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Il tribunale di Milano ordina il ritiro delle R4 dal mercato

NOTIZIA di Ludovica Lagomarsino   —   23/01/2009

La sezione proprietà industriale ed intellettuale del Tribunale Civile di Milano, presieduta dal Giudice Cesare de Sapia, ha ordinato il ritiro immediato dal commercio di tutte le schede di tipo Revolution, le famigerate R4 e simili, che permettono su Nintendo DS di caricare sia giochi scaricati illegalmente che software indipendenti, i cosiddetti homebrew, oltre ai chip di modifica per Wii. Nintendo aveva presentato a novembre ricorso cautelare contro la PSBox Srl, che aveva messo in vendita tali dispositivi, come in realtà decine e forse centinaia di altri esercizi commerciali, ponendo così la cosa all'attenzione del Tribunale Civile. Le considerazioni difensive di PCBox sono inerenti a questioni quali la libertà del proprietario di una piattaforma di farne l'uso che meglio ritenga e punta il dito contro l'impossibilità, in negazione a quanto previsto dalla legge, di permettere all'utente di effettuare una copia personale di un gioco che sia in suo legale possesso e proprietà. Fra le altre cose viene citata anche la negazione del diritto di superare ostacoli definiti "monopolisti", quale la possibilità di utilizzare software di importazione.
Il giudice ha ritenuto corretto, in questa fase di giudizio, ricusare il profilo difensivo dell'azienda per accogliere le motivazioni dell'accusa: "Eloquente conferma in relazione agli effettivi scopi della violazione delle misure tecnologiche di protezione poste in essere dalla PCBox si trae dalla pag. 2 della stampa del sito della predetta in data 16.09.08 dove si afferma espressamente che "la funzione principale svolta dai mod chip è quella di leggere i giochi copiati"; a tal proposito va solo aggiunto che la generica contestazione prospettata da parte resistente appare smentita dalla evidenza del documento, univocamente riferibile alla PCBox". In sostanza: si accoglie la tesi per la quale i dispositivi in questione sarebbero volti principalmente ad un utilizzo non legale e quindi causa portante della diffusione di un livello di pirateria in crescente aumento, come Nintendo stessa sottolinea: "Secondo i dati dell'Entertainment Software Association (IIPA Special 301 Report), infatti, in Italia la percentuale di pirateria nel settore dei videogiochi è salita dal 40% nel 2006 al 67% nel 2007 con un mercato illegale del valore di oltre 556,5 milioni di euro."
Attendiamo i prossimi gradi di giudizio per una questione che, da lungo tempo controversa, ha visto schierarsi le principali case produttrici di software ed hardware contro una piaga che, indubbiamente, penalizza fortemente l'andamento del mercato videoludico.