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Diario del capitano

DIARIO di La Redazione   —   06/10/2001

Diario del capitano

Stamattina ho almeno due argomenti di cui parlare, perciò l'intro sarà cortissima. Via, si parte.

Mi sento un zinzino (tipo termine neozelandese) emozionato nell'utilizzare la nuova interfaccia delle news, che ha talmente tante opzioni che da qualche parte dovrebbe essere nascosto il tasto di autodistruzione. Devo stare attento. Scherzi a parte, c'è veramente tutto, ora scrivere una news è diventato quasi un gesto naturale, esattamente come aggiustarsi gli occhiali. Ieri pomeriggio, se eravate da queste parti verso le 19, avete assistito al grande cambiamento. No, apparentemente ancora nulla è cambiato. Non ci sono i commenti, non ci sono features particolari. Immagino che l'update sia in due fasi e ora una pausa è d'obbligo per permettere a Swan di concentrarsi sui nuovi server. Fine argomento uno. #I1#

Secondo argomento, il private network di NGI. La pacchia è finita? No non direi. Piuttosto direi, la pacchia deve continuare, ma in modo diverso. Ragazzi, dopo tanto pessimismo sparso come il sale su questo diario, finalmente intravedo la possibilità che tutto possa andare avanti. Se non sbaglio era Tancredi sul Gattopardo che diceva "Cambiare tutto per non cambiare niente". Diciamo che è una regola che si può applicare anche in questo caso. Vi piacevano le cose com'erano prima? Allora dobbiamo cambiare tutto.
Ma in cosa consiste questo "network privato"? Molto semplice: la maggior parte dei server da gioco saranno raggiungibili solo a chi ha l'abbonamento internet marchiato NGI. Se non l'avete, si può sempre accedere con altra connessione pagando 10 euro al mese (20.000 lire). Lo staff del game server provider ci tiene a sottolineare che non è "pay for play". In effetti è più un "pay for stay alive". Del resto, se vi piace una cosa, perchè non pagarla anche un minimo? E' la stessa regola degli MP3. Il bon-ton vorrebbe che se vi piace una canzone in mp3, usciate di casa e andiate in un negozio di dischi a comprarvi il cd, altrimenti quell'autore smette di fare canzoni. Certe persone però ci prendono troppo la mano ad avere tutto e gratis, e il gratis non ha più confini.
Prendete lo SMAU. Accecato dalla Internet-mania, ho ritenuto normale che un'azienda spendesse duecento milioni per regalare gadget alla gente di passaggio di fronte allo stand, che il più delle volte non aveva la più pallida idea di chi diavolo fosse l'azienda in questione. Questi eccessi devono cambiare, a partire dagli errati concetti degli e-imprenditori prima e delle errate aspettative di voi utenti poi. Fine argomento due.