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Le nostre mani su Sid Meier's Pirates!

"Il grande gameplay diventerà cultura per tutti e sarà in grado di divertire per generazioni"

ANTEPRIMA di Paolo Matrascia   —   06/10/2004
Il menù di gioco
Il menù di gioco
Una delle numerose schermate informative sullo stato delle nostre avventure
Una delle numerose schermate informative sullo stato delle nostre avventure

Vita da Pirata!

“Sid Meier’s Pirates!” (d’ora in poi, semplicemente Pirates) deve essere considerato più un remake che un sequel vero e proprio. Del resto già il primo Pirates può vantare una profondità ed una libertà d’azione che ancor oggi la maggior parte dei titoli può solamente sognare o quantomeno millantare, secondo gli stessi sviluppatori stravolgere il concetto di gioco poteva essere deleterio oltre che inutile.
In Firaxis hanno quindi ben pensato di riprendere le meccaniche oiginali, ammodernarle seguendo magari le tendenze del momento ed arricchirle grazie ad un paio di nuove possibilità di gioco. Fin troppo semplice a dirsi. Per i videogiocatori meno attempati ed anche per quelli con la memoria più labile ci poniamo una domanda e – Marzullo sarebbe fiero di noi - cercheremo di risponderci: cos’è Pirates? Pirates è un simulatore di vita di pirata, sotto tutti gli aspetti: da quelli spiccatamente belligeranti fino a quelli più prettamente personali. In Pirates passeremo gran parte del nostro tempo a solcare le onde del Mar Caraibico, a tendere agguati a ricchi convogli mercantili, a cercare leggendari tesori e molto, molto altro…

Pirates è un simulatore di vita di pirata, sotto tutti gli aspetti: da quelli spiccatamente belligeranti fino a quelli più prettamente personali

Vita da Pirata!

Per raggiungere questo fine Pirates s’inoltra nell’esplorazione dei più disparati generi di gioco: dal gestionale, passando per gli RPG ed arrivando fino ai Rhythm Game, cercando sempre di offrire un’esperienza di gioco il più adattabile possibile ai gusti e alle esperienze di ogni videogiocatore.

Uno dei grandi pregi di questo Pirates dovrebbe infatti risiedere proprio nelle duplici chiavi di lettura a cui il titolo può essere sottoposto. Quello che a prima vista da qualcuno potrebbe essere scambiato semplicemente per un riuscito patchwork di diversi stili di gioco, da altri potrà essere vissuto come un vero e proprio crogiuolo di non-linearità videoludica.
Prediamo ad esempio la complessa simulazione del sistema economico: sebbene la maggior parte degli utenti non potrà (o vorrà) farvi caso, è interessante notare come ogni isola dell’arcipelago digitale di Pirates abbia un proprio ciclo vitale. L’economia di ogni isola è il reale risultato dei suoi rapporti commerciali con le diverse rotte mercantili e della propria produzione interna. Il giocatore potrebbe decidere di tagliare tutte le linee di rifornimento ad una determinata colonia attaccando tutte le navi dirette verso l’isola e vederla, dopo pochi mesi, metterla letteralmente in ginocchio.

Resoconto di una prova su strada... pardon... su mare

Pirates comincia con la scelta del nostro nome e la nostra nazionalità: semplice e veloce. Purtroppo manca ogni qualsivoglia personalizzazione del nostro AlterEgo. Peccato.
Dopo la breve introduzione, dallo stile decisamente retrò, veniamo catapultati nel Mar dei Carabi nel XVII secolo e ci troviamo sull’isola dove comincerà la nostra nuova vita virtuale. Come già accennato, Pirates è caratterizzato da una struttura di gioco molto aperta che tuttavia non manca di dare al giocatore il casus belli della propria scelta piratesca. Orfano fin dalla tenera età in seguito all’irruzione di alcuni loschi figuri durante quella che doveva essere una felice riunione famigliare, il nostro personaggio, una volta diventato adulto ed entrato in possesso di un proprio vascello, avrà l’opportunità, avanzando man mano nel gioco, di entrare in contatto con una serie di persone in grado di fornirgli indizi utili a ritrovare alcuni dei famigliari rapiti durante quel tragico giorno. Con davanti un menu testuale ed una serie di diverse scelte da compiere, comincia così la nostra lunga ricerca. Potremo visitare il governatore per sentire che aria tira e magari farci affidare qualche missione in incognito, dirigerci dal mercante oppure fare un giro in taverna per assoldare il nostro equipaggio, fiutare gli affari più loschi o, più semplicemente, sentire gli ultimi pettegolezzi.
Lasciando l’isola assisteremo invece ad una visione per certi versi fumettosa e comunque molto suggestiva delle acque circostanti e, finalmente, prenderemo il controllo del nostro vascello, verso nuove avventure.

