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Diario del Capitano

DIARIO di La Redazione   —   10/12/2003

Diario del Capitano

Una delle solite notizie deliranti dal mondo reale: sembra che Rockstar sia stata accusata di crimini contro l'umanità. Detta così evoca di abomini inenarrabili, ambienti cupi e immagini al limite della follia. In realtà il tutto deriva dalla semplice frase "kill haitians" contenuta come affermazione.
Sembra infatti che il governo haitiano abbia citato in giudizio Rockstar - Take 2 perchè la frase incriminata è stata giudicata lesiva e offensiva nei confronti delle persone di origine haitiana. Come risultato di questa operazione, a partire dalle prossime produzioni, la frase incriminata sarà rimossa dal gioco, con tante scuse al governo e agli abitanti e/o originari di Haiti
La notizia da sola basterebbe già a rovinare la digestione ai più, ma vorrei fare una riflessione: quanto c'è di sincero dietro a una denucia di questo tipo e quando del tentativo di spillare "qualcosa" alla casa americana? Questo procedimento penale suona un po' come uno di quei tentativi americanissimi di arricchirsi in modo facile (o in questo caso di fare piovere qualche soldo nelle casse statali). Voglio dire, si prenda una qualunque produzione televisiva, cinematografica, videoludica o di qualunque altra natura e la si analizzi: di spunti per sentirsi offesi, lesi o in qualche modo implicati ce ne sono sempre a dozzine, ma non per questo necessariamente in cattiva fede. Molto spesso si tratta di frasi messe in bocca a personaggi negativi, o comunque inserite in un contesto particolare, in una finzione scenica. Non voglio credere che davvero basti un buon avvocato per convincere un colosso come Rockstar a ritornare sui propri passi, anche perchè una persona su due al mondo potrebbe, a ben scavare, avere di che fare causa a questo o quel film, libro, gioco, fumetto. Un po' come se il governo italiano facesse causa a qualcuno ogni volta che viene data un'immagine lesiva degli italiani: se le cose funzionassero allo stesso modo, fra mafiosi, scapestrati, immigranti come rappresentati dall'iconografia classica, ce ne sarebbe abbastanza per risanare i conti pubblici e distribuire soldi ai contribuenti al termine dell'anno fiscale.
Ma tant'è... il delirio non conosce limiti, ed ecco che il governo haitiano riesce a montare un caso (anche se di piccole dimensioni) su di una frase stupida che, in un contesto come quello di Vice City, non mi sembra che offenda proprio nessuno. Ricordiamo che il gioco è dichiaratamente a tinte forti (in america è sconsigliato ai minori di 17 anni) e che tutto sommato, se si dovesse privare di tutti i contenuti in qualche modo offensivi per chiccessia, potrebbe tranquillamente diventare il primo caso di videogame muto della storia. Non che sia un atteggiamento da difendere, ma tutto sommato Vice City mantiene sempre toni ironici, da fiction, nella quale davvero non riesco a leggerere davvero alcunchè di razzista o classista. Continuo a non avere parole davanti a queste battaglie contro i mulini a vento, per di più fatte con la precisa intenzione di montare scandali assolutamente non necessari, soprattutto a più di un anno dall'uscita del gioco. L'unico efetto che vedo nel medio termine di questa iniziativa sarà quello di una moderata corsa alle versioni 'non tagliate' da parte dei collezionisti più incalliti. Per il resto credo che sarà a brevissimo relegato nel limbo delle eccessive forzature.

Massimiliano Monti, responsabile editoriale area PC.

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