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Diario del capitano

DIARIO di La Redazione   —   17/02/2002

Diario del capitano

Chissà se dopo la notizia diffusa un paio di giorni della fusione di Stream e Tele+, potrò liberarmi di uno dei due abbonamenti, in seguito all'unione dei due palinsesti. Ebbene si, mi sento colpevole di aver ceduto alla tentazione, durante la prima edizione del Grande Fratello, di aver sottoscritto l'abbonamento per divertirmi, di tanto in tanto, a vedere che combinassero Taricone & co. Peccato che a metà periodo della prima edizione, una qualche forma di incompatibilità tra il Goldbox e il ricevitore Stream non mi permettessero di vedere Stream attraverso il decoder di Tele+. Complici il mio scarso tempo libero di giorno e una dose di pigrizia del fine settimana, ho pagato i due abbonamenti senza averli di fatto mai usati contemporaneamente. Solo recentemente, dopo aver passato mezza giornata tra cavi, cavetti e telecomandi, ho ripreso controllo della situazione, ma la voglia di "potare" le spese inutili si è fatta veramente forte, specie dopo la delusione del Grande Fratello 2 e dello scarso appeal dei suoi inquilini. In mio aiuto non sono venute le condizioni capestro dei contratti delle due pay-tv in via di fusione che non permettono di rinunciare al servizio prima della scadenza dell'anno. E non del primo anno, ma del mese di sottoscrizione anche di quelli successivi. Poniamo infatti che io avessi sottoscritto (cosa che ho fatto) Stream nell'ottobre del 2000 e volessi disdire ora il contratto: impossibile, devo aspettare ottobre 2002. Stessa cosa vale ovviamente per Tele+. Qui addirittura è ancora più divertente: ho chiamato per potare via due canali accessori che per errore sottoscrissi al momento dell'abbonamento. Quindi non l'intero abbonamento, ma solo i canali accessori. Impossibile, anche quelli, solamente con Raccomandata A.R. e alla scadenza del contratto. Alla faccia della snellezza delle procedure.
Personalmente trovo questi cavilli un sotterfugio inutile per mantenere i clienti, dato che un cliente dovrebbe rimanere per la sua soddisfazione di esserlo, non perchè legato ad un contratto capestro. E' un po' come non concedere il divorzio ad un coniuge che lo vuole a tutti i costi: a che serve rimanere insieme sotto lo stesso tetto se non c'è più desiderio di rimanerci? Ecco rimanere cliente per forza mi disturba. E mi costa.