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Il migliore capitolo di sempre?

Tecmo-Koei propone un nuovo capitolo della storica saga Dynasty Warriors e promette di conquistare nuovi fan, ma senza scontentare quelli storici che la seguono da sempre

RECENSIONE di Claudio Camboni   —   23/07/2013

Torna con l'ottavo capitolo della serie regolare una delle saghe più discusse, amate, idolatrate e criticate della storia dei videogiochi: Tecmo-Koei ha appena sfornato il suo ultimissimo Dynasty Warriors 8, disponibile sia su Xbox 360 che su PlayStation 3. Per i pochi che ancora non l'avessero mai sentito nominare, ecco un breve excursus sulla sua storia.

Il migliore capitolo di sempre?

Chiamato in patria semplicemente "Sangokumusō", è una serie storica partita nel 1997 su PlayStation, nata come spin-off e costola del videogioco "Romance of the Three Kingdoms" a sua volta ispirato al classico della letteratura cinese "Il Romanzo dei Tre Regni" che rappresenta uno dei quattro libri più famosi di tutti i tempi nella terra di mezzo. Dynasty Warriors ha venduto, negli anni, qualcosa come 12 milioni di copie e rappresenta la serie di maggior successo per Koei, oggi Tecmo-Koei dopo la fusione tra le due storiche software house. Una delle caratteristiche più evidenti in ogni capitolo è da sempre la scarsità di innovazioni nel gameplay, che risulta anno dopo anno quasi uguale al precedente, facendo in modo che gli ultimi capitoli usciti sulle attuali console siano virtualmente identici a quelli di 20 anni, grafica a parte. Ma la diatriba è sempre continuata perché i fan adorano e vogliono giocare esattamente con quel gameplay e poco hanno tollerato in passato le timide introduzioni e novità apportate dagli sviluppatori. Il cane che si morde la coda, insomma, ha fatto sì che Dynasty Warriors esca oggi con un fortissimo gusto retrò che tanto piacerà ai fan, e che altrettanti odieranno. Tecmo-Koei però, vuole stupirci con questo ottavo capitolo.

Il migliore capitolo di sempre?

Viuleeeeeeeeenza! Ma con garbo

Dynasty Warriors 8 quindi, non si discosta poi molto da quelli precedenti, a parte qualche succosa novità di cui parleremo in seguito. Si tratta ancora una volta di un hack'n'slash con una struttura ruolistica e un'anima spiccatamente action, senza fronzoli e discretamente lungo da completare. Prendendo spunto dalle origini, ovvero le antiche battaglie cinesi tra signori della guerra, si tratta di conquistare territori nemici facendo scontrare il proprio esercito contro quello avversario, guidato sempre da un generale e altri "boss" che una volta sconfitti ci faranno annettere il luogo da loro presidiato. Dynasty Warriors 8, come da tradizione, propone un cast decisamente folto dal quale scegliere il proprio comandante: ben 77 personaggi ognuno caratterizzato da lineamenti distinguibili, abbigliamento e corazze particolareggiate ed armi personalizzate. La classica modalità storia cerca, con molte licenze poetiche, di ripercorrere eventi realmente accaduti, battaglie del passato con protagonisti dell'epoca, scontri tra guerrieri famosi e così via, in modo da amalgamare la trama appena accennata e servire da collante tra un combattimento e l'altro. La modalità principale è molto lunga e costellata di tantissimi nemici, boss, mini boss e decine e decine di eserciti da affrontare fondamentalmente tutti con la foga del button smashing selvaggio e senza tanti ragionamenti né pensieri. Forse la saga piace tanto anche per questo: l'azione non è ragionata ma puramente intuitiva, e il combat system è semplificato al massimo.

Il migliore capitolo di sempre?

