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Diario del Capitano

DIARIO di La Redazione   —   01/06/2003

Diario del Capitano

Qualche giorno fa mi è stata passata una comunicazione molto forte di un utente scontento del nostro sistema di download con coda.
Per chi sta leggendo questo scritto senza aver provato mai ad accedere alla nostra Area Files (improbabile ma possibile), voglio introdurre il meccanismo, prima e dopo la nascita dell'area Premium.
Prima del 20 dicembre 2002, chiunque in modo anonimo poteva scaricare files. Sarebbe corretto dire avrebbe potuto, in quanto i posti disponibili erano centocinquanta e superata tale soglia un magro e misterioso errore di Internet Explorer avrebbe segnalato l'impossibilità di procedere. Quindi, l'unico sistema di poter arrivare al desiderato download era cliccare come disperati sul link sperando che un posto si fosse magicamente liberato. I meno esperti ovviamente, ignorando questa limitazione, tecnicamente comprensibile, attribuivano il problema ad una incapacità degli amministratori di gestire il sistema.
Siamo dunque giunti, in quel periodo, a due conclusioni. La prima, che l'unico modo di spiegare a chiunque il problema del download fosse un sistema di coda un po' come al supermercato - strappi il biglietto, vedi il numero, ti metti in fila e aspetti. La seconda, che chi fosse stato disponibile a sostenere la struttura con una qualche forma di sottoscrizione, sarebbe stato messo nella possibilità di saltare la coda.
Coda e anticoda sono stati dunque i due antibiotici utilizzati per curare un problema di fondo: l'impossibilità di servire tutti bene, gratuitamente e subito.
C'è un problema emerso successivamente all'introduzione del sistema di coda: l'odio viscerale dell'italiano per l'ordine e la fila. E' in questa incapacità dell'italiano medio di aspettare il proprio turno, arrovellandosi nel tentativo di fottere il posto al povero inconsapevole (secondo lui) che gli sta di fronte, che il nostro sistema di download ha il principale point of failure. Si basa cioè su un principio rifiutato di base da quasi chiunque.
E' in questo aspetto (che avevo accennato nel diario di sabato scorso) che l'italiano si differenzia dall'americano: il successo di un'iniziativa negli Stati Uniti si misura dal numero di persone in coda; il successo di un'iniziativa in Italia lsi misura dal tempo che resiste nonostante tutto. Cosa fa un italiano medio quando trova la coda? Ripassa nella speranza di attendere di meno. Sarebbe in grado di ripassare decine di volte pur di saltare la coda, non rendendosi conto che così facendo, nove volte su dieci, butta via più tempo.
Saremo pazzi noi italiani che evitiamo le file come il diavolo, o saranno pazzi gli americani che ritrovano nella coda il significato primario dell'ordine?
Fatto sta che quel nostro lettore che ha dato il LA a questo diario ha delirato di propositi truffaldini, di una ricorrenza matematica sospetta nel procedere della coda e di una mancata nostra trasparenza nel sistema adottato.
E' vero caro lettore. E' troppo democratico, troppo ordinato e troppo semplice per crederci. Meglio stare ammonticchiati di fronte allo sportello pronti a rispondere tutti insieme "IO!" alla domanda "Chi è il prossimo?".

Prima di chiudere voglio dare il mio personale benvenuto a Simone Faré e Paolo Simonazzi, emersi dalla comunità di Multiplayer.it con la loro soprendente striscia settimanale "Follow the Rabbit" liberamente tratta e ispirata da Matrix e dal mondo, il nostro, che ci circonda. Un'ottima prova di come due persone possano produrre qualcosa di veramente valido, divertente e professionale. Benvenuti nella squadra!

Andrea Pucci, editore Multiplayer Network

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