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Il 40% degli sviluppatori inglesi sta considerando di trasferirsi a causa della Brexit

Troppe le incognite legate al processo di uscita del Regno Unito dall'Europa

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   31/03/2017

Alcuni mesi fa l'industria videoludica inglese aveva chiesto garanzie dopo la Brexit, garanzie che però l'attuale governo inglese non è stato in grado concedere. Il risultato, nella settimana in cui il premier Theresa May ha invocato il fatidico articolo 50 per dare il via alla procedura di uscita dall'Unione Europea, è che il 40% dei team di sviluppo sta considerando di trasferirsi in paesi come Francia, Germania, Spagna, Australia, USA e Canada. Il sondaggio realizzato da MCV sottolinea come la vittoria del "leave" abbia avuto un impatto negativo sulla capacità degli studi inglesi di attrarre nuovi investimenti, nonché di mettere sotto contratto nuovi talenti.

Il co-fondatore e CEO di Bossa Studios, Henrique Olifiers, ha detto: "Noi non esportiamo semplicemente giochi: diffondiamo i valori e lo humor britannici presso un pubblico vasto e distante. Considerata la natura internazionale dei prodotti che realizziamo, abbiamo bisogno di talenti provenienti da ogni parte del mondo, che siano capaci di creare contenuti dal sapore internazionale. (...) La grave incertezza che la Brexit ha creato presso i nostri collaboratori europei e l'impossibilità di poter accedere ai migliori talenti del continente, alcuni dei quali ora si rifiutano di trasferirsi nel Regno Unito, ci costringe a chiederci se sarà possibile in futuro continuare a produrre giochi in questo paese."

Warwick Light, vicepresidente di Sony Interactive Entertainment, ha aggiunto: "È di importanza vitale che si mantenga un accesso libero a tutti i maggiori mercati e talenti. Il nostro è un business internazionale legato ai giochi, la cui base europea è situata nel Regno Unito: l'introduzione di dazi e barriere potrebbe intralciare l'efficienza e il successo di questo business."