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Diario del Capitano

DIARIO di La Redazione   —   31/01/2004

Diario del Capitano

Gennaio, mese di operoso silenzio, senza clamore, ci lascia. Oggi è l'ultimo giorno di questo freddo e nevoso primo raggio del 2004, di cui non si sentirà particolarmente la mancanza, se non in periodi troppo stressanti tali da doverlo rimpiangere.
Nessun uscita significativa sugli scaffali ad allietare le serate. Non resta che girarci indietro verso il Natale appena passato e finire di giocare quello che per eccesso di proposte ludiche e difetto di tempo non siamo riusciti nemmeno ad installare.
Mi riferisco a Broken Sword 3, avventura che mi ero ripromesso di giocare fin dalla sua versione preview arrivata all'inizio dell'autunno e che purtroppo mi aveva colto in un momentaccio. Ma anche a XIII, gioco troppo sottovalutato dai videogiocatori, il cui prezzo in ultima istanza è stato ribassato da Ubisoft a 29,90€, ingiustamente direi, se confrontato con i prezzi di altri prodotti che non meritano nemmeno lo spazio che occupano sugli scaffali. Oppure potrei riprendere Prince of Persia, che avendo perso su PC e PlayStation2, si appresta ad arrivare su Xbox e GameCube.
Preso poi dalla smania del Signore degli Anelli e del bellissimo terzo episodio cinematografico, potrei concedere qualche altra ora all'omonimo videogioco di Electronic Arts, che il giorno di Natale tanto mi ha fatto divertire in multiplay.
Posso, infine, forse dimenticare Star Wars: Knights of the Old Republic? No, non posso.

Gennaio però non è finito senza avermi offerto un intervento-chicca di un rappresentante dell'associazione di consumatori Altroconsumo su Rai News 24. In poche parole Altroconsumo, in collaborazione con altre associazioni di consumatori europee, ha denunciato BMG, Warner, Sony e altri produttori per aver creato CD musicali a prova di copia, ledendo così il diritto dei consumatori a fare copie ad uso personale. L'appiglio per cui Altroconsumo vorrebbe costringere queste multinazionali a ritornare ai buoni vecchi cd copiabili mi sembra molto simile al principio di libertà espresso dal giudice del Tribunale di Bolzano (leggi qui) che ha deliberato che modificare una console fa parte del "diritto di godere pienamente dei beni acquistati". L'Italia, Paese della legalità definita da qualche politico perfino liberale, liberista e libertario, sta davvero facendo dei grandiosi passi avanti per portarsi, in termini di diritto d'autore, ai livelli di qualche Paese dell'Est Europa o del sudest asiatico. Questa combinazione, di ignorante supervisione degli organi preposti (SIAE) e di incomprensibili sentenze guidiziarie, sta producendo delle situazioni piuttosto imbarazzanti in cui la realtà che se ne percepisce è "nel dubbio, copia: è nei tuoi diritti".
Ma tanto, per fortuna, gennaio è finito.

Andrea Pucci

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