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Il primo prototipo di The Legend of Zelda: Breath of the Wild sembrava in 2D e somigliava a un gioco per NES

Niente di misterioso: è una pratica molto diffusa

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   01/03/2017

A molti sembrerà una stranezza, ma in realtà è una pratica molto diffusa. Quale? Quella di realizzare prototipi estremamente stilizzati, anche 2D, di giochi che quando arriveranno sul mercato saranno visivamente molto più complessi. Si tratta di un modo per poter rendere immediatamente in forma ludica alcune idee, così da poterle testare con più efficacia in vista dello sviluppo vero e proprio.

A quanto ha svelato e mostrato il game director Hidemaro Fujibayashi durante una conferenza alla GDC 2017, anche il probabile capolavoro The Legend of Zelda: Breath of the Wild ha avuto il suo bel prototipo per testare alcune idee riguardanti i puzzle, aperti a infinite soluzioni. Si tratta di un'idea ambiziosa che, se ne fosse stata tentata l'implementazione prima di accurati test, avrebbe rischiato di compromettere l'intero progetto. Così fu realizzato un prototipo apparentemente in 2D, che ricorda moltissimo gli Zelda per NES.

In realtà il prototipo è in 3D e ha implementate in sé moltissime funzioni avanzate, tipo il motore fisico, che sono state poi rifinite e inserite nella versione finale. Ad esempio è possibile tagliare gli alberi per raccogliere la legna, dare fuoco alle torce e usarle per bruciare gli alberi o spingere i tronchi nel fiume per trasportarli.

In questo modo il team si è convinto di essere sulla strada giusta, ma per arricchire il tutto ha voluto inserire anche un sistema di simulazione della chimica, ad esempio per dare fuoco all'erba o ai nemici.

Da questi test sono derivate a cascata delle altre considerazioni, che hanno portato a delle scelte ben visibili nel gioco che arriverà nei negozi il 3 marzo. Alcune necessarie semplificazioni hanno ad esempio convinto i responsabili a scegliere uno stile visivo a metà strada tra il realistico e il cartoon (alla Wind Waker per intenderci), perché strong>nel primo caso le forzature del gameplay avrebbero stonato troppo, mentre nel secondo fisica e chimica non sarebbero state valorizzate. Insomma, ce ne sono di aspetti da valutare per realizzare un videogioco!

Il primo prototipo di The Legend of Zelda: Breath of the Wild sembrava in 2D e somigliava a un gioco per NES