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Diario del Capitano

DIARIO di La Redazione   —   16/07/2003

Diario del Capitano

Ogni tanto la Mannaia della giustizia fa saltare qualche testa anche nel mondo dorato dell'Industry. Ogni tanto, probabilmente, qualche alto papavero si sveglia dal torpore che lo avvolge da quando ha riscattato le sue stock option nel 2000 e si mette a guardare quello che gli succede intorno. E si rende conto che i rerport che gli vengono portati giornalmente, studiati ad arte per costituire una quantità di materiale fisicamente illeggibile e tantomeno comprensibile (e che conscio di questo fatto mai e poi mai si è sognato di aprire) hanno un solo significato, chiaro come il sole: le caldaie non pompano piu, l'acqua è poca ossia scarseggia, la barca cola a picco, il tetto va a fuoco, i nemici sono alle porte, i Barbari sono calati. O, per dirla a modo loro, "il trend non è più in crescita". Traduzione, le cose non vanno più bene come una volta, oppure i relatori sono diventati meno bravi a buttare fumo negli occhi al direttivo. Così l'alto papavero di cui sopra, vedendo i benefit aziendali volare via in un pensiero di disneyana memoria, decide di andare a fondo, di indagare di capire cosa c'è che non va. "E' il mercato." - Pensa - "E' la crisi". "Colpa della siccità, della carestia, delle piaghe d'egitto, della situazione internazionale, della guerra fredda, delle cospirazioni, degli alieni che si sono infiltrati fra di noi".
Mentre pensa a tutte queste cose ha bisogno di aria. Esce per la strada, fra i negozi, fra la gente comune che cammina serena, ignorando la minaccia globale che pende sulla testa di tutti, ignorando il fatto che sta succedendo qualcosa di grave, di talmente grave che i suoi videogiochi non vendono più.
E Mentre cammina, proprio li, nella postazione di un grande magazzino, eccolo, il frutto di mesi, anni di lavoro, la summa delle qualità umane, il loro ultimo prodotto. Colto da un attimo di paterna commozione, l'alto papavero si avvicina alla sua creatura: come è cresciuta dall'ultima volta che l'ha vista, da quella pre-alpha da cui sono passati mesi. A dire il vero, però, non sembra poi cresciuta così tanto, ma si sa, alla perfezione non si può aggiungere molto. Proprio in quel momento, un ragazzino alto poco più della metà del nostro papavero si avvicina alla postazione con fare curioso e comincia a giocare. Solo anni di allenamento a una composta impassibilità aziendale impediscono a una lacrima di commozione di scendere dalla guancia del nostro eroe. Il ragazzino si avvicina, agguanta i controlli e dopo pochi minuti di concitata azione si allontana stizzito, lasciandosi dietro una frase fredda e pesante come una nuvola invernale: "Uffa, è uguale a tutti gli altri". L'alto papavero si avvicina circospetto alla postazione. Li, in mezzo alla gente, in mezzo a tutti. E gioca. E il dubbio diventa certezza. La nuvola pesante è diventata un nembo temporalesco che lo avvolge mentre ritorna in ufficio, sale le scale, butta il cappotto e passando ordina alla segretaria di portarle una copia del gioco, di tutti i prequel e l'organigramma del team che ha seguito il progetto. E gioca di nuovo. Per ore e ore, saltando fra gli episodi, i livelli, le piattaforme. Il nembo adesso è un vero e proprio temporale, che presto, come Zeus dalla cima dell'Olimpo, scaglierà i suoi fulmini...
Il resto è storia passata, o attualità, a seconda di chi avete pensato.
Dice il saggio: Ogni volta che la nebbia si dirada, l'esercito inoffensivo perde un generale.

Massimiliano Monti, responsabile editoriale area PC.

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