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Escape from Paradise City - Provato

La strada è il nostro regno e il quartiere il nostro impero. Siamo pronti a morire per difenderlo.

ANTEPRIMA di Simone Tagliaferri   —   04/10/2007
Escape from Paradise City - Provato
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Visuali

Ovviamente una gang che si rispetti non ha solo una funzione passiva. Volete conquistare una zona? Se non volete essere fatti a brandelli dovete per forza contare sull’aiuto dei vostri uomini, cosa tanto più vera quando si guida il terzo personaggio, Boris Chekov, che non ha grandi doti in combattimento ma che può contare su un carisma notevole. Per ordinare l’assalto di una zona, basta selezionarla sulla mappa e premere il tasto blu nella parte alta della finestra. In questo modo ordinerete a tutti i membri della gang posizionati nelle zone limitrofe, di convergere nella zona da conquistare.
Ma torniamo al nostro Porter, che abbiamo lasciato da solo all’inizio della sua avventura. I primi passi da compiere permettono di prendere confidenza con l’interfaccia e con le diverse opzioni disponibili. In effetti Escape from Paradise City può essere giocato in due modi diversi: con una visuale a volo d’uccello, in cui il personaggio è controllabile solo con il mouse, o con una visuale alle spalle del personaggio, in cui i controlli diventano diretti. In entrambi i modi siamo riusciti a giocare alla perfezione, ma va segnalato con la visuale a volo d’uccello è più semplice tenere sotto controllo la situazione, soprattutto quando si hanno tanti uomini da gestire, mentre con il controllo diretto diventa più semplice gestire il personaggio principale, soprattutto nelle fughe. I combattimenti, con qualsiasi visuale, si svolgono nello stesso modo: si seleziona un nemico e lo si attacca premendo il tasto destro del mouse su di esso. Basta premerlo una volta sola e poi il personaggio continuerà ad attaccarlo. L’intervento del giocatore nella mischia riguarda l’uso delle abilità e la gestione dei movimenti. Insomma, i combattimenti risultano essere un misto ben riuscito tra un sistema a turni e uno in tempo reale, in cui vanno considerate molte variabili (quantità di nemici, tirapiedi a nostra disposizione, loro abilità e altre ancora).

volete conquistare una zona? Se non volete essere fatti a brandelli dovete per forza contare sull’aiuto dei vostri uomini

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Porter si rivela un personaggio ottimo in combattimento e conquistiamo la nostra prima zona senza difficoltà, studiando nel frattempo come funziona la componente GDR. Le meccaniche base sono quelle standard: uccidendo nemici si acquistano punti esperienza con cui salire di livello e ottenere punti extra per le caratteristiche; ogni personaggio è dotato di abilità proprie che sono migliorabili seguendo una struttura ad albero; gli oggetti si ottengono risolvendo quest secondarie (assegnate dai classici personaggi con il punto esclamativo in testa), uccidendo i nemici o frugando dentro alle valigette sparse sulla mappa; le armi migliori sono utilizzabili solo se un personaggio raggiunge alcuni prerequisiti (come gli action-GDR insegnano). Nulla di nuovo sotto il sole, insomma. Oltre alle abilità di classe, ci sono anche delle abilità acquistabili che potenziano i personaggi in combattimento, come ad esempio la possibilità di sparare una scarica di colpi in sequenza rapida o quella di mirare alla testa dei nemici per fargli più male.

Escape from Paradise City - Provato
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Pubblicità in-game

Sin dai primi momenti di gioco è possibile trovare dei cartelli pubblicitari, appesi alle pareti dei palazzi, che fanno riferimento a prodotti e ad aziende reali. Ad esempio abbiamo trovato il manifesto pubblicitario di Runaway 2, che si alternava con quello di Loki sullo stesso cartellone. Sicuramente più interessanti sono però le pubblicità di prodotti che centrano poco con il mondo dei videogiochi. Se i cellulari della Nokia possono anche avere una qualche attinenza con l’universo videoludico, un noto sito di prodotti di bellezza risulta abbastanza alieno, seppur appropriato nel dare alla città una maggiore vitalità.

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Pubblicità in-game

Ovviamente ce ne sono altre di poco attinenti, ma non ci mettiamo ad elencarle tutte altrimenti bisogna dedicargli un articolo a parte. Immaginiamo, comunque che se Escape from Paradise City ha trovato così tanti sponsor, un titolo importante come GTA IV non faticherà a vedere i palazzi della sua città tappezzati da ogni genere di prodotto. Speriamo che le pubblicità all’interno dei videogiochi siano inserite soltanto in titoli in cui non snaturano gli scenari ma, anzi, paradossalmente li rendono più “realistici”. In fondo non esiste una città che non sia tappezzata da migliaia di pubblicità più o meno invasive, mentre un mondo pieno di draghi e cavalieri, in cui venisse pubblicizzata un’assicurazione per l’auto, farebbe storcere il naso un po’ a tutti.

