troviamo ormai nel ventesimo secolo. Tutte le risorse consumabili, una delle novità introdotte da Gathering Storm, sono estraibili, le città sono ormai tutte illuminate dalla corrente elettrica, gli ingegneri militari hanno reso più efficiente le reti di comunicazione e le città costiere hanno porti e canali che aumentano lo sfruttamento del mare. Le riserve di carbone, petrolio e delle altre risorse consumabili stanno creando conflitti tra le nazioni, soprattutto lì dove sono posizionate in zone confinanti; i membri del congresso sono sempre più litigiosi e per far passare dei provvedimenti bisogna spendere sempre più punti influenza. Nel frattempo è entrato in gioco l'altro fattore fondamentale di Gathering Storm: il clima. Come descritto, nella prima parte del gioco il clima ha un'influenza relativa sul gameplay, manifestando i suoi effetti in modo estemporaneo, quasi fossero dei piccoli eventi extra comunque indifferenti al flusso di gioco stesso. Quando si iniziano a scavare le risorse e le città diventano delle cattedrali del consumo piene di gente viziata e incapace di qualsiasi forma di continenza (si scherza, ma non troppo), il clima inizia a destare maggiore preoccupazione: il pianeta si surriscalda, i deserti avanzano, i ghiacciai si sciolgono e il mare inizia a reclamare le coste rendendole inutilizzabili.

È in quel momento che il gioco cambia, ossia che il nuovo livello di complessità introdotto da Gathering Storm si manifesta con maggior vigore differenziando l'esperienza di gioco rispetto a quella originale. Se ad esempio i disastri naturali possono mettere in ginocchio la popolazione, ma possono anche rinfrescare alcuni territori, aumentandone la fertilità o la produttività e svelando nuove risorse, gli eventi legati all'industrializzazione, come gli incidenti nelle centrali nucleari, hanno effetti devastanti sui territori e sull'ecologia stessa, finendo per alterare profondamente la morfologia dei continenti.

Vittoria diplomatica

Uno dei lati più interessanti di Civilization 6: Gathering Storm riguarda i modi con cui contrastare i cambiamenti climatici, che ricordano moltissimo alcuni dei temi più dibattuti a livello politico ed economico dei nostri tempi. Sostanzialmente il gioco sembra suggerire che una singola civiltà non può contrastare da sola un problema che riguarda l'intero globo e, rispetto al gioco base, oltre a dare un maggior peso alle tecnologie che consentono di affrancarsi dallo sfruttamento di alcune risorse, come quelle legate all'energia solare, dà più importanza anche alla sfera politica, con la possibilità di influenzare il congresso che diventa essenziale per ottenere la nuova vittoria diplomatica.

Civilization 6 Gathering Storm3

Se si vuole portare avanti un'agenda politica particolare, bisogna tenere in considerazione la situazione politica mondiale e bisogna lavorare per diventarne gli attori principali. Fare favori alle altre nazioni, creare alleanze, prendere il controllo di un gran numero di città stato, vincere le competizioni con le altre civiltà, ad esempio per ottenere i premi Nobel, sottoscrivere accordi di pace e quant'altro, sono tutti modi per guadagnare punti influenza (o favore) e indirizzare le decisioni collettive, che diventano più determinanti di turno in turno. Concludendo, dalla nostra prima prova abbiamo constatato che Gathering Storm è un'espansione che sembra pensata per modificare le fasi finali delle partite, formata com'è da un nuovo set di regole che rimane per la gran parte latente per molti turni fino a quando non esplode aumentando il livello di complessità dell'intero gameplay. Vi sapremo ridire in fase di recensione se vale la pena o meno acquistarla.

Provandola, Civilization 6: Gathering Storm ci è sembrata un'espansione ricca e curata. Come specificato più volte nel testo, dà il meglio di sé nelle fasi finali del gioco, ma offre comunque una buona quantità di contenuti supplementari, tra civiltà inedite, scenari ed eventi, da essere un acquisto potenzialmente imprescindibile per gli appassionati del gioco. Appuntamento alla recensione.

CERTEZZE

  • I nuovi contenuti rendono più complessa la parte finale delle partite
  • Gli eventi climatici sono una buona aggiunta

DUBBI

  • I nuovi contenuti saranno sufficienti a giustificare il prezzo di acquisto?