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La vendetta non conosce confini

L'annuncio relativo all'esistenza di un terzo Max Payne è stato una sorpresa, con i Remedy impegnati a tempo pieno dietro Alan Wake nessuno si aspettava il ritorno del tenebroso Max.

ANTEPRIMA di Mattia Armani   —   25/06/2009

La seconda sorpresa, meno gradita, si è palesata con il rilascio dei primi screenshots. La terza arriva in questi giorni ed è ancora più sorprendente: Max Payne 3 arriverà questo inverno.

Provaci ancora Max

L'ultima volta che abbiamo incontrato Max sembrava che avesse chiuso i conti, definitivamente, per la seconda volta. E' evidente che niente può essere definitivo per l'uomo più tormentato del panorama videoludico, tanto che nemmeno trasferirsi a San Paolo gli ha consentito di salvarsi dalla sua tumultuosa esistenza. Dietro al trasloco di Max Payne si celano i ragazzi canadesi di Rockstar Vancouver, gli autori di Bully, che annoverano nel proprio passato di sviluppatori perle come Homeworld Cataclysm. Alcune dichiarazioni della software house canadese hanno finalmente dissipato la fitta nebbia che celava questo atteso terzo capitolo.

La vendetta non conosce confini

Inevitabili i cambiamenti, il più evidente dei quali è l'ambientazione tropicale, così straniante rispetto al passato da scatenare una vera e propria ondata di panico tra i fan della serie. I più sfegatati tra loro hanno continuato comunque a nutrire la speranza che il titolo si rifacesse più al cinema, che all'attuale moda dell'ambientazione sudamericana. Una speranza nutrita dal look del nostro eroe. Max Payne appare infatti come un uomo logorato, dai muscoli tesi e con il viso nascosto da una lunga barba. Tolta la calvizie, introdotta probabilmente per giustificare il lungo periodo trascorso dagli ultimi eventi, ci troviamo davanti ad un personaggo lontano mille miglia dal Max Payne dannato, ma impeccabile, che conoscevamo.

Nuovi orizzonti

Rockstar Vancouver ha confermato questa speranza con cenni ad una trama che sembra avere più di un elemento in comune con Man On Fire e in generale con il tema ricorrente dell'eroe che, nel tentativo di fuggire dai propri fantasmi, si rifugia nel Centro America. Infatti, dopo ben 12 anni, ritroviamo Max nelle vesti di guardia del corpo di una ricca famiglia di San Paolo. Si allacciano a questo elemento le dichiarazioni Rockstar Vancouver

La vendetta non conosce confini

nelle quali si rassicurano i videogiocatori preoccupati che la perdita dei toni cupi (e dei capelli!) potesse corrispondere a una perdita di identità della serie. Pur restando nel vago, gli sviluppatori hanno comunque tenuto a precisare ai giornalisti che li hanno intervistati in questi giorni, che, nonostante il setting, la natura di Max Payne non andrà perduta. L'introspezione del personaggio sarà ancora uno dei punti portanti della trama, il genere noir non è escluso dalla presenza di un'ambientazione soleggiata e la notte e la pioggia arrivano anche in Brasile. Inutile dire che se reso bene il filone noir di stampo sudamericano è tutt'altro che banale. Non mancano certo capolavori di genere a cui ispirarsi e siamo comunque rassicurati dal fatto che Max continuerà a saltellare al rallenty e ingoiare antidolorifici senza curarsi troppo del clima.

Rinnovare un classico

L'articolo prosegue parlando proprio del celeberrimo bullet time, lanciato nel mondo videoludico dal primo Max Payne e chiaramente ispirato dalla rivoluzione visiva chiamata Matrix. A quanto pare, i pochi fortunati che hanno assistito ad una sequenza animata parlano di un punto in cui Max scivola lungo una ringhiera. Durante l'intera sequenza è possibile mirare e sparare ai bersagli presenti. Una sorta di rilettura del bullet time in chiave Stranglehold che trova collocazione in un mondo costruito con il RAGE, il motore grafico targato Rockstar Games utilizzato per GTA4, al quale è stato affiancato il NaturalMotions Euphoria incaricato di gestire la reazione dei corpi ai proiettili e l'impatto con gli oggetti dello scenario. Il dettaglio grafico, fortunatamente, è superiore, tanto da aver stupito, complice il fatto che il titolo, fortunatamente per i fan, non sarà un free roaming. Interessante l'implementazione di un sistema di coperture che consente a Max di proteggersi utilizzando angoli, muri e oggetti sufficientemente grandi. Un'aggiunta al gameplay che sicuramente si rifà a una tendenza esplosa con Gears of War e che, con il rilascio dei primi screen, aveva confermato il dubbio che fosse un titolo creato copiando a destra e a manca senza curarsi di conservare il prestigio della serie. Sul versante giocabilità potremo comunque contare su altre importanti novità che comprendono la già citata implementazione della fisica, un certo grado di distruttibilità dell'ambiente circostante, la possibilità di arrampicarsi e superare alcuni muri e una sorta di ultima possibilità concessa prima di essere uccisi. Un ultimo colpo da sparare entro un certo lasso di tempo che, in caso di centro, consentirà a Max di sopravvivere. Interessante l'implementazione d un sistema di coperture che consente a Max di proteggersi utilizzando angoli, muri e oggetti sufficientemente grandi. Infine Rockstar Vancouver, pur non specificando alcunchè, ha confermato che Max Payne 3 offrirà anche la possibilità di giocare in multiplayer.

La vendetta non conosce confini

Conclusioni

Le rivelazioni su Max Payne da un lato rassicurano ma in gran parte restano dichiarazioni della Rockstar Vancouver e non sono sufficienti a dissipare i molti dubbi generati dal cambio di ambientazione e soprattutto dal cambio del team che deve confrontarsi con il passato targato Remedy. Rimane la possibilità che si tratti del mero sfruttamento di un brand famoso che può contare sull'attenzione di media e videogiocatori. Nonostante ciò è chiaro che ci siano tutte le possibilità perchè Max Payne 3 possa essere un titolo non solo in grado di dire qualcosa, ma anche in grado di riformulare la ricetta della saga mantenendo le peculiarità che l'hanno resa celebre.

CERTEZZE

  • Un ritorno atteso da tanti
  • Il Rage potenziato
  • Una trama all'altezza

DUBBI

  • I tanti cambiamenti all'atmosfera
  • Il confronto col passato