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The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2 - Anteprima

Nintendo a fine Direct ha presentato, con un breve filmato, il seguito di Breath of the Wild: la nostra analisi, le nostre ipotesi e tutto quello che sappiamo su The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2.

ANTEPRIMA di Alessandro Bacchetta   —   12/06/2019

Che sarebbe potuto apparire durante il Direct lo avevamo anticipato qualche giorno fa; non è stata una totale sorpresa quindi, ma vedere per la prima volta un nuovo The Legend of Zelda è sempre un momento emozionante, che in qualche modo segna e caratterizza un'edizione dell'E3. Avevamo due motivi ben precisi per non escludere a priori la presenza di questo gioco. Prima di tutto, la conferma stessa di questo progetto da parte di Aonuma; una conferma però arrivata solamente a metà 2018, con delle tempistiche che avrebbero reso impossibile un'odierna presentazione. Non fosse che Fujibayashi, direttore di Breath of the Wild, sui DLC del proprio pargolo non ha posato mano; lavora - evidentemente - a questo sequel fin dal termine del progetto precedente. Quindi, le strade erano due: o il sequel avrebbe avuto un engine diverso, e quindi avrebbe richiesto più tempo, o avrebbe sfruttato lo stesso motore dell'illustre predecessore, limitando così i canonici cinque/sei anni di sviluppo. L'elemento che ci ha fatto propendere verso quest'ultima possibilità è anch'esso piuttosto eloquente. Nintendo raramente realizza dei sequel diretti ai titoli sviluppati internamente: le sue saghe hanno vari episodi, ma la maggior parte di essi escono su console diverse, con engine rinnovati - se non addirittura rivoluzionati. Però... c'è un però. Quando a Kyoto si rendono conto di aver generato non qualcosa di bello, bensì qualcosa di straordinario, qualcosa che possa essere sfruttato di nuovo seguendo l'inerzia poietica, allora si gettano, incuranti della possibile ripetitività, su un seguito immediato. Così è successo al primo The Legend of Zelda, così è accaduto a Ocarina of Time; cambiando serie, lo stesso si può dire di Metroid Prime, e anche di Super Mario Galaxy. Adesso è il turno di The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2.

Horror

Ai giocatori di vecchia data sarà venuta naturale l'associazione col duo Ocarina of Time-Majora's Mask, ovvero l'unica coppia di Zelda tridimensionali, come specificato poc'anzi, a sfruttare lo stesso engine. E quindi separati da tempistiche più brevi del solito, e legati dallo stesso contesto narrativo. Specifichiamo, per chi non seguisse la serie, quest'ultimo dettaglio: i The Legend of Zelda sono tanti, ma quasi nessuno di loro è direttamente collegato all'altro, sostanzialmente sono una reiterazione dello stesso mito in epoche - e console - diverse. Fanno eccezione, prevedibilmente, proprio i seguiti diretti: Link's Adventure in relazione a The Legend of Zelda, Majora's Mask in relazione a Ocarina of Time (e pure la coppia Link's Awakening/A Link to the Past). Tutto questo per dire che anche Breath of the Wild 2, che alla fine non si chiamerà così, molto probabilmente seguirà questa tradizione: considerato anche il finale aperto del predecessore, col problema insorto al colosso degli Zora, ci aspettiamo un inizio che non preveda stacchi con la conclusione di Breath of the Wild. Tuttavia Majora's Mask non era solamente questo.

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Era un gioco che scrollava le meccaniche Ocarina of Time, applicandole ad un mondo più piccolo, più ricco e più macabro, e inserendolo in un contesto temporale e narrativo, con un sinistro ripetersi degli stessi tre giorni, che definire atipico è davvero limitativo. Non ci aspettiamo che Breath of the Wild 2 realizzi qualcosa di così estremo - anche perché, sebbene sia ricordato con enorme stima ed altrettanto affetto, Majora's Mask non fu un grande successo commerciale, e soprattutto, più che apprezzato al momento dell'uscita, è stato rivalutato posteriormente. È chiaro tuttavia che questo seguito avrà un altro elemento in comune col sequel per Nintendo 64: l'atmosfera cupa. Il filmato mostrato è, senza mezzi termini, orrorifico. Se tutta l'opera dovesse seguire questa direzione, ci troveremmo di fronte al capitolo più macabro della saga. Speriamo che gli sviluppatori abbiano il buon gusto di restare nell'ambito dell'horror "per adolescenti", se così possiamo dire, perché andare oltre, in senso di magniloquenza e serietà, solitamente non conduce Nintendo a soluzioni troppo eleganti (vedasi Twilight Princess).

