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Nintendo Switch tra novità e anacronismi: uno scossone al mercato o a Nintendo?

La nuova console di Nintendo si presenta sul mercato con tante novità, ma anche moltissime mancanze

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   23/02/2017

Nintendo Switch è una console dai forti contrasti: da una parte è evidente la voglia di Nintendo di mettersi al passo con i tempi, mentre dall'altra ha alcuni limiti che ormai sono completamente anacronistici. Più si avvicina il lancio, più le informazioni sulla console si fanno dettagliate, anche perché ormai tutte le maggiori testate mondiali ne hanno ricevuta una (da Nintendo, ovviamente), e c'è anche qualche ladro che si è dato da fare per averla in anticipo. Stando ai primi riscontri, l'obiettivo di vendere due milioni di unità nelle prime settimane di vita potrebbe essere raggiunto senza grossi problemi, notizia che farebbe cadere il mito della necessità di avere una line-up ricca al lancio per convincere gli acquirenti. Nel caso, The Legend of Zelda: Breath of the Wild dimostrerebbe che basta anche un singolo gioco attesissimo per andare bene, gli altri verranno poi. Ma questa è pura speculazione sul nulla ed è meglio non correre troppo.

Parlavamo di contrasti. Dal punto di vista del concept e delle funzioni, Switch innova più di qualsiasi altra console attualmente sul mercato, perché si stacca, in ogni senso, dall'idea di staticità che le caratterizza, copulando con tablet e affini pur distinguendosene nella pretesa di essere una pura macchina da gioco. In questo senso le polemiche sulla tecnologia che la fa muovere sono semplicemente ridicole. Provateci voi a fare una console così piccola partendo dalla stessa architettura di PlayStation 4 e Xbox One. Era scontato che Nintendo si rivolgesse a un altro tipo di tecnologia, meno performante per quel che riguarda la conta dei poligoni, ma già rodata e unica a poter garantire la portatilità di una console con quelle dimensioni. Se per qualcuno la potenza di calcolo è determinante, può semplicemente non acquistarla senza stare a fare grosse polemiche, anche perché Nintendo non ha mai promesso che Switch avrebbe generato tifoni quando attaccata al televisore. Insomma, viene da sorridere a pensare che la maggior parte delle polemiche riguardanti la console vertano su un punto sul quale il produttore hardware è sempre stato chiarissimo, già da quando la macchina era ancora conosciuta come NX.

Detto questo le prime prove e le ultime informazioni pre-lancio stanno svelando dei problemi che lasciano un po' interdetti. Va detto che la maggior parte sono "fluttuanti", ossia facilmente risolvibili con aggiornamenti di sistema o con l'acquisto di hardware accessorio, ma rimane il fatto che Nintendo non sembra aver capito al 100% cosa significa lanciare una macchina da gioco ai tempi di internet. Ad esempio al lancio mancherà la Virtual Console. Sappiamo che arriverà in un secondo momento, ma possibile che nell'anno del successo smodato del NES Classic Mini non si sia riusciti a implementare una caratteristica così amata dai fan storici della casa giapponese sin da subito? Eppure la Virtual Console esiste dai tempi del Wii, quindi non è una novità sperimentale decisa all'ultimo momento.

Peggio ancora quando si parla di immagazzinamento dati e versatilità di utilizzo dell'account. Gli ultimi dati parlano di un mercato digitale in forte crescita rispetto a quello retail. Pur con maggiori resistenze, è probabile che anche su Switch il trend sia mantenuto. Ciò significa che molti vorranno acquistare i giochi solo in digitale. Per farlo però, dovranno necessariamente comprare una microSD, perché la memoria interna di Switch è paragonabile a quella di uno smartphone. Ci sono giochi di lancio per cui semplicemente non basta, mentre altri rischiano comunque di riempirla immediatamente. Ne bastano un paio di attesissimi: The Legend of Zelda: Breath of the Wild e Mario Kart 8, entrambi destinati a rimanere installati a lungo, vista anche la promessa di DLC rilasciati nei mesi a venire. La memoria sarà pure veloce, ma se è poca, è poca e non c'è da starne troppo a discutere.

Terzo anacronismo: l'impossibilità di scaricare i giochi acquistati su più console, pur usando il proprio account. Si tratta ovviamente di una forma di tutela, ma andiamo, Sony e Microsoft lo fanno, perché Nintendo ha deciso che non era il caso di seguirle su questo punto? Non poteva, semplicemente, copiare la concorrenza e dare a questi account una connotazione più aperta e, in ultima istanza, moderna, invece di mettere i soliti paletti che fanno solo innervosire gli utenti senza portare nessun vantaggio concreto?

Insomma, per concludere, è evidente come Switch non abbia criticità insormontabili, ma proprio per questo non era meglio evitarle?