Questa sarà la sezione dove si spenderà la maggior parte del tempo, un po’ come il bighellonare digitale per le strade di Vice City è possibile vagare senza metà alcuna solcando i mari e, eventualmente, attaccando tutte le malcapitate navi che incrociano la nostra rotta.
Il sistema di combattimento navale è tanto immediato quanto divertente, non si tratta altro che di una visione tridimensionale delle due navi in lotta e dello sfruttamento del vento per trovarsi nella posizione ideale atta a scaricare tutta la potenza dei nostri cannoni e, in questo modo, far diminuire l’equipaggio e l’armamento del vascello nemico.
In caso non volessimo affondare la nave avversaria, potremo anche tentare un abbordaggio e dare inizio ad una nuova sequenza di gioco: in questo caso assisteremo ad una visione di lato del ponte della nave e dei due capitani atti a dare colpi di scherma, i cosiddetti “punti ferita” iniziali dei due capitani vengono rappresentati dalla numerosità dei rispetti equipaggi. A questo punto, utilizzando il tastierino numerico (o agendo sui pulsanti del pad a seconda della versione) dovremo premere i tasti con il giusto tempismo. Ad ogni tasto corrisponde un’azione diversa, come il saltare, l’abbassarsi o il menare un fendente.
Una volta sconfitto il capitano avversario, ci impossesseremo del contenuto della stiva e potremo anche decidere di impossessarci della nuova imbarcazione ed aggiungerla alla nostra flotta.
Il pirata più attento, tuttavia, sebbene all’inizio possa farsi prendere dall’ebbrezza del diventare un vero e proprio terrore dei mari, con l’andare del tempo capirà che farsi troppi nemici è pericoloso, soprattutto considerando che, prima o poi, dovrà toccare terra per rifornirsi di viveri e dar svago alla propria ciurmaglia. A seconda delle nazionalità delle navi attaccate, infatti, assisteremo al crescere di una taglia sulla nostra testa.

Un pezzo di Mappa del tesoro
Un pezzo di Mappa del tesoro

Oltre alle navi sarà anche possibile far sbarcare su una spiaggia il proprio equipaggio ed attaccare una città direttamente da terra, in questo caso assisteremo ad una modalità di gioco che assomiglia molto ai combattimenti a turni tipici di giochi come “Heroes of Might & Magic”.
Se per entrare in un porto la forza brutta si rivelasse infruttuosa, per la prima volta nella serie, gli sviluppatori hanno previsto l’introduzione di una sorta di modalità stealth per infiltrarsi di nascosto. La stessa modalità verrà utilizzata in caso venissimo catturati e dovessimo scappare dalla prigione dove ci tengono in cattività. Seppure lontani dalla complessità di titoli come Thief o Splinter Cell queste sezioni si riveleranno sempre divertenti e contribuiscono non poco a dare ulteriore varietà al titolo.
Ma la vita di un pirata non è solo assalti alle navi o attacchi ai fortini. Non c’è pirata senza tesoro, e non c’è pirata senza una donna in ogni porto. O quasi.
Oltre alle normali missioni affidate dai governatori o da altri personaggi incontrati nelle taverne, potremo comprare le famigerate mappe del tesoro o parti di esse: come nel più classico romanzo Stevensoniano dovremo quindi decifrarle per poi partire alla volta del luogo che immaginiamo essere descritto dalle carte di cui siamo entrati in possesso.
Entrati invece nelle grazie del governatore dell’isola verremo presentati alla nipote preferita e, come in una di clone di titoli come “Dance Dance Revolution”, verremo catapultati nel bel mezzo di un ricevimento dell’epoca e dovremo conquistare, tenendo il ritmo a passi di danza, il cuore della giovane donna. Anche in questo caso, così come in tutte le altre sezioni di gioco, faremo uso del mouse o del tastierino numerico.

