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Disney che caccia PewDiePie per antisemitismo è un po' come il boia che accusa di crudeltà quello cui sta per tagliare la testa

Se ti fai scudo dell'etica per giustificare una tua decisione, sarebbe il caso di applicarla in ogni occasione, anche quando va contro i tuoi interessi

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   14/02/2017

Riportiamo: Maker Studios, una divisione interna alla Disney, ha ufficialmente interrotto i rapporti con PewDiePie, uno degli youtuber più conosciuti a livello mondiale. La decisione è stata presa in seguito ad un video pubblicato l'11 gennaio (e ora cancellato), nel quale lo streamer ha pagato due persone per sorreggere un cartello che recitava: "Morte a tutti gli ebrei".

"Sebbene Felix si sia creato un seguito scegliendo di essere provocatorio e irriverente, in questo caso ha chiaramente superato il limite e il video che ne è uscito è inappropriato", ha commentato un portavoce di Maker Studios. Disney aveva acquisito la società nel 2014, siglando un accordo da 675 milioni di dollari. Lo scorso anno PewDiePie aveva minacciato di andarsene, prima di accordarsi per la creazione di un nuovo network chiamato Revelmode, che gli avrebbe permesso di creare video, giochi, applicazioni e prodotti di merchandising.

C'è sempre un che di paradossale in una multinazionale che accusa qualcuno di comportamenti anti etici. Ricorda un po' il boia che accusa di crudeltà il criminale cui sta per far saltare la testa. Ma in fondo è sempre stato così: chi rapina una banca è un ladro, mentre chi rapina da dentro una banca è un benefattore. Nel caso di Disney che caccia in malo modo PewDiePie per delle battute antisemite il paradosso è ancora più evidente, non tanto per il passato remoto della società del topo, che lasciamo volentieri nelle mani degli storici, quanto per il suo essere la prima fabbrica culturale mondiale di modelli sociali conformisti e arianeggianti, recentemente fin troppo prona e benevolente verso la dittatura cinese (come Hollywood tutta, ammettiamolo).

Insomma, pulire le natiche a un regime con la lingua va bene, perché, per quanto l'azione in sé possa sembrare umida e maleodorante, è la chiave d'accesso a un mercato gigantesco dove girano moltissimi soldi; mentre le battute e le gag idiote di PewDiePie sugli ebrei non vanno bene e diventano motivo di vergogna al punto tale da costringere alla rottura di ogni rapporto economico con il suddetto, nonostante siano evidentemente circostanziate per apparire come semplici assurdità comiche, che per quanto sgradevoli non incitano a commettere alcuna violenza e non sono sicuramente razziste. Crediamo che il modello seguito sia più quello degli scherzi idioti che vanno tanto in rete (a ogni pubblico le forme di spettacolo che merita), che un Mengele qualunque. Chiariamo che chi scrive non prova alcuna simpatia per il noto youtuber, ma il problema qui non sono le qualità del personaggio, quanto l'ipocrisia dell'intera faccenda.

Ovviamente Disney può fare quel che vuole: i soldi sono suoi e se ritiene che essere associata con PewDiePie sia lesivo per la sua immagine, allora è giusto che se ne allontani. Il problema però è che quando ti fai scudo di principi etici per dare forza a una decisione che in realtà è nata soltanto dai tuoi interessi economici, poi dovresti essere conseguente e applicare gli stessi principi a tutto ciò che fai. Ad esempio dovresti tagliare i rapporti d'affari con certe nazioni, dove le persone continuano a essere ammazzate e deportate per motivi politici, invece di difenderle dalle scelte del tuo presidente, per quanto scellerate, perché altrimenti rischi di perdere miliardi di dollari.