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Diario del capitano

DIARIO di La Redazione   —   23/10/2001

Diario del capitano

Ieri sera mi sono commosso. Tornando a casa ho trovato un pacco, di una ditta americana specializzata in recupero di laser games e vecchi successi, con la versione pc-cdrom, remasterizzata, ridigitalizzata e rempowerizzata di, udite udite, Dragon's Lair. Ah che soddisfazione. Ma ve lo ricordate quando con il joystick si diventava matti ad azzeccare una mossa a destra, due a sinistra e una avanti? Il pranzo di oggi sarà a base di draghi e cavalieri.
Per il resto del diario, mi affiderò ad un racconto che mi è stato mandato, che a qualcuno di voi farà sicuramente comodo.

Strutture societarie
Una società italiana ed una giapponese decisero di sfidarsi annualmente in una gara di canoa, con equipaggio di otto uomini. Entrambe le squadre si allenarono e quando arrivò il giorno della gara ciascuna squadra era al meglio della forma, ma i giapponesi vinsero con un vantaggio di oltre un chilometro.

Dopo la sconfitta il morale della squadra italiana era a terra. II top management decise che si sarebbe dovuto vincere l'anno successivo e mise in piedi un gruppo di progetto per investigare il problema. II gruppo di progetto scoprì, dopo molte analisi, che i giapponesi avevano sette uomini ai remi e uno che comandava, mentre la squadra italiana aveva un uomo che remava e sette che comandavano. In questa situazione di crisi il management dette una chiara prova di capacità gestionale: ingaggiò immediatamente una società di consulenza per investigare la struttura della squadra italiana.

Dopo molti mesi di duro lavoro, gli esperti giunsero alla conclusione che nella squadra c'erano troppe persone a comandare e troppe poche a remare. Con il supporto del rapporto degli esperti fu deciso di cambiare immediatamente la struttura della squadra. Ora ci sarebbero stati quattro comandanti, due supervisori dei comandanti, un capo dei supervisori e uno ai remi. Inoltre si introdusse una serie di punti per motivare il rematore: «Dobbiamo ampliare il suo ambito lavorativo e dargli più responsabilità».

L'anno dopo i giapponesi vinsero con un vantaggio di due chilometri. La società italiana licenziò immediatamente il rematore a causa degli scarsi risultati ottenuti sul lavoro, ma nonostante ciò, pagò un bonus al gruppo di comando come ricompensa per il grande impegno che la squadra aveva dimostrato. La società di consulenza preparò una nuova analisi, dove si dimostrò che era stata scelta la giusta tattica, che anche la motivazione era buona, ma che il materiale usato doveva essere migliorato. Al momento la società italiana è impegnata a progettare una nuova canoa.