Ritorno alle origini

Secondo Firaxis, è la tecnologia a dover essere utilizzata per esprimere il gameplay, non dev’essere il gameplay ad esprimere la tecnologia. Pirates esprime più che mai questa intenzione. L’intero comparto audiovisivo del titolo, pur dimostrandosi al passo con i tempi non metterà certo in difficoltà le schede grafiche comprate per giocare a Doom 3 e Half-Life 2. I grafici sono però riusciti nel regalare all’intera produzione uno stile personale e molto azzeccato, a metà strada tra l’ironia fumettosa tipica dei vecchi Monkey Island e l’avventuroso barocco dei più famosi film sui pirati.
Ad ogni azione intrapresa nel corso del gioco faranno sfondo una serie di siparietti pre-renderizzati dalla natura decisamente simpatica e piacevole. Al momento non siamo a conoscenza del numero di varianti per ogni scenetta, speriamo che siano il più numerose possibili onde evitare la noia precoce. Per ovviare alla mancanza del parlato, tutti i personaggi con cui avremo a che fare si cimenteranno in divertenti mugugni e brontolii onomatopeici dai risultati a dir poco riusciti.
Nella prova su strada da noi effettuata abbiamo avuto a disposizione la versione PC, la trasposizione per Xbox promette di non essere non un semplice porting. Gli sviluppatori hanno già dichiarato di voler concentrare tutti i propri sforzi per adattare al meglio i sistemi di controlli e talune parti del gioco.
A una nostra domanda posta direttamente a Jeff Briggs, CEO di Firaxis, riguardo le speranze di riuscire ad avere successo anche su un campo "nemico", come quello del pubblico console, ci è stato risposto: "Il primo Pirates! fu originariamente sviluppato per Commodore 64 che, a tutti gli effetti, può essere considerato una console. Pirates! è quindi da considerarsi un titolo per console, anzi, è proprio un ritorno alle origini".

In un titolo di Sid Meier non poteva mancare la Piraopedia, di tutto e di più sul mondo dei pirati!
In un titolo di Sid Meier non poteva mancare la Piraopedia, di tutto e di più sul mondo dei pirati!
Un breve scorcio della mappa di gioco
Un breve scorcio della mappa di gioco

Corsari alla riscossa

Pirates è questo e tanto altro. Un titolo vasto e difficile da descrivere, per lo meno in pochi caratteri. Nella nostra anteprima infatti, per non appesantire oltre, non abbiamo citato il sistema di miglioramento delle nostre navi e delle nostre skill e neppure il complesso sistema di missioni che dovrebbe assicurare anche ai giocatori meno esperti di avere delle motivazioni per continuare a “vivere” in Pirates! Ma sono tutti elementi che descriveremo minuziosamente in corso di recensione. Del resto questo primo vero assaggio del gioco dovrebbe già esservi servito per immaginare la vastità di questo ultimo lavoro di Sid Meier. Una vastità che, paradossalmente, potrebbe rischiare di essere presa per monotonia, quantomeno dai giocatori abituati a titoli più lineari e guidati.
La data di uscita è prevista per questo Novembre 2004 su PC e inizio 2005 per XBox , attualmente alcuni aspetti negativi – seppure marginali - ci sembrano non mancare, così come margini per seppur minori miglioramenti. Tuttavia ci conforta il sapere che lo stesso Sid Meier in questi giorni si è chiuso nel proprio ufficio per giocare e rigiocare Pirates, per trovarne i difetti e scovarne le incongruenze. A detta degli stessi sviluppatori quello che abbiamo giocato oggi sarà ulteriormente perfezionato se non addirittura stravolto sotto determinati punti di vista.
In Fireaxis stanno cercando la perfezione, non la perfezione meramente tecnica ma quella più importante, quella della giocabilità. La perfezione che rende semplici videogiochi dei capolavori, delle vere e proprie opere d’arte e che ha permesso al primo Pirates di essere ricordato ancor oggi con malinconia da tutti quelli che hanno avuto la fortuna di giocarlo.

Il 17 porta sfortuna? Secondo Sid Meier no, e neppure secondo tutti quegli appassionati che finalmente, dopo 17 anni di attesa e preghiere, potranno rigiocare a quello che da molti viene ancora considerato come uno dei migliori titoli videoludici di sempre.
Pirates è uno di quei pochi videogiochi che possono annoverarsi arte e far parte del bagaglio culturale, al pari di film e opere musicali, di centinaia di migliaia di appassionati. “Great Gameplay will become part of global culture and will be enjoyed for generations” (Il grande Gameplay diventerà cultura per tutti e sarà in grado di divertire per generazioni): questa è la frase manifesto di Firaxis che si concretizza più che mai con l’uscita di “Sid Meier’s Pirates!”.
Dopo una dimostrazione riservata a tutta la stampa europea, Atari ci ha dato l’opportunità di poter provare per qualche giorno una versione quasi definitiva del titolo e di poterne apprezzare le peculiarità e tutte le (poche, a dire il vero) innovazioni.