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Videogiochi: 6 americani su 10 giocano; superati gli incassi del cinema

NOTIZIA di La Redazione   —   22/06/2002

Videogiochi: 6 americani su 10 giocano; superati gli incassi del cinema

Ci è arrivato un interessante comunicato stampa da Metacomunicazione che ha raccolto alcuni dati provenienti dal Nord America. Pare che, negli Stati Uniti, 6 americani su 10 giocano con i videogiochi e che il mercato dei videogames abbia superato in fatturato quello del cinema. Ecco il testo completo:

Videogiochi: Economist, 6 americani su 10 usano i videogame. E gli incassi nel mondo eguagliano quelli del cinema

Previsioni Goldman Sachs: quest’anno nel mondo incassi per oltre 17 miliardi di dollari. Successo mondiale di giochi come Pikmin. E nel 2005 il sorpasso sulle vendfite dei cd musicali

Il mercato dei videogiochi a livello mondiale eguaglia quello del cinema e in tre anni potrebbe superare quello delle vendite dei cd musicali. Nel 2002, infatti, il giro d’affari dovrebbe superare 17.5 miliardi di dollari, più o meno quanto quello dell’industria cinematografica e, secondo le previsioni, potrebbe superare nel 2005 quello generato dalle vendite dei cd musicali. Intanto negli States sei americani su dieci ormai utilizzano i videogame.

È quanto emerge da un’analisi della Goldman Sachs pubblicata oggi sull’Economist che traccia uno scenario della crescita del mercato dei videogame nell’ultimo anno grazie all’arrivo delle nuove console GameCube e GameBoy Advance della Nintendo, della X-Box della Microsoft e al rafforzamento della PlayStation2 della Sony.

Secondo gli analisti americani quest’anno il numero di console venduite nel mondo supererà i 45 milioni di unità, portando ulteriori incassi per altri 8.7 miliardi di dollari.

Alla base di questo scenario la battaglia tra i colossi Nintendo, Microsoft e Sony che fa preludere, secondo l’Economist a uno “scenario thrilling, a un’estate da fantascienza”.

Il settore dei videogames, scrive ancora, l’Economist, non ha risentito dell’ultima recessione economica in America. Nel 2001, anno durante il quale negli States e in Giappone Nintendo ha fatto uscire nell’ordine il GameBoy Advance, la console portatile ormai più venduta al mondo, e il GameCube e durante il quale Microsoft ha lanciato la X-Box, il mercato è cresciuto del 10%. “E ci si aspetta – scrive - che cresca del 15-25% entro il 2006, anno nel quale verranno lanciate le prossime console di nuova generazione”.

“Il business dei videogame – scrive ancora l’Economist - è isolato dal clima economico generale. Si tratta di un boom che ha superato indenne la crisi. Il precedente boom dei videogiochi, infatti, quello del 1991-93, è passato attraverso la grande crisi di quegli anni.

Ma la grande novità è il cambiamento del profilo degli appassionati dei videogiochi, che non sono più solo bambini e teen ager. Si pensi, scrive l’Economist, che il 60% degli americani utilizza i videogame e di questi il 61% sono adulti, il 43% donne, mentre l’età media è di 28 anni. E la situazione in Europa e Giappone è sostanzialmente simile. Mano a mano che l’età media dei videogiocatori cresce il settore diventa una straordinaria macchina di business. Un titolo di successo, ad esempio, può portare incassi per 200-300 milioni di dollari, come un buon film di Hollywood. I giochi più popolari possono toccare i 100 milioni di incasso solo nei primi giorni di uscita. Tra questi l’Economist cita l’ultaviolento Grand Theft Auto 3 o Pikmin, l’ultimo gioco della Nintendo definito “deliziosamente surreale” e in uscita in questi giorni in Italia.

Il futuro, comunque, sembra essere quello del gioco online su Internet anche se la scarsa diffusione della banda langa in tutto il mondo fa sostenere agli esperti che non ci sarà un boom di questo tipo fino al 2005. In questo scenario molti publisher e molti provider hanno criticato l’approccio di Microsoft di investire 2 milioni di dollari nell’online gaming per la creazione di un network dedicato chiamato X-Box Live e rivolto ai possessori di X-box. L’accusa, scrive l’Economist, è quella di volere raggirare i consumatori.