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Nintendo è davvero in grave difficoltà?

Quanto incidono i risultati insoddisfacenti di Wii U sulla salute dell'azienda?

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   06/08/2013

Dopo la pubblicazione dei risultati finanziari del primo trimestre, molti addetti ai lavori si sono interrogati sul reale stato di salute di Nintendo, compresa IGN che ha dedicato un approfondito articolo alla questione.

I punti salienti del pezzo infondono tuttavia tranquillità ai fan della grande N, visto che è stato registrato comunque un profitto, sia pure per via di condizioni favorevoli come il cambio. Wii U sta costando a Nintendo dei soldi, il che significa che la console e i suoi giochi generano una perdita piuttosto che un guadagno, ma da qui a parlare di bancarotta per la casa di Kyoto ce ne passa. Il punto, infatti, è che se Wii U stenta non si può dire lo stesso del 3DS, le cui vendite invece procedono a gonfie vele pur non arrivando al livello di quelle dell'originale DS (ma è anche vero che quest'ultimo non doveva fare i conti con l'agguerrita concorrenza di tablet e smartphone).

Ci sono stati momenti bui nella storia dell'azienda nipponica, che non aveva per le mani delle console vendutissime ai tempi di GameCube e Nintendo 64, ma si è sempre trovato il modo di ricavare qualche utile. Pensateci bene: in fin dei conti si tratta di una compagnia che ha fatto segnare una perdita annuale solo una volta in tutta la sua storia, nel 2012. Ed è per questo che il suo futuro non è in discussione, perché dispone tuttora di una grande liquidità, nello specifico più di cinque miliardi di dollari in contanti. E una somma più o meno equivalente in investimenti a breve termine.

È ancora presto per dire se il Wii U sia o meno un fallimento, ma anche se dovesse rivelarsi un flop ciò non provocherà il tracollo di Nintendo. Aziende come Microsoft, con la divisione Xbox, e Sony, con la divisione entertainment, hanno avuto a che fare con perdite enormi per anni, ma Nintendo non ha mai lavorato in questa maniera. La conclusione di IGN è che dunque non ci siano possibilità che la casa di Kyoto abbandoni il mercato dell'hardware, certamente non nel medio termine. Forse mai.

Fonte: NeoGAF