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Diario del Capitano

DIARIO di La Redazione   —   20/09/2003

Diario del Capitano

Un sabato di molti anni fa uscii di casa con la ferma intenzione di andare a vedere il seguito di un film di fantascienza che aveva tormentato le mie notti insonni di aspirante cybernauta. La domanda era interessante: e se l'intelligenza artificiale prendesse il predominio su quella umana?
Non ero stato convinto da tanta pubblicità ma solo dal ricordo del primo episodio di quella che sarebbe diventata una trilogia: un robot che torna indietro dal futuro per uccidere la madre dell'uomo (non ancora nato) che trent'anni dopo circa avrebbe guidato con successo la resistenza umana.
Ero talmente curioso di sapere come "sarebbe andata a finire" che mi recai al cinema da solo pur di non perdermi Terminator 2. E' stato l'unico film ad attrarmi a tal punto di non cercare nessuno con cui andarci pur di vederlo subito.
La soddisfazione fu ovviamente enorme, data la consistenza del secondo episodio: più azione, più effetti speciali, più tempo, più storia. Incredibilmente la conclusione non lasciava aperte nemmeno altre ipotesi: testimoni, tracce, tutto sparito.
Per anni quindi l'attesa di Terminator 3 è stata vana. Non ci sarebbe dovuto essere un Terminator 3. Poi si cominciò a vociferare di un film ambientato nella Terra post-atomica, in quel futuro tanto combattuto nei primi due episodi di Terminator. James Cameron il regista, budget miliardario. Eccitazione massima.
Improvvisamente, cambio di scena: non più J.Cameron come regista, la traccia originale cancellata e riscritta.
La storia sarebbe stata ancora la solita: un robot dal futuro che torna indietro per uccidere qualcuno. Nonostante il rischio ripetizione ieri sera non ho resistito: al cinema era uscito T3.
E così è stato. Sono andato con basse aspettative e ne sono uscito ancora più deluso. Giusto il finale con un gusto misto di ironia e romanticismo mi ha permesso di non lacrimare alla cassa per farmi restituire i soldi del biglietto. Per tutto il film ho avuto l'impressione di vedere scene già viste condite con un tot extra, comunque fuori luogo, di battute tese ad allegerire il momento, già leggero di per sè. Per non parlare del novello John Connor che fino a tre quarti del film avrei visto bene più in American Pie che in un film di pathos fantascientifico come Terminator.
Una cocente delusione che è riuscita a tagliare, come un coltello caldo taglia il burro, la "corazza di basse aspettative" che avevo indossato pur di non autostroncare il film. Che peccato.
Sorge dunque la fatidica domanda: vale la pena andare al cinema? Io so che chi ha amato i primi due episodi non rinuncerà, anche solo per curiosità, a questa visione. Non vale dunque alcun mio avviso. Ma, come si dice, uomo avvisato mezzo salvato.

E' iniziato e conclusosi in settimana l'evento Microsoft dedicato alla sua console. Le impressioni derivate mi paiono molto buone, l'X03 ha raggiunto il suo obiettivo.
La settimana prossima si apre il Tokyo Game Show, dove saremo presenti con una piccola delegazione guidata dall'homo-ubiquitus Mauro Fanelli.

Andrea Pucci, editore Multiplayer.it

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