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Google Stadia, latenza impercettibile grazie a una nuova tecnologia

Gli ingegneri di Google Stadia hanno illustrato la nuova tecnologia della piattaforma di game streaming, che consentirà a loro dire di godere di una latenza impercettibile.

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   08/05/2019

Google Stadia potrà vantare una latenza virtualmente impercettibile grazie all'impiego di una nuova tecnologia che gli ingegneri dietro la piattaforma hanno illustrato durante Google I/O.

"Ci vorrà meno tempo perché un pacchetto di dati vi arrivi da un nostro datacentre rispetto all'input del vostro stesso cervello per muovere le dita", ha dichiarato il lead engineer Guru Somadder, dimostrando una grandissima fiducia nell'infrastruttura messa a punto per Google Stadia.

"Lo streamer è un motore di trasferimento creato appositamente per il game streaming", ha detto invece il lead engineer Rob McCool. "Si tratta di un programma che gira insieme al gioco, carpisce informazioni dai client e dal content delivery network di Google, e decide in tempo reale se massimizzare la qualità grafica o mantenere la latenza impercettibile."

"Non esiste una singola ottimizzazione in grado di garantire una tecnologia di cloud gaming perfetta: si tratta sempre di fare una serie di scelte, scendere a compromessi. Se migliori un aspetto dello streaming, spesso ciò avviene alle spese di qualcos'altro."

La soluzione al problema risiede in un particolare algoritmo, Bottleneck Bandwidth and Round-trip Propagation Time, per gli amici BBR, che gestisce la congestione con Google Stadia e la perdita di pacchetti ancor prima che si verifichino, in particolare nell'ambito del cosiddetto "ultimo miglio".

"Sul fronte del ricevente utilizziamo estensioni WebRTC fornite dal nostro team in Svezia per disattivare il buffering e mostrare le immagini nel momento in cui arrivano. Per le nostre applicazioni, il controllo della congestione per mantenere il buffering il più basso possibile è di vitale importanza."

"Il sistema ottimizza costantemente il bitrate di riferimento basandosi sul comportamento dei pacchetti arrivati dal dispositivo del ricevente", ha continuato McCool. "Vengono utilizzati diversi filtri e altri strumenti che poi si sintetizzano in un modello che prende la banda disponibile e sceglie il bitrate di riferimento per l'encoder video."

"Google ha molta esperienza nel realizzare algoritmi che gestiscono situazioni e codici particolarmente complessi, e lavorare nell'ordine dei millisecondi di latenza ci mette in una posizione ideale per offrire questo tipo di esperienza ai giocatori."