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Warhorse Studios: con Kingdom Come: Deliverance abbiamo voluto creare un Red Dead Redemption con le spade

Vavra: il team sta facendo del suo meglio per correggere tutti i bug di Kingdom Come: Deliverance

NOTIZIA di Davide Spotti   —   20/04/2018

Warhorse Studios è tornata a parlare della visione creativa che ha portato alla nascita e alla realizzazione di un gioco di ruolo ambizioso e realistico come Kingdom Come: Deliverance. In occasione del Reboot Develop che si è svolto nella giornata di ieri, il direttore creativo Daniel Vavra ha fatto un parallelismo con Red Dead Redemption.

"Ho voluto rendere il gioco il più umano possibile. Fondamentalmente quello che abbiamo detto, nella nostra proposta iniziale, era che avevamo intenzione di creare Red Dead Redemption con una spada", spiega Vavra.

"Abbiamo cercato anche di rendere le quest secondarie più divertenti possibili. Ho scritto un'ambiziosa quest per gli altri sceneggiatori. E ho dovuto trovare degli esperti. Perché la storia è circondata dai miti di Hollywood, che la rendono ridicola. I dettagli riferiti alla vita quotidiana sono i più complicati", ha aggiunto.

Vavra ha raccontato di aver cercato di raccogliere finanziamenti per il suo progetto fin dal 2009, quando nessuno credeva che le console avrebbero avuto un futuro, e ha percorso tutte le strade possibili. "Ci siamo incontrati con alcuni tizi molto sospetti che avevano troppi cavalli e automobili. Nessuno sapeva cosa sarebbe successo alle console. Nessuno ha creduto alle console".

Quando Warhorse Studios venne fondata, nel 2011, a Vavra erano rimasti solamente 500 dollari sul suo conto corrente personale. Nonostante la natura indipendente del progetto, le ambizioni erano quelle di seguire l'ispirazione di progetti molto importanti come Read Dead, Far Cry, The Witcher e Skyrim.

Dopo aver messo in piedi una demo, Vavra e il suo team dovettero darsi da fare per siglare un accordo di pubblicazione nel 2013, quando ancora il nome del progetto era identificato con il nome in codice 1403: Retribution. Lo sviluppatore ha descritto quella fase come estenuante, tant'è che in seguito lo studio ha deciso di ripiegare su Kickstarter per provare ad attrarre l'attenzione del pubblico e della stampa.

"Nel momento in cui aprimmo la campagna Kickstarter ci trovammo sulle prime pagine di tutti i media mainstream. Dovevamo creare un gioco in 18 mesi, altrimenti sarebbe stato un grosso problema. 48 mesi più tardi abbiamo completato i lavori".

Vavra e il resto degli sviluppatori impegnati sulla sceneggiatura hanno dovuto dedicare venti mesi alla stesura del gioco, mancando la finestra di lancio fissata per la fine del 2015. Come ricorderete, Kingdom Come: Deliverance ha debuttato su PC, PlayStation 4 e Xbox One lo scorso 13 febbraio ed è stato accolto con pareri contrastanti, senza farsi mancare nemmeno qualche sterile polemica.

"Questo è il più grande problema di cui non vado fiero. I bug sono estremamente difficili da testare. Cambiare una missione significa comprometterne un'altra. Per testarlo correttamente bisognerebbe giocare per 600 ore. Dopo il lancio abbiamo incontrato bug che non avevamo mai visto".

Peraltro Warhorse sta facendo il possibile per lavorare a nuove patch e risolvere tutti i problemi riscontrati dall'utenza e sono stati promessi ulteriori contenuti.