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Diario del Capitano

DIARIO di La Redazione   —   09/07/2003

Diario del Capitano

Dalla banalità di tutti i giorni, a volte, nascono spunti interessanti. Un fatto non quotidiano ma normale, come la rottura di un mouse, può mettere in moto esperienze interessanti.
Prima di partire devo fare un'ammissione: sono molto abitudinario nell'uso delle interfacce. Uno di quelli che potesse si porterebbe dietro la sua tastiera e il suo mouse per intendersi. Il primo pensiero, quando la periferica (di un noto costruttore) mi ha abbandonato dopo quattro anni di onorato servizio è stato: "pazienza,lo sostituisco". E qui è stato durissimo constatare di persona quanto idea e azione siano separati da una serie di non-idealità.
Iniziamo con la cosa che ogni buon utilizzatore di computer fa: si monta il mouse di ricambio e si procede con la ricerca online presso il sito del noto costruttore. Perfetto il nostro mouse è a catalogo. Una volta calcolati in media i tempi di consegna nei vari shop disponibili, si constata che forse conviene cercarlo presso un punto vendita, anche perchè il "tretastibulk" che ci fa da backup inizia a creare fastidiose senzazioni alla mano destra. Sono un abitudinario, e oramai la mano aveva preso la forma della vecchia periferica.
Il Punto vendita. Ci si potrebbero scrivere altri diari, ma comunque il risultato finale è che, miracoli della stock rotation, trovare una specifica periferica, fra prodotti esauriti e in riordino è una piccola impresa. Ormai è una questione di principio. Finalmente trovo quello che mi serve. Alcuni piccoli dettagli sulla scatola sono cambiati, ma tant'è, il packaging va rinfrescato (quando sarò grande capirò, forse, il motivo per cui un mouse debba essere venduto in una scatola da mezzo metro cubo). Per il resto tutto a posto. Fino all'arrivo a casa. Perchè il Prodotto 123 che possedevo io non corrisponde all'attuale Prodotto 123. Sono molto simili, ma sono state apportate alcune modifiche, evidentemente nel tentativo di migliorare l'ergonomia. Ma io sono un abitudinario, e la mia mano mal si adatta alle congetture ergonomiche dei designer. Dettagli, particolari, è vero. Ma che fanno pensare all'estrema mobilità del nostro mondo, dove le certezze sono davvero poche. Sono un abitudinario, e probabilmente è un atteggiamento fuori moda. Ma in montagna ero solito usare un coltello del tutto identico a quello che usavano i miei avi, pur avendolo acquistato negli anni '90 (di questo secolo). Le forme delle piccole cose con cui abbiamo a che fare tutti i giorni hanno un'importanza tuttaltro che marginale. Va benissimo, anzi, probabilmente dovremmo ringraziare chi si impegna per raggiungere la forma ottimale. Ma l'ottimo, in termini di ergonomia, è un concetto troppo soggettivo. Piuttosto che si facciano diverse versioni, in modo da non deludere i maniaci come il sottoscritto che si erano "fidelizzati" su di una forma. Comunque sono convinto che anche il nuovo Prodotto 123 sarà soddisfacente, una volta abituato.
E in quel preciso momento, prima di ulteriori restyling, ne comprerò uno scatolone. Non si sa mai...

Massimiliano Monti, responsabile editoriale area PC.

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