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Diario del Capitano

DIARIO di La Redazione   —   23/06/2003

Diario del Capitano

Oggi è lunedì, e mentre L'Industry si risveglia dall'italico torpore che fa di ogni weekend un letargo, soprattutto quando vige l'ora legale e la temperatura sale sopra i 25 gradi, si può spaziare in riflessioni e considerazioni generiche su come evolve (o involve) il mondo all'interno del quale ci muoviamo.
Si rifletteva giusto in questi giorni, in compagnia di amici anch'essi appassionati di videogame, su come le cose cambino continuamente, di come l'industria dell'intrattenimento videoludico sia in continuo fermento. Non tanto in merito alla quantità delle produzioni, comprensibilmente latitanti nel periodo estivo, quanto alla continua trasformazione, che ne avvicina le modalità operative sempre di più a quelle di ambienti per certi versi analoghi ma più consolidati. Il paragone più ricorrente, oggi, è quello con l'ambiente discografico, per tutta una serie di motivi. In effetti, riflettendoci, le analogie sono notevoli. Prima di tutto, nei videogames si è ormai delineata, come in musica, una sorta di specializzazione degli appassionati, che di solito hanno uno o più generi preferiti (cito esempi come Metal e Hip Hop in musica e FPS e RPG nel videogame, ovviamente giusto per chiarire).
Un altro aspetto, decisamente più inquietante, la spaccatura che si sta creando fra quello che è "commerciale" e quello che invece è una vera produzione di qualità. Capita molto spesso, osservando le classifiche di vendita, di trovare notevoli discrepanza fra i risultati di vendita di Videogiochi con la "V" maiuscola e di semplici operazioni commerciali. Il motivo è molto semplice, e anche in questo c'è un'analogia fra i due mondi. Il motivo di questo è che non c'è identità fra il mondo dei videogiocatori appassionati e quello di chi compra videogames. Perchè a volte, per risollevare le sorti di un gioco non proprio eccelso, sono sufficienti un paio di passaggi televisivi o qualche bella esposizione di testata in un grande magazzino. Un meccanismo commercialmente perfetto, talmente funzionante che, dopo anni di compilation e gruppi prodotti perchè pupilli di questo o quel discografico, non è un mistero per nessuno che l'ambiente discografico stia vivendo un momento tutt'altro che dorato. In un certo senso la mia percezione è che parte del nostro lavoro sia anche quello di prevenire che questo accada. Educare le persone ad una scelta critica dei videogiochi, per evitare che un acquisto non felice allontani nuovi potenziali giocatori, aiutare chi sta dall'altra parte della barricata a fare scelte sempre più improntate sulla qualità. Crescere inisieme insomma, per dare la giusta dignità a quello che amiamo, senza lasciare che venga ridotto a un mero fenomeno commerciale.

Massimiliano Monti, responsabile editoriale area PC.

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