Si possono portare due armi contemporaneamente e "switchare" tra loro a nostro piacimento; c'è la parata, alcune combo personalizzate e l'utilizzo di particolari item all'interno delle varie aree di gioco. La seconda arma ha un senso nel momento in cui viene attivata una nuova meccanica di gioco, ovvero "Paradiso, terra o uomo" (leggi: carta, forbice o sasso), durante la quale dobbiamo selezionare l'arma che riesce a danneggiare maggiormente l'avversario in base alle sue caratteristiche (alcune armi danneggiano altre) e cercando sempre il punto debole prima di attaccare a casaccio come si faceva una volta. L'azione di gioco rimane comunque molto frenetica e povera di momenti di pausa. La goduria che può provocare un gameplay così intuitivo, veloce e "brainless", che ci vede affrontare contemporaneamente centinaia di nemici alla volta, è presto spiegato. Vedere abbattere eserciti interi con armi bianche e la sensazione di invincibilità che si prova danno un brivido di onnipotenza raramente replicabile in altri videogiochi. Dynasty Warriors 8 risponde forse a tutti quei desideri inconsci di rivalsa sulla società regolamentata, e sottomessa ai propri vincoli. Quante volte, imbottigliati nel traffico, non abbiamo desiderato avere un carro armato per passare sopra tutti con inaudita violenza? Il concetto è chiaro e forse non è un caso che questa saga abbia particolare successo proprio nel Sol Levante dove per l'appunto è anche nata.

È arrivato il nuovo capitolo di Dynasty Warriors tra novità e salde certezze!

Obiettivi Xbox 360

L'ultimo capitolo di Dynasty Warriors propone i canonici 1000 punti, da sbloccare attraverso ben 41 obiettivi. Non sarà facile ottenerli tutti perché molti sono legati a specifiche azioni di gioco difficilmente individuabili senza l'ausilio di una guida, altri all'ottenimento di statistiche particolarmente hardcore come sconfiggere 100.000 avversari oppure completare tutti gli stage con tutti i personaggi selezionabili: improponibile per ogni persona ancora lucida.

Ambition espande le velleità gestionali della saga

Sebbene gameplay e struttura generale del gioco siano ancora una volta rimasti invariati, salvo alcune novità che non snaturano però la sostanza di Dynasty Warriors 8, questa volta Tecmo-Koei sembra aver intercettato qualche malumore nella base dei fan e per questo ha introdotto una modalità tutta nuova che ci ha francamente stupito per diversità e divertimento. Oltre allo story mode, che segue gli eventi storici e si intreccia con molti episodi della mitologia orientale, e la modalità libera che non segue schemi precisi, Dynasty Warriors 8 offre finalmente una componente puramente ruolistica al suo interno, chiamata Ambition. Lo scopo è costruire un castello degno di essere visitato nientemeno che dall'Imperatore. Per fare questo dobbiamo (ovviamente) combattere ma in sessioni ben più brevi del gioco single player che ci regaleranno, una volta completate, materie prime per costruire la nostra città-fortezza, armi nuove e utili item oltre ad addestrare freschi alleati. Ci sarà ad esempio da pensare al fabbro, indispensabile per ottenere nuove spade e ripararne di rotte, oppure il locandiere che prepara da mangiare per i soldati nel suo ristorante sempre aperto. Accumulando fama, ricchezza e combattenti daremo vita ad un vero e proprio piccolo impero personale che si spera un giorno essere degno dell'Imperatore stesso. La componente gestionale è in questo caso preponderante rispetto a quella puramente action, e questa svolta da parte dello sviluppatore apparirebbe essere una sorta di esperimento da riprendere e magari espandere nei prossimi capitoli della serie. Tornando invece al gameplay classico assaggiato durante le sessioni "in battaglia", c'è da dire che ancora una volta il succo risiede tutto nello sviluppare un Kill Count più elevato possibile, e questo attraverso l'uso di armi sempre più potenti e combo devastanti. Lo "Storm Rush", una sorta di foga incontrollabile stile "Berserk" ci permette ad esempio di attaccare senza sosta per alcuni secondi quando la nostra barra di "affinità" è superiore a quella avversaria. Una volta esaurita la barra blu, segnalata sopra gli avversari, lo Storm Rush si attiva da solo ed inizia la sua foga distruttiva.

Il migliore capitolo di sempre?