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Escape from Paradise City - Provato
Escape from Paradise City - Provato

Angel e Checov

La prima sezione con Porter passa piuttosto velocemente, senza troppi intoppi, nonostante i nemici ci abbiano dato del filo da torcere in più di un’occasione. Arriviamo così a controllare il secondo personaggio, Angel Vargas, leader di una piccola gang specializzata nel combattimento corpo a corpo. Anche lei si rivela una tipa tosta, nonostante il poco carisma che rende problematico “affittare” un tirapiedi personale. Le sue doti fisiche, comunque, ci hanno permesso di prendere il controllo delle tre zone necessarie per completare la sua prima sezione in men che non si dica. Le differenze rispetto a Porter ci sono e si vedono: in primo luogo Angel utilizza armi completamente diverse, tutte orientate alla rissa; in secondo luogo ha abilità molto differenti. Insomma, utilizzando entrambi ci si rende velocemente conto della necessità di utilizzare tattiche differenti per affrontare le gang.

il personaggio che, comunque, richiede l’approccio più tattico al gioco, risultando completamente differente dagli altri, è il già citato Boris Checov

Angel e Checov

Ad esempio, rimanendo sul terreno del confronto, con Porter è molto più semplice attirare singoli banditi in combattimento evitando di essere soverchiati da un numero cospicuo di avversari, mentre con Angel le risse contro più nemici sono all’ordine del giorno ed è molto più difficile evitarle (spesso è impossibile). Il personaggio che, comunque, richiede l’approccio più tattico al gioco, risultando completamente differente dagli altri, è il già citato Boris Checov, agente corrotto che sfrutta la sua posizione per coprire dei traffici illeciti e che risulta essere debolissimo in combattimento. Basta un avversario ben armato per mandarlo al tappeto. È proprio con lui, quindi, che si capisce appieno il lato gestionale di Escape from Paradise City, dando alle limitate risorse disponibili e alle gang affiliate l’importanza che meritano. Va rilevato che guidando Checov la difficoltà aumenta esponenzialmente, visto che tutto quello che riesce naturale agli altri due personaggi (massacrare i nemici, anche in solitaria) per lui è un’impresa titanica. Gestire le risorse è comunque molto divertente… nonostante ci sia capitato, durante alcune partite, di esaurirle completamente, trovandoci in un vicolo cieco che ci ha costretto a ricominciare la sua sezione. Speriamo che nella versione definitiva del gioco questo problema venga risolto.
Ci siamo accorti di non aver parlato per niente del lato tecnico. In realtà non c’è molto da dire, visto che Escape from Paradise City è, da questo punto di vista, molto convenzionale. L’aspetto visivo è buono, anche se sembra non reggere il confronto con prodotti più recenti. Alcuni elementi, come gli effetti atmosferici, hanno presentato qualche problema di visualizzazione che, comunque, nelle versioni preview possono anche starci. Quindi non ce la sentiamo di descriverveli nel dettaglio per poi magari scoprire che sono stati sistemati nella versione definitiva (certo, se non li sistemano nella recensione li conciamo per le feste). Bello, infine, lo scorrere della giornata, con le ombre che si muovono in base alla posizione del Sole.
Insomma, per concludere, Escape from Paradise City si preannuncia come un titolo profondo e molto articolato, sicuramente da tenere d’occhio.

Escape from Paradise City - Provato
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Escape from Paradise City sarà disponibile su PC.

Dagli autori di Gangland arriva un mix tra un gioco di ruolo, un RTS e un gestionale che ci mette nei panni di tre agenti della National Security Agency (NSA) in incognito, pronti a tutto per ottenere il controllo di Paradise City, una metropoli vasta e caotica in cui ci sono tanti criminali quanti cittadini comuni. Ovviamente l’obiettivo principale è quello di riuscire ad infiltrarsi tra le maglie della criminalità locale così da riuscire a decapitarla. La versione quasi definitiva arrivata qui in redazione ci ha permesso di provare ampiamente il prodotto, prova che ha messo in luce alcune ottime idee.
Iniziata la campagna ci si ritrova in una delle zone della città con uno dei tre agenti, un certo Nicholas Porter, ex-rapinatore di banche assoldato a forza dalla NSA. Porter è un personaggio abile con le armi da fuoco, cosa che lo rende ottimo in combattimento. Il nostro scopo è quello di riuscire a prendere il controllo di tre aree della zona in cui ci troviamo. La mappa in alto a destra ci aiuta ad orientarci, mostrandoci gli obiettivi primari e quelli secondari, oltre che tutte le locazioni di una qualche utilità, come ad esempio i negozi in cui comprare armi o i bar dove assoldare tirapiedi. Non dimentichiamo inoltre che, sempre grazie alla mappa, è possibile individuare la locazione dei membri delle varie bande locali.
Le aree possono avere diverse colorazioni, a seconda della banda che le controlla. Per prendere il controllo di un’area neutra o già occupata da una gang bisogna arrivare dal leader dell’area e dargliele di santa ragione, convincendolo a lavorare per noi. Quando lo si è convinto bisogna parlargli per spedirlo a convertire tutti gli esercizi commerciali sottomettendoli così al nostro controllo. In questo modo diventa possibile acquistare armi, accumulare soldi provenienti dalle attività illecite, avere accesso al bar e, soprattutto, formare una vera e propria banda con cui tenere il quartiere sotto controllo. Quest’ultimo aspetto è importantissimo da tenere in considerazione e diventa sempre più importante con l’avanzare nel gioco. Una banda può essere formata da quattro tipi di membri: lo specialista delle armi da fuoco, il picchiatore, la guaritrice e lo scout. L’unico soggetto su cui valga la pena spendere qualche parola è lo scout, visto che gli altri sono piuttosto limpidi nella loro funzione. Quest’ultimo altro non fa che andare a cercare i nemici per segnalarne la presenza alla gang, in modo che gli altri possano affrontarli. Il suo ruolo diventa fondamentale soprattutto in fase difensiva, quando gli attacchi arrivano da più fronti.