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Vivere Online - PlanetSide

Vivere Online questa volta si concentra su uno dei pochissimi sparatutto in prima persona di massa arrivati sul mercato e ancora attivo nonostante i tanti anni sulle spalle.

RUBRICA di Umberto Moioli   —   27/05/2009

E' incredibile quanto una categoria, i giochi di massa online, sia stata assimilata a un suo sotto genere, quelli di stampo esclusivamente ruolistico, lasciando che praticamente ogni prodotto con un mondo persistente alle spalle e server popolati da migliaia di persone venisse indissolubilmente legato alla sigla MMORPG.

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Una conseguenza - comprensibile, per carità - dell'adozione quasi univoca delle principali dinamiche da gioco di ruolo, perfette nel dare una costante sensazione di crescita e nobilitare centinaia di ore spese a vagare per enormi mondi fantasy. Capita però che qualcuno tenti strade almeno in parte diverse, rompendo gli schemi e rischiando; è il caso di PlanetSide, sparatutto di massa online sviluppato e pubblicato da Sony Entertainment Online, uscito nel lontano 2003 e rimasto quasi unico nel suo genere, essendo alcuni dei progetti simili in cantiere, su tutti Huxley di WebZen, oramai falliti o clamorosamente ritardati. Come al solito le domande sono le seguenti: di cosa si tratta? Ne vale ancora la pena?

Sci-Fi di massa

Il background narrativo di PlanetSide non è quanto di più originale ci si potesse aspettare: tre fazioni - Terran Republic, New Conglomerate e Vanu Soveregnyti - con altrettante differenti filosofie, in perenne scontro per il dominio di terre lontane e con un alone fantascientifico ad ammantare ogni aspetto delle vicende. Insomma non è per la trama, una serie di pretesti per far scontrare i giocatori, che si mette mano al titolo di Sony Online, anche se poi è proprio sulla rivalità tra gli schieramenti che si fonda un gameplay incentrato sull'acquisizione, a discapito degli altri, dei territori messi a disposizione. Preso il controllo del proprio alter ego e per tutta la durata della propria vita nel mondo di gioco due saranno gli elementi di costante interesse: da una parte l'azione, immediata come da tradizione per ogni sparatutto, con una trentina di armi in totale a disposizione oltre ai mezzi, e incentrata sulla coordinazione con i propri compagni così da eliminare gli avversari, dall'altra l'acquisizione di punti esperienza. Quest'ultima meccanica vede l'assegnazione di differenti tipologie di punteggio in base alle azioni eseguite: compiendo o mettendo le basi per le uccisioni e portando a termine gli obiettivi assegnati, come la conquista delle basi, si acquisiranno Battle e Support Point,

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utili all'accumulo di nuovi brevetti in grado di garantire nuove abilità legate all'uso di certi equipaggiamenti, mentre mettendosi a capo di gruppi di utenti si registrerà un aumento dei propri Command Point, grazie ai quali entrare in possesso di nuove abilità di supporto al team. PlanetSide investe quindi nell'espansione delle situazioni tipiche degli shooter in prima persona, semplici e infinitamente ripetibili, su vasta scala, inserendo elementi standard come l'uso dei mezzi e approfondendoli facendo ad esempio che ciascuna fazione ne possa usare solo determinati, a meno che l'utente non sia in possesso di speciali conoscenze nell'ambito dell'hacking; viste oggi, nessuna di queste caratteristiche sconvolge e sotto certi aspetti titoli come Modern Warfare, seppur non in modo massivo, ne hanno già superato la complessità, però ripensando al 2003 non è possibile non vederne gli elementi di novità. Non manca il supporto ai clan e molta della dotazione standard richiesta al genere, così da organizzarsi con maggior precisione e poter sempre giocare con gli utenti preferiti.

Alba e tramonto

Il supporto garantito a PlanetSide da SOE è stato negli anni corposo e ricco di passaggi importanti. Già nell'ottobre del 2003, a pochi mesi dall'uscita, sei aree sotterranee vennero aggiunte e diverse armi e veicoli inediti fecero la loro comparsa, assieme al ribilanciamento di alcune meccaniche prima non perfette. Il 2004 fu invece il tempo degli update The Bending e Aftershock, in grado di ridisegnare parte del mondo di gioco smembrando alcune location di grandi dimensioni in un numero superiore di territori più piccoli, introducendo inoltre per la prima volta i Battle Frame Robotics, un sorta di mech capaci di complicare ulteriormente i possibili risvolti delle battaglie. Dopo un anno di pausa, il 2006 è stato caratterizzato dall'iniziativa Reserves, che permetteva di giocare gratuitamente al titolo pur non potendo crescere

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oltre un certo grado e quindi non avendo accesso a tutte le abilità. Curiosa e coraggiosa la mossa, concretizzatasi il 31 ottobre 2007, di inserire i Black Ops, utenti normali e da quel momento non più riconducibili alle tre fazioni originarie, convertiti a questo stato in modo casuale e ora in possesso di caratteristiche assolutamente uniche, come una maggior forza e resistenza oltre alla possibilità di utilizzare qualsiasi arma. Nell'ultimo anno e mezzo, in seguito a una fisiologica riduzione degli iscritti, c'è stata la fusione di parecchi server fino all'attuale numero di due, Gemini e Werner, a loro volta in procinto di riunirsi in un unico mondo di gioco.

Invecchiare come si deve

I controlli di PlanetSide ben si comportano e si presentano semplici come nella miglior tradizione degli sparatutto, coadiuvati da un'interfaccia grafica abbastanza snella. Non ci sarà quindi bisogno di molte ore per entrare in perfetta sintonia con il gameplay, buttandosi immediatamente nella mischia attraverso un combat system decisamente arcade, veloce e frenetico. Tecnicamente il panorama è oramai antiquato: gli spazi sono vasti e

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piuttosto ben caratterizzati, oltre che vari, però i quasi sei anni portati sulle spalle dal motore di gioco si fanno sentire e incominciano a diventare troppi, con animazioni, modelli poligonali ed effetti lontanissimi dagli attuali standard e texture che evidentemente erano state disegnate con in testa altre schede video e risoluzioni. Insomma non ingiocabile ma vecchio, il comparto grafico necessita di stringere i denti e farsi forza.
PlanetSide è quindi un titolo ancora godibile, particolare e ben studiato, che vede nel prezzo - venti dollari più i soliti 12.99 mensili - il suo grosso problema, risultando troppi per un gioco che non ha mai sfondato davvero e che dopo così tanti anni necessiterebbe di qualche ulteriore iniziativa di prestigio per potersi mantenere in vita. Una piccola community è ancora viva e vegeta, gli interessanti potrebbero farci un pensierino, magari visitando prima il sito ufficiale e facendosi qualche idea supplementare.