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Detroit: Become Human in prova. Quantic Dream è riuscita a far evolvere il suo stile di gioco?

Vi ha convinto la demo di Detroit: Become Human?

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   24/04/2018

Con un'ottima notizia non solo per chi attende il gioco, perché il rilascio di una demo è ormai un evento positivo un po' per tutti vista la carenza che le caratterizza da un po' di anni a questa parte, una versione di prova di Detroit: Become Human è stata pubblicata nella giornata di oggi. Contiene più o meno lo stesso frammento del gioco che era stato mostrato alla PlayStation Experience ma riviverlo con il controller in mano è ovviamente tutta un'altra cosa, per un gioco basato sulle scelte da parte del giocatore. Il filo conduttore dei giochi di Cage si basa sulla ricerca di un complicato equilibrio tra la narrazione di una storia complessa e le conseguenze che derivano dalle scelte effettuate dall'utente.

Detroit: Become Human in prova. Quantic Dream è riuscita a far evolvere il suo stile di gioco?


È un elemento critico perché tira in ballo da una parte la necessità di una sceneggiatura quanto più possibile complessa e convincente, dovendo sostanzialmente rappresentare il fondamento stesso del gioco, e dall'altra la costruzione di una serie di alternative concatenate che rendano effettivamente sensata e determinante l'interazione da parte del giocatore, per non appiattire il gameplay sui binari di una sorta di film interattivo preconfezionato. Su entrambi gli aspetti, le produzioni precedenti di Quantic Dream hanno sempre piuttosto faticato a trovare un equilibrio convincente, raggiungendo risultati altalenanti andando da soluzioni molto convincenti (Heavy Rain) ad altre decisamente meno (Beyond: Due Anime), ma non si può negare che il team francese abbia sempre affrontato la sfida del confine tra film e videogioco con intraprendenza e coraggio.

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Detroit: Become Human potrebbe essere il definitivo salto di qualità per David Cage e compagni e quanto emerso finora sembra confermarlo. Ovviamente è impossibile giudicare il gioco in base a mezz'ora circa o poco più di gameplay, ma quello che sembra colpire già da questa versione di prova è un certo studio effettuato nell'ambito dell'interazione, ovvero il gioco vero e proprio, al di là della solita ricerca scenografica e tecnologica per presentare il tutto con un'estetica accattivante. Non potendo dire nulla ancora sulla storia, che si basa su un'ambientazione sicuramente affascinante, sebbene parta da premesse non originalissime, possiamo intanto apprezzare che, nel binomio narrazione-interazione, almeno su quest'ultimo aspetto sembra che gli sviluppatori si siano dati da fare.

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Il sistema di indagine incentrato su Connor sembra abbastanza complesso e profondo da rappresentare finalmente una forma di gameplay effettivo e non un mero scorrere tra elementi dello scenario e situazioni inseguendo una linea prestabilita, cosa rimarcata anche dal nuovo fattore tempo che influisce sullo svolgersi degli eventi. Allo stesso modo, la quantità di scelte lasciate al giocatore sembra corrispondere a una mole di alternative interessante, formando una sceneggiatura "densa" che comprende un dedalo di percorsi che paiono veramente diversi. Continua ad essere una soluzione di gioco potenzialmente polarizzante, difficilmente in grado di attrarre chi cerca un gameplay più attivo e strutturato, ma la sfida di Quantic Dream è giocata soprattutto sulla possibilità di offrire un tipo di intrattenimento diverso e ibrido tra la passività del film e l'attività del videgioco, in un territorio di difficile definizione che finora ha portato a risultati mai del tutto convincenti. Detroit: Become Human rappresenterà una decisa evoluzione in questo senso?

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