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C'è ancora spazio per The Last Guardian?

Uno sviluppo lungo e travagliato e vendite non esaltanti mettono a rischio un intero stile videoludico

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   12/12/2016

Ovviamente è ancora molto presto per parlare di dati di vendita precisi, ma i primi accenni all'andamento di The Last Guardian, che al momento riguardano solo il mercato britannico, non sono proprio esaltanti. Il gioco ha debuttato al settimo posto nella top ten dei videogiochi più venduti nel Regno Unito, in una settimana in cui rappresentava una delle uniche due new entry di grosso calibro e che ha visto il ritorno di Call of Duty: Infinite Warfare al primo posto (capitolo che peraltro sta stentando alquanto a decollare sul mercato, registrando un vero e proprio tracollo di vendite rispetto a quello precedente) e il solito e noioso avvicendamento con FIFA 17 piazzato in seconda posizione.

C'è ancora spazio per The Last Guardian?

È andata meglio per l'altro debutto della settimana, ovvero Dead Rising 4, che ha conquistato la quinta piazza, pur non brillando nemmeno lui più di tanto. Va bene che si tratta di dati ancora molto parziali, relativi a un solo mercato (sebbene influente come quello britannico) e che un gioco del genere non possa comunque competere con titoli come Call of Duty, non essendo proprio progettato con questo scopo, tuttavia possiamo provare a fare qualche riflessione su un titolo che, in ogni caso, ha rappresentato uno degli eventi di maggior rilievo di quest'anno, se non dell'intera generazione di piattaforme vissuta finora.

The Last Guardian si è fatto attendere quasi dieci anni, ha rappresentato uno dei massimi desideri della community di videogiocatori più appassionata, ha sfiorato a lungo i confini del vaporware, è diventato praticamente una sorta di meme fino a quella fatidica conferenza Sony dell'E3 2015 in cui è stato riportato alla luce. All'epoca è stato uno degli annunci di maggior rilievo e ha rappresentato praticamente uno dei tre pilastri dell'"E3 dei sogni" di Sony insieme a Shenmue III e Final Fantasy VII Remake, dunque sebbene si tratti di un gioco di nicchia non può comunque essere considerato un titolo di scarso rilievo.

I giochi di Fumito Ueda non sono mai stati dei blockbuster, essendo titoli dotati di identità molto marcate e particolari, e The Last Guardian rientra perfettamente nello stile del game designer.

C'è ancora spazio per The Last Guardian?

Il problema, se così si può definire, è che un taglio così caratteristico e autoriale difficilmente si associa a vendite enormi, e questo lo sa bene anche Sony, che conosce ovviamente l'andamento dei titoli precedenti del team ICO e forse per questo è sempre rimasta piuttosto cauta sul marketing di The Last Guardian, senza investire molto in promozione e pubblicità consapevole della particolare natura del prodotto in questione. La nota positiva è che il gioco ha comunque venduto più di ICO e Shadow of the Colossus nelle loro settimane di lancio, sempre per quanto riguarda il mercato del Regno Unito, e considerando che il secondo ha avuto ad esempio un ciclo vitale piuttosto lungo, raggiungendo i 2,7 milioni di copie vendute nell'arco della sua presenza sul mercato, viene da pensare che anche The Last Guardian sia destinato a fare numeri simili e probabilmente migliori. Il fatto che un gioco del genere possa diventare facilmente un million seller è estremamente positivo per questa industria, tuttavia difficilmente tutto questo può arrivare a rappresentare un investimento riuscito dopo praticamente dieci anni di sviluppo travagliato, con tanto di ricostruzione totale e passaggio generazionale nel mezzo, che ha portato anche a dei compromessi inevitabili dal punto di vista della realizzazione tecnica.

La conclusione dei lavori si deve probabilmente a una sorta di promessa fatta da Sony ai propri utenti, ed è una scelta che merita grande rispetto visto l'andamento attuale del mercato, dove gli investimenti vengono attentamente calcolati su ricavi quanto più sicuri possibile. Questo significa che un progetto di questo genere, da parte di un team interno di Sony e con ingenti fondi messi a disposizione (anche se su questo fronte non sappiamo quanto possa essere costata la produzione) è un caso più unico che raro. Ueda nel frattempo è uscito da Sony e diventato indipendente, dunque già questo getta grossi dubbi sul prosieguo del suo lavoro, ma anche a prescindere da questo sarebbe possibile un nuovo gioco di questa tipologia da parte di Sony?