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La stampa parla dell'ex pornostar Mia Khalifa su Twitch: piovono accuse di sessismo, anche contro di noi

Mai usare la parola porno quando si parla di porno e mai ricordare che una pornostar è stata una pornostar

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   26/06/2017

Da qualche giorno il mondo dei videogiochi non fa che parlare di Mia Khalifa, del suo canale Twitch e del fatto che molti abbiano pubblicato notizie in merito usando toni considerati sessisti e inappropriati. Non essendo tra quelli che scappano dalle polemiche, cerchiamo di rispondere alle terribili accuse di alcuni fan della ragazza, di cui evidentemente apprezzano il lato intellettuale e che hanno sicuramente conosciuto per la sua recente attività di promotrice di squadre sportive. Secondo loro la notizia non andava nemmeno pubblicata perché indirizzata a degli "adolescenti maschi eterosessuali appassionati di pornografia mainstream". Sì, proprio voi. Comunque, se proprio non si poteva evitare, non dovevamo sottolineare gli aspetti più piccanti della carriera della bella Mia, facendo meno battute perché oh, non siamo nel "Medioevo". Ma sì dai, siamo stati fetidi e ammettiamo tutte le nostre colpe. Fare autocritica non è un grosso problema. Non esistendo l'aldilà espieremo guardando più film di Michael Bay. Ma cerchiamo comunque di spiegarci.

Per chi scrive non esistono colpe o meriti nella pornografia, ma dati oggettivi e un mercato a cui fare riferimento. I dati sono la biografia della ragazza, mentre il mercato siete voi e ciò che vi interessa leggere. Mia Khalifa è diventata famosa come porno star? Sì, tanto che il suo sito è ancora attivo (anche se non lo aggiorna da un paio d'anni... però i soldi continua a prenderli e sembra non le interessi poi molto rimuovere questa sua esperienza lavorativa). Dopo i filmati porno, dei quali è stata anche regista, ha continuato a lavorare nel settore come cam-girl? Sì, con anche un certo successo. Recentemente ha iniziato a supportare alcune squadre sportive? Assolutamente sì e gliene va reso merito, ma in quanti la conoscono davvero per questo motivo? Ora, ha il diritto di aprire un canale Twitch in cui parlare di videogiochi? Sì, come del resto fan tutti. Ha attirato migliaia di seguaci prima ancora di pubblicare un singolo video? Assolutamente sì, visto che parliamo di quasi centomila persone. Questa grande massa di seguaci da cosa sarà mai stata attratta? Possiamo ragionevolmente affermare che la maggior parte di loro siano dei nostalgici che si divertivano a masturbarsi con i suoi video e che sperano di vederla giocare equipaggiata di una bella maglietta scollata, o dicendolo diventiamo immediatamente offensivi e sessisti?

Non lo crediamo, anche perché la Khalifa sembra ben cosciente e per niente turbata da questo suo potere d'attrazione sessuale e perché, in ultima analisi, è un dato anche questo. Ma andiamo oltre. Il pubblico che legge siti di videogiochi è formato da uomini perennemente in erezione che praticano le arti masturbatorie con i porno? Anche. La comunanza tra i due pubblici è talmente evidente che i più grandi portali di video pornografici ormai rilasciano periodicamente statistiche legate all'influenza dei videogiochi e dei videogiocatori sul settore. Quindi, che una pornostar famosa come la Khalifa apra un canale Twitch è una notizia per questo pubblico? Certo, e lo è molto di più dell'annuncio di un nuovo videogioco di secondo piano o di una qualche iniziativa culturale legata ai videogiochi, notizie che di solito vanno deserte di contatti e di commenti. Del resto sono tre giorni che il settore parla di questa storia, ma non ci sembra che di fronte ad articoli più ragionati e impegnativi ci sia mai stato lo stesso tipo di mobilitazione delle menti del web.

Ma continuiamo. Fare la pornostar è un lavoro come un altro? Sì. Una persona va discriminata perché fa la pornostar? No. Va offesa perché lo fa? No. Detto questo rimane il fatto che si tratta di un lavoro particolare che fa leva su un aspetto preciso e circostanziato dell'essere umano, che non è certo lo stimolo intellettuale. Per inciso il pubblico con i video di Mia Khalifa ci si masturba (ribadiamolo perché qualcuno sembra sempre dimenticarlo) e, sempre per inciso, Mia Khalifa sa bene che è su questo pubblico che ha costruito il suo successo. Il porno stesso come genere vive di questo banalissimo presupposto e non crediamo che ci sia un qualche attore o attrice porno che si scandalizzi per qualche battuta su passere e uccelli. Anzi, moltissimi vivono anche di questi ammiccamenti e delle focose, quanto spesso eccessive, reazioni del pubblico. Paradossalmente quindi, è chi mira a tracciare un confine morale tra ciò che è appropriato dire o non dire parlando di pornografia si dimostra peggiore di chi vorrebbe criticare, perché finisce per negare lo sfogo dialettico di quelli che sono alcuni degli elementi portanti della pornografia stessa. All'industria pornografica non interessa essere racchiusa nell'alveo della media civiltà, perché finirebbe per esserne anestetizzata, non potendo più esprimersi negli eccessi che gli sono propri.

Perché in fondo, come scrive Mia Khalifa sul suo sito: "Fottetevi tutti - Non c'è niente su questo sito per cui chiedere scusa, così, se vi offendete facilmente, vi suggerisco di non entrare. Questo è il mio personale cammino alla scoperta di me stessa, verso la mia liberazione sessuale. Farmi carico delle mie fantasie e documentarle per mostrarle al mondo è il mio modo di ribellarmi contro ciò che viene considerato normale per una ragazza come me. [...] Sono interessata e attizzata da tutto ciò che li riguarda (parla di uomini americani NDR), dalla dimensione del loro pene al sentire il loro sperma tra le mie dita. Non mi pongo alcune limite. [...] Voglio che le altre ragazze che si sentono represse sessualmente sappiano che è giusto sfondare i loro gusci e diventare le troie che hanno sempre voluto essere. Qui mi vedrete fare esattamente questo."

Scusaci Mia, ma sei proprio una sessista.