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Man of Medan, ispirazioni e collegamenti con altri media

Man of Medan è il primo episodio della The Dark Pictures Anthology di Supermassive Games: scopriamo le principali fonti d'ispirazione prese come spunto dagli sviluppatori

SPECIALE di Davide Spotti   —   15/07/2019

Per realizzare Man of Medan il team britannico Supermassive Games è ripartito dal medesimo approccio adottato in passato per lo sviluppo di Until Dawn. L'obiettivo era dunque quello di plasmare una nuova esperienza horror basata sulla presenza di bivi narrativi e finali variabili in base al numero di personaggi portati in salvo dal giocatore nel corso dell'avventura. Questa volta le fonti d'ispirazione derivano principalmente da storie folkloristiche e leggende metropolitane che sono state impiegate come base di partenza per tratteggiare la sceneggiatura del primo episodio e di tutti gli altri otto appuntamenti che comporranno l'antologia The Dark Pictures. Oltre a una più ampia gamma di influenze horror, Man of Medan si propone di offrire agli appassionati del genere una più vasta quantità di ramificazioni rispetto al predecessore.

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Come è stato spiegato dallo studio di sviluppo, ci saranno sequenze fruibili esclusivamente sperimentando specifici percorsi narrativi, ma anche differenti combinazioni di sopravvissuti da trarre in salvo prima di pervenire all'epilogo. Questa varietà si rifletterà anche nella quantità di morti possibili: ben 69 situazioni differenti, rispetto alle 38 che erano state previste ai tempi di Until Dawn. Rispetto a quest'ultimo, basato sul filone slasher con specifico riferimento alle pellicole degli anni '80 e '90, Man of Medan godrà di una più ampia varietà di richiami, prendendo spunto da più sottogeneri e addentrandosi anche nell'ambito dell'horror sci-fi. Vediamo quindi di approfondire le principali fonti d'ispirazione prese in esame dal team di sviluppo per la realizzazione del suo ultimo lavoro.

Il mistero della SS Ourang Medan

Supermassive Games ha confermato che Man of Medan è principalmente ispirato alla controversa storia della SS Ourang Medan, una nave mercantile battente bandiera olandese che naufragò in circostanze mai chiarite nell'area geografica delle Indie Orientali Olandesi - oggi corrispondente all'arcipelago indonesiano - a cavallo tra il 1947 e il 1948. Gli eventi sono stati riportati da varie fonti ma mai confermati da evidenze storiche precise, facendo ipotizzare che in realtà i fatti non si siano mai verificati o che la loro ricostruzione sia stata modificata nel tempo in assenza di elementi documentali concreti su quanto effettivamente accadde a bordo. In quel periodo molte navi ricevettero un messaggio di SOS da un'imbarcazione non identificata, attraverso un criptico messaggio in codice morse nel quale si comunicava che tutti gli ufficiali a bordo, incluso il capitano, erano morti e che anche chi stava inviando il segnale aveva i minuti contati. Quando venne dato l'allarme il vascello stava navigava lungo lo Stretto di Malacca, in prossimità dell'isola di Sumatra. In base al racconto, il messaggio di aiuto venne raccolto da due navi americane che individuarono l'esatta posizione del cargo olandese e decisero di intervenire. La prima ad avvicinarsi fu la Silver Star, che inviò una squadra a bordo per effettuare alcuni rilievi.

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Le testimonianze dell'epoca riportano che la spedizione si trovò di fronte a uno spettacolo raccapricciante, con cadaveri sparsi ovunque in pose che lasciavano trasparire un autentico terrore negli occhi delle vittime. La principale ragione per cui la vicenda della SS Ourang Medan viene annoverata tra i grandi misteri irrisolti è che nessuno fu in grado di individuare il registro della nave. Esistono tuttavia diverse testimonianze risalenti al 1952, raccolte dalla guardia costiera degli Stati Uniti e provenienti da membri dell'equipaggio che quel giorno si diresse in soccorso del vascello. Come spesso avviene in casi di questo genere, gli eventi diedero adito a numerose teorie. La più nota è quella stilata dal professore tedesco Theodor Siersdorfer, basandosi su un opuscolo pubblicato nel 1954 da Otto Mielke. Il documento è stato confermato da una delle squadre di soccorso della Silver Star e indica che nelle navi di carico erano presenti grandi dosi di cianuro di potassio e nitroglicerina, sostanze ritenute molto pericolose durante il trasporto marittimo. L'altra ipotesi propende per la presenza a bordo di armi biologiche giapponesi in qualche modo legate alla cosiddetta Unità 731, che eseguì esperimenti su prigionieri di guerra durante il secondo conflitto mondiale. Come ha spiegato il game director Tom Heaton in una recente intervista, la carenza di dettagli molto specifici su questa oscura vicenda ha permesso allo studio di spaziare, prendendosi una certa libertà nella gestione della componente narrativa, dei personaggi coinvolti e delle situazioni che andranno a delinearsi nel gioco.

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La scomparsa dell’equipaggio sul brigantino canadese Mary Celeste

Un altro evento che presenta punti di raccordo con la storia raccontata in Man of Medan è la misteriosa scomparsa dell'equipaggio a bordo del brigantino canadese Mary Celeste. Il vascello inglese fu avvistato nel 1872 da un'altra nave - la Dei Gratia - al largo delle coste del Portogallo. Anche in questo caso venne inviata una piccola spedizione a bordo per eseguire delle indagini. Quando gli uomini raggiunsero lo scafo si resero conto che l'imbarcazione era rimasta completamente priva di equipaggio ed era sostanzialmente in balìa delle correnti atlantiche. A prima vista tutto sembrava essere in ordine, ma in realtà furono riscontrati problemi nella stiva e l'assenza di una parte della documentazione di bordo. Prevedibilmente anche questa vicenda condusse alla formulazione di varie teorie per provare a spiegare quanto accaduto. La più comune è quella secondo cui i fumi emessi dai barili di alcol stivati sottocoperta avrebbe indotto l'equipaggio ad abbandonare in fretta e furia la nave temendo un'imminente esplosione. L'unica scialuppa mancante non sarebbe però stata ancorata correttamente al vascello, finendo per portare gli uomini alla deriva nel bel mezzo dell'Oceano Atlantico, senza acqua né viveri. Non sono peraltro mancate altre ipotesi, alcune più fantasiose di altre, per provare a interpretare quanto accadde all'imbarcazione.

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Il film Nave Fantasma (2002)

Tra le fonti di ispirazione di Man of Medan, Supermassive Games ha citato anche il film Nave Fantasma. Pubblicata nel 2002, la pellicola horror slasher girata da Steve Back racconta di una nave ritrovata nel mare di Bering a quarant'anni dalla sua misteriosa scomparsa. Il protagonista Sean Murphy è a capo di una squadra di ricerca specializzata nella perlustrazione di relitti in mare, quando viene incaricato insieme ai suoi colleghi di recuperare le risorse che si ritiene siano ancora presenti a bordo. Ben presto il gruppo dovrà fare i conti con gli spiriti del vecchio equipaggio, rimasti intrappolati a bordo dopo essere stati brutalmente assassinati da una misteriosa entità demoniaca. Come detto Man of Medan trae a sua volta ispirazione dal filone slasher, sebbene siano stati indicati punti di contatto con altri sottogeneri tra i quali l'home invasion e l'horror soprannaturale. L'idea degli sviluppatori sembra comunque quella di sbizzarrirsi il più possibile nella ricerca, prendendo spunto da eventi reali o che in un modo o nell'altro sono entrati nell'immaginario comune a causa dell'alone di mistero che li circonda.