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Open Air

Per chiudere il breve discorso sull'aspetto visivo, e in generale sull'atmosfera del gioco, vorremo far notare come The Legend of Zelda, pur piegandone la cifra stilistica in base alle proprie esigenze, si è spesso ispirato ai grandi film fantasy coevi a un determinato episodio: Twilight Princess (2006) ha affinità col Signore degli Anelli, Skyward Sword con Avatar (2011). Questo Breath of the Wild 2, perdonate ancora la dicitura ma ci sembra quella più semplice, rimanda a Game of Thrones: in particolare al Re della Notte (e al suo esercito?). Link e Zelda sono in tenuta invernale, non è chiaro se in una zona sotterranea o meno, e a giudicare dalla cavalcatura - decisamente pesante - stanno affrontando un lungo viaggio. In cui, per nostra fortuna, qualcosa va storto: si risveglia una forza sinistra, che stravolgerà Hyrule - e forse, ma solo forse, anche Link. Un non-morto apre gli occhi, e il Castello, dopo un terremoto, viene scagliato verso l'alto. I topi, assenti in Breath of the Wild, corredano la scena. Quale nemico tornerà in vita? Demise? Ganondorf? Una nuova reincarnazione di Ganon? Oppure Link stesso, come dicevamo, sarà corrotto? Zelda-dai-capelli-corti sarà l'eroina dell'avventura? Non è un'ipotesi da scartare, dato il vestiario e il focus sulla sua figura.

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Il semplice cambio di protagonista, oltre ad assecondare le istanze liberal tanto amate su NeoGaf/ResetEra, comporterebbe una nuova fisicità, una nuova strumentazione, e conseguentemente genererebbe un nuovo modo di esplorare Hyrule. Ma, dovesse Link restare l'unico eroe dell'avventura, è fondamentale che Nintendo sappia trovare una direzione che soddisfi allo stesso tempo due obbiettivi: non tradire la libertà concessa da Breath of the Wild e, naturalmente, non crearne uno sterile epigono. Sicuramente ci saranno vari dungeon, perché Aonuma ascolta le critiche, e questa è stata una delle poche ricevute dal predecessore (che si concordi o meno); per lo stesso motivo, è immaginabile che sarà prolungata - ma non eliminata - la durabilità delle armi. Tornando un attimo ai dungeon, bisogna specificare come "numerosi" non equivalga a "tradizionali": magari ce ne saranno più che in Breath of the Wild, ma è possibile che saranno più simili al Castello di Hyrule, quindi più action e con meno enigmi, che a quelli di Ocarina of Time. Sicuramente questo sequel avrà una trama più stratificata e complessa, ed è probabile che saranno più strutturate le relazioni coi personaggi non giocanti, il che potrebbe implicare un mondo più piccolo, ma anche più denso. Il principale rischio, approfondendo la parte narrativa, è che si restringa, in parte o pericolosamente, la caratteristica più importante di Breath of the Wild: la sua libertà. Un po' come accaduto, pur se tangenzialmente, con la prima parte parte del secondo DLC.

Un preoccupante battito cardiaco anticipa un distorto coro rovesciato, e assieme accompagnano l'ascendere di sigilli stregoneschi, che incorniciano un rito demoniaco. È solo all'apparire di Link e Zelda, gli stessi visti in Breath of the Wild, che comprendiamo di essere di fronte al seguito del capolavoro del 2017. Un sequel orrorifico, ambientato nella stessa Hyrule che abbiamo amato, probabilmente destinata ad essere invasa da creature sinistre. Atmosfera a parte, abbiamo poche certezze e tanto su cui sognare. Zelda sarà giocabile? Quanti dungeon ci saranno? E quanto saranno tradizionali? La narrativa sarà maggiormente approfondita? È molto probabile. Stando alle tempistiche abituali, il gioco arriverà nel 2021. Ma, visto che si tratta di un sequel diretto, non escluderemmo natale 2020.

CERTEZZE

  • È il seguito del GOTY 2017
  • Atmosfera inedita, orrorifica
  • Ci saranno novità...

DUBBI

  • ... speriamo non limitanti per l'open world
  • Graficamente terrà testa ai titoli 2020/2021?