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Hands-on Prisoner of War

Lewis Stone, capitano e pilota americano, viene catturato e rinchiuso in un campo di prigionia nazista di massima sicurezza. Toccherà a voi salvargli la pellaccia e scoprire quale mistero viene celato nel leggendario Castello di Colditz.

ANTEPRIMA di La Redazione   —   16/05/2002
Hands-on Prisoner of War
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Lewis Stone come Solid Snake?

Protagonista di Prisoner of War è il capitano Lewis Stone, pilota americano inviato nel cuore dell'Europa durante la seconda guerra mondiale ad investigare su misteriosi avvenimenti verificatisi in alcuni campi di prigionia tedeschi. L'aeroplano di Stone viene però abbattuto e il nostro eroe (lui ancora non sa di esserlo :) ) catturato e condotto in un sorvegliatissimo campo. Qui, insieme ad altri prigionieri delle forze alleate, cercherà di organizzare una clamorosa fuga che lo porterà a scoprire i segreti del Nazismo che appaiono celati nel leggendario Castello di Colditz. Quest'ultimo, fortezza inespugnabile situata in cima ad una rupe nel bel mezzo della Sassonia, è stato considerato per tutto il secondo conflitto mondiale la prigione tedesca più sicura, da cui molti hanno provato a fuggire ma ben pochi sono riusciti nell'impresa. Come ho già chiarito, scopo del gioco è scappare, non aspettatevi quindi un action game tutto fuoco e violenza perchè, come l'esperienza ci insegna, non c'è miglior fuga di una fuga silenziosa. Detto questo è abbastanza semplice finire col paragonare POW al ben più noto Metal Gear Solid 2, gioco che della tattica (di fuga e non solo) ha fatto il proprio paradigma. Rispetto al capolavoro di Kojima non mancano però le differenze, essendo POW più votato all'esplorazione, all'avventura, che all'azione. A differenza di tanti altri giochi del genere, POW fa inoltre ben poco uso della violenza pura, non aspettatevi quindi di trovare arsenali di armi, in quanto l'unico mezzo che avrete a disposizione sarà il vostro cervello.

Hands-on Prisoner of War
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Un soggiorno da sogno in un campo di prigionia

Passando al gioco vero e proprio, POW sembra confermare tutto quanto detto in precedenza. L'avanzamento nell'avventura avviene grazie all'interazione con i personaggi che popolano i campi di prigionia. Questi ci danno informazioni su posti da raggiungere, su oggetti che ci servono e molto spesso ce ne forniscono loro stessi. Nel perfetto spirito del capitalismo, gli altri prigionieri non fanno niente senza ricevere una controparte di "currency" (valuta) in cambio che può essere costituita da sigarette, alcool e da altri beni che in un campo di prigionia valgono molto più dell'oro. Trovandoci non in un Grand Hotel ma in un campo nazista decisamente meno accogliente, ci tocca obbedire alle regole fissate dai tedeschi e quindi presentarci alla chiamata (un vero e proprio appello) mattutina e serale, mangiare agli orari prestabiliti e girare per il campo sono nelle ore di libertà. Bisogna inoltre stare molto attenti a non avvicinarsi alla temutissima "Death Line", in prossimità cioè di recinzioni, muri e di edifici "proibiti" onde evitare di essere rinchiusi al fresco di una desolata cella o, ancora peggio, di finire in ospedale a seguito delle fucilate delle guardie (e sono tante) del campo. Questo non vuole però dire che ci toccherà ricorprire il ruolo di detenuto modello, ma solo che bisognerà fare molta, moltissima attenzione a non farsi trovare in fallo. Con una buona dose di astuzia è infatti possibile scavalcare muri, penetrare negli edifici nazisti, magari spiando dal buco della serratura, circolare di notte per il campo dribblando le luci delle guardie o magari ingannandole lanciando sassi nella direzione opposta alla nostra. Tra le altre azioni disponibili è anche possibile accovacciarsi e procedere così nelle situazioni più rischiose, strisciare contro pareti ed interagire con numerosi oggetti tra cui lattine, scatole e quant'altro si trovi nell'ambientazione. Quanto appena descritto è reso con grande realismo grazie anche all'elevato livello di intelligenza artificiale di tutti personaggi, soprattutto le guardie, presenti nel gioco. Non crediate quindi di riuscire a sfuggire agevolmente al controllo dei nazisti perchè ogni vostro gesto, ogni vostra azione, verrà notata dalle spietate guardie che non esiteranno a ridurvi ad un colabrodo.

Volevamo stupirvi con effetti speciali, invece...

Sebbene la versione da me provata sia tutt'altro che definitiva, devo ammettere che mi aspettavo forse qualcosa di più dalla realizzazione tecnica. Il dettaglio grafico è certamente buono, i particolari si sprecano, ma la definizione delle texture e la palette dei colori sono tali da far storcere a volte il naso. Colpa probabilmente di XBox che ci ha viziato con i suoi effetti speciali e con texture più reali della realtà. Bisogna però ricordare che Prisoner of War è previsto anche per PlayStation 2 e PC e quindi credo che i programmatori abbiano voluto trovare un compromesso per rendere il gioco godibile su tutte le piattaforme. Il sonoro, ancora incompleto, si presenta di discreta qualità con un doppiaggio (in inglese) sufficientemente efficace e delle musiche appropriate alla situazione e ai luoghi.

Hands-on Prisoner of War
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Il 21 Giugno su XBox

Prisoner of War promette di rivelarsi un titolo dalle indubbie qualità. Il grande realismo delle situazioni e la componente tattica sembrano essere gli assi nella manica di un gioco che proverà a soddisfare la nostra propensione alla stategia più che il desiderio puro di devastazione. Per sapere se Lewis Stone riuscirà ad evadere da Colditz dovremo attendere il 21 Giugno, giorno in cui presumibilmente Prisoner of War farà il suo debutto nei negozi. In occasione dell'uscita del gioco vi proporremo una recensione più approfondita che vi consiglio di non lasciarvi scappare, a meno che nel frattempo siate arrestati e rinchiusi nel Castello di Colditz. In tal caso, non credo che ci risentiremo in futuro :).

Guerra, Nazisti e videogames...

La seconda guerra mondiale è sicuramente uno degli eventi più tragici della storia dell'umanità eppure, a quasi 60 anni di distanza, i milioni di morti, la persecuzione degli ebrei e la piaga del Nazismo ritornano quotidianamente d'attualità grazie a rievocazioni più o meno opportune. Tra queste, come non ricordare tutti i film che puntualmente ogni anno invadono le sale cinematografiche oppure, nel nostro caso, gli ancora più numerosi videogames ispirati al terribile conflitto che nella maggior parte dei casi vedono la luce sotto forma di di sparatutto in prima persona. A questo filone "bellico", appartiene di diritto anche Prisoner of War, promettente action/stealth game prodotto dai sempre più impegnati programmatori della Codemasters. A dire il vero i produttori hanno coniato per POW la definizione "Escape Adventure", perchè lo scopo del gioco è soprattutto scappare da campi di prigionia nazisti e vi assicuro che il compito non sarà così facile. Nei giorni scorsi ho avuto l'occasione di mettere le mani su una versione completa all'80/90% del gioco e, in attesa dell'uscita prevista per fine Giugno, mi accingo ad illustrarvi alcune delle caratteristiche salienti di POW.