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Qualche retroscena a tinte fosche sulla chiusura di Irrational Games

I costi di Bioshock Infinite sarebbero lievitati oltre il consentito

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   20/02/2014

In un lungo articolo scritto per Gamasutra, Leigh Alexander ha fatto il punto della situazione sulla chiusura di Irrational Games, unendo come puntini i vari fatti e dichiarazioni degli ultimi anni, per tirare fuori un quadro molto meno consolante e fulgido di quello che vorrebbe la società chiusa per una mera volontà autoriale di Levine.
Secondo la Alexander, ovvero secondo i commenti raccolti dalla Alexander di persone che hanno collaborato con lui Levine sarebbe un egocentrico che si sentirebbe superiore a tutti i suoi sottoposti. Tra questi spicca l'art director Nate Wells, che ha commentato il suo passaggio a Naughty Dog descrivendolo come un luogo di lavoro non dominato dall'ego.
Altre prove dell'egocentrismo di Levine sarebbero il lievitare dei costi di produzione di Bioshock Infinite, gioco ripreso per i capelli solo grazie all'intervento di Rod Fergusson, ex direttore di produzione di Epic Games, e il fatto che nessuno degli sviluppatori che aveva lavorato al primo BioShock era rimasto per lavorare su Infinite.
Insomma, la chiusura di Irrational sarebbe la conseguenza delle grosse perdite subite da Take-Two per colpa dello sviluppo travagliato di Infinite, non compensate dalle pur ottime vendite del gioco. Levine sarebbe stato messo a capo di un team più piccolo perché il suo accordo con Take-Two avrebbe dei cavilli a lui favorevoli che non avrebbero permesso al publisher di cacciarlo.

Fonte: Gamasutra