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Diario del capitano

DIARIO di La Redazione   —   14/06/2001

Diario del capitano

Di roba su cui riflettere oggi ce n'è. Mi piacerebbe fare un epitaffio alla morte annunciata di Netscape (e stavolta sul serio), ma mi piacerebbe anche parlare dei giochi in broadband. In verità di questo secondo argomento sto accumulando esperienza, anche grazie ad uno dei pochi siti che permette di giocare ad un videogioco senza possederlo veramente (il tutto in modo legale, ovviamente). Quindi, con probabilità ora farò l'epitaffio, domani, con la speranza di riuscire a concludere l'esperimento oggi, farò il resoconto di "Pucci e i broadband games".
Era il 1982. James Clark, un imprenditore di successo, fondò Silicon Graphics (o SGI, il marchio delle inimitabili stazioni per la realizzazioni grafiche ad alta qualità). Da nulla, creò una delle aziende più rappresentative della Silicon Valley. Dopo alcuni anni (era il 1994-95), lo stesso J.Clark si rese conto che il futuro del mondo non sarebbe stata la computer grafica, ma Internet. In quel tempo non esisteva Netscape, non esisteva Internet Explorer. Internet era come le famose Isole: vergine. Bill Gates nel suo famosissimo libro "La strada che porta a domani" non aveva nominato nemmeno una volta la parola magica "Internet". Sperava ancora che la rete globale sarebbe stato il suo MSN (o Microsoft Network). Si sbagliava. C'era invece chi non sbagliava.
J.Clark si liberò rapidamente di SGI, contattò gli studenti universitari creatori di Mosaic (in assoluto uno dei primi esperimenti di successo di navigazione grafica e non testuale, come la conosciamo oggi) e disse loro: "Tra pochi mesi il mondo si accorgerà di internet, abbiamo poco tempo per farcela!". In sei mesi di lavoro ventiquattrore su ventiquattro tirarono fuori Netscape. Un successo clamoroso. Mosaic scomparve, Bill Gates proclamò rapidamente lo stato d'allerta perchè qualcosa gli era sfuggito e Netscape si quotò in borsa, dando il via alla New Economy. Se oggi parliamo di E-Business, di E-Life, di E-Communities, lo dobbiamo esclusivamente a J.Clark, Nescape e alla manica di ingegneri che contribuì a realizzare il browser.
Questo succedeva appunto nel 1994-95.
La vita non è però tutta rose e fiori. Nel 1997 (mese più, mese meno), dopo oltre un anno di dominio incontrastato Netscape, Microsoft propose (non timidamente) il suo Internet Explorer.
Nel 1999 Netscape è stata comprata da America Online e da allora è stato un lento declino. Dall'80% di utenti Netscape (sul complesso dei "naviganti") si passò a 75, 60, 50, 40 e infine a meno del 20%. Di fronte a questa moria di utenti Netscape, AOL ha deciso di porre fine all'esperienza Netscape Navigator. Netscape rimarrà un portale di servizio per gli ex utilizzatori del browser.
In poche parole, Internet Explorer ha vinto.
Non mi soffermerò sulle motivazioni che hanno portato Microsoft a vincere ancora una volta, e di misura, nonostante tutto, ma solamente per testimoniare che se Netscape è uscita di scena la colpa è di noi navigatori. L'abbiamo dimenticato. Abbiamo preferito il comodo (e forse meglio supportato) I.Explorer. Un peccato.
Netscape comunque rimane il primo tentativo, il pioniere dell'epoca di internet, degli ingegneri programmatori padroni del mondo e degli imprenditori d'assalto online. Non lo useremo più, ma difficilmente potremo dimenticarlo.

P.s.: per chi si chiedesse che fine abbia fatto James Clark, posso dire che dopo aver tentato con parziale successo di fondare un'azienda hitech di servizio all'Amministrazione Sanitaria americana, si è poi gettato sul redditizio mondo degli investimenti dei nuovi ricchi della new economy. E' attualmente impegnato a realizzare questo progetto.