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Nessuna abolizione del gold farming in Cina

Il progetto di legge cinese è stato male interpretato

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   02/07/2009

Qualche giorno fa avevamo parlato di un progetto di legge in Cina che sembrava voler limitare il fenomeno del "gold farming" (la vendita per denaro reale di risorse e oggetti virtuali, appartenenti a giochi online, principalmente World of Warcraft), fiorente all'interno del grande mercato asiatico, ma sembra che la cosa sia frutto di un'interpretazione sbagliata.

Secondo il blog "ICTs for Development" del Prof. Richard Heeks dell'Università di Manchester, la manovra cinese è in verità rivolta ad un intento opposto: invece di proibire l'utilizzo di denaro reale per comprare beni e servizi virtuali, la legge cinese punta a proibire l'utilizzo di denaro virtuale per l'acquisto di beni reali.

In Cina è stata infatti finora pratica diffusa quella di utilizzare denaro virtuale appartenente a canali di credito online per comprare oggetti reali, oltre che elementi virtuali all'interno di giochi. Il governo cinese vuole limitare questo fenomeno, e mantenere l'utilizzo di denaro virtuale circoscritto all'ambito online e ai beni virtuali. Il colossale business del gold farming, dunque, nonostante le sue metodologie molto più che dubbie, sembra rimanere totalmente al di fuori da una regolamentazione governativa.