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Patrice Desilets ha scoperchiato il Vaso di Pandora affermando di essere stato costretto a mentire da Ubisoft, o ha scoperto l’acqua calda?

Tutti mentono, figurarsi quelli che sono pagati per farlo!

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   04/05/2017

Diceva il buon Gregory House che "Tutti mentono", richiamando un noto paradosso logico di Epimenide di Creta, rielaborato più volte nella storia del pensiero umano. Tutti mentono e lo fanno per i motivi più disparati. Patrice Desilets lo fece per questioni strettamente contrattuali. Hanno destato un certo scalpore le sue parole, emerse ieri, in cui ha affermato di aver lasciato il publisher francese perché costretto a mentire nelle interviste rilasciate per promuovere Assassin's Creed. Ma davvero ha raccontato qualcosa di così stupefacente?

Scorriamo le notizie più importanti della giornata: Valve cambia il sistema dei regali. Il comunicato che annuncia le novità introdotte parla di ripensamenti, spiega i meccanismi di scambio introdotti e quelli che sono stati cassati, che così abbiamo riassunto nella nostra notizia: "In primo luogo è stata eliminata la possibilità di inviare regali via mail e inventario, sostituita da un sistema che consente unicamente lo scambio diretto fra chi ha acquistato la chiave e chi la riceve. In secondo luogo, cosa ancora più importante, tale pratica verrà proibita nel momento in cui il prezzo di un prodotto dovesse differire in modo sostanziale (dal 10% in su) da un paese all'altro. Allo stesso modo, tale regola impedirà di inviare giochi presso zone in cui gli stessi non vengono distribuiti, visto che non ci sarebbe un prezzo con cui fare il paragone. Fra le varie novità spicca tuttavia anche una feature che potrebbe essere molto utile: sarà possibile ottenere un rimborso qualora si sia acquistato un gioco per regalarlo a un amico ma quest'ultimo dovesse averlo già nell'inventario." Leggendo nemmeno troppo attentamente è chiaro che Valve stia mentendo per omissione. La verità è che il nuovo sistema è pensato principalmente per frenare l'avanzata dei siti di key, che diventano sempre più grossi e che limitano i suoi affari e quelli dei publisher che pubblicano su Steam. Perché non dirlo apertamente visto che è così evidente?

Altra notizia: Chet Faliszek, storica figura dello studio di sviluppo, lascia Valve. Motivazioni: "Non c'è stato niente di particolare. Ho lavorato in Valve per dodici anni, pubblicato un sacco di grandi giochi e qualche fantastico hardware, e adesso voglio cambiare aria. Non ci sono novità su cosa accadrà dopo, ve lo farò sapere non appena sarà possibile". Anche in questo caso, è ovvio che ci troviamo di fronte a una menzogna. Difficile ricostruire i motivi reali per cui se n'è andato, ma dato che l'addio è arrivato dopo un periodo turbolento, con progetti che non sono andati molto bene (Faliszek è stato uno dei maggiori promotori della VR dentro Valve), e dato che altre figure storiche di Valve hanno lasciato negli scorsi mesi, è abbastanza evidente che 'qualcosa' c'è stato, anche se non viene detto dalle parti in causa.

Sono soltanto due esempi, ma ne potremmo fare molti altri. Ad esempio non è una menzogna presentare un gioco durante una fiera affermando che sarà fantastico quando ancora non si è scritta mezza riga di codice? E non è una menzogna far credere che i team di sviluppo siano formati solo da amiconi che si emozionano per ogni filo d'erba che infilano nei livelli? Ancora, non è una menzogna il fatto che molti sviluppatori non possano proprio rilasciare interviste per contratto; avete notato che in team formati da centinaia di persone i membri deputati a parlare sono sempre una manciata?

L'industria mente per sua natura e chi ci lavora dentro mente a sua volta. Niente di cui stupirsi troppo: le menzogne servono a difendere il sistema in quanto tale e a creare una facciata che sia il più possibile rassicurante, mentre dietro le quinte ci si prende a coltellate.

Le menzogne servono anche per evitare fraintendimenti e problemi, che con il pubblico, spesso impreparato anche per le verità più elementari, sono all'ordine del giorno. Ne ha fatto recentemente le spese il povero Phil Spencer, che per aver detto un'ovvietà, ossia che attualmente il mercato delle produzioni tripla A è fatto soprattutto da videogiochi servizi e che il single player non ha più l'appeal di una volta, come poi dimostrano le classifiche di vendita degli ultimi anni, è stato massacrato verbalmente da videogiocatori inferociti, evidentemente incapaci di distinguere ciò che piace a loro da ciò che è effettivamente il mercato.

Insomma, Desilets è stato costretto a mentire dal suo datore di lavoro, che vuole gestire la comunicazione dei suoi prodotti in modo tale da non alienare i potenziali acquirenti... e se Desilets, lasciato libero di parlare, avesse danneggiato le vendite di Assassin's Creed dicendo qualche stupidaggine? A rimetterci sarebbe stato non solo il publisher, ma l'intero team di sviluppo, formato da centinaia di individui. Secondo voi loro, tra il garantire a Desilets il diritto di dire ciò che vuole e una maggiore probabilità di successo del progetto con cui stavano portando a casa lo stipendio, cosa avrebbero scelto? La verità, come qualsiasi altro bene di lusso, devi potertela anche permettere.