Al contrario, ovvero quando la nostra barra di affinità è inferiore a quella del nemico, si può attivare una "Switch Counter" che non solo azzera l'attacco avversario ma ci permette di reagire istantaneamente attraverso la pressione a tempo di un comando che compare mentre stiamo per subire l'attacco. Questione di tempismo quindi, per contrattaccare e rigirare la situazione a nostro vantaggio. Attaccando i nemici la barra della "Rabbia" viene incrementata piano piano, finché non raggiunge l'apice e ci dà la possibilità di attivare questa furia incontrollata mediante la pressione del tasto dorsale. Questo attacco dura lo stesso tempo che teniamo premuto il bottone dedicato, salvo l'estinzione della barra stessa che ne regola tempi e modi. È possibile, ancora una volta, creare armi, fonderle (opzione mutuata dalla saga Orochi), duplicarle, potenziarle e salvarle, così da creare un arsenale personale da usare poi in battaglia. Torna anche l'utilizzo del cavallo in battaglia, che si può chiamare premendo l'altro dorsale e sul quale il nostro personaggio monta in groppa automaticamente per iniziare a menare da un metro e mezzo di altezza: una posizione favorevole per fare più danni.

Sensazione retrò

Il comparto grafico della serie non è mai stato preso a paragone o ha rappresentato l'apice di alcuna generazione videoludica, anzi. Spesso le critiche più fervide si sono concentrate proprio sul fatto che il motore grafico cambiasse veramente poco, esattamente quanto il suo gameplay. Dynasty Warriors 8, dopo quasi 7 anni, usa ancora lo stesso engine 3D di inizio generazione. Sono state ovviamente apportate modifiche e migliorie, così che oggi l'orizzonte di gioco è nettamente più lontano, non esistono (quasi) più fenomeni di bad clipping o apparizioni poligonali improvvise, brutte compenetrazioni (sempre presenti ma danno meno nell'occhio), texture non brillanti. Anche i modelli poligonali sono pressoché invariati: quelli degli eserciti avversari sono ancora una volta abbastanza sciatti e scarni, fattore dovuto al numero impressionante di personaggi su schermo ma ovviamente anche allo scarso impegno del team tecnico al lavoro sul comparto grafico. Sono stati migliorati gli effetti meteorologici durante le sessioni di battaglia e l'intelligenza artificiale è stata rivista ritoccandola verso un livello più difficile, gradito al pubblico occidentale.

Il migliore capitolo di sempre?

Le musiche, sempre orchestrate e d'impatto, sono gradevoli e molto belle, anche se spesso vengono ripetute fino alla nausea visto che alcune sessioni di gioco si potrebbero protrarre per decine e decine di minuti senza sosta. Il gioco è molto lungo, ci sono 4 storie da completare ognuna di circa cinque ore e la modalità Ambition è ricca di cose da fare e virtualmente infinita. La nuova direzione di Dynasty Warriors ci è molto piaciuta perché è riuscita a mantenere il suo spirito intatto, pur introducendo alcune novità che non dispiaceranno né ai neofiti né ai vecchi fan. Da segnalare alcuni problemi abbastanza evidenti nell'edizione Xbox 360 del gioco, che è afflitta spesso da momenti di totale confusione dovuta a rallentamenti inspiegabili del frame rate che la rendono a volte ingiocabile. Tecmo-Koei è a conoscenza del fatto ed ha recentemente dichiarato di essere già a lavoro per risolvere il problema attraverso una patch di imminente rilascio.

Conclusioni

Versione testata: Xbox 360
Multiplayer.it
7.5
Lettori (6)
8.2
Il tuo voto

Dynasty Warriors 8 rimane ben ancorato (e chi lo schioda?) ai suoi punti forti e deboli, non tradendo quindi i fan più puri della saga ma anzi, omaggiandoli di una nuova modalità Ambition tutta incentrata su un gameplay gestionale. Non manca qualche introduzione nel combat system, mutuata da Orochi e Dynasty Warriors 5, che non snatura lo spirito puramente "brainless action" che ne ha decretato il successo durante tutti questi anni sul mercato. Dynasty Warriors 8 rappresenta quindi uno dei capitoli più completi e divertenti della serie, consigliato questa volta sia ai vecchi giocatori hardcore, sia a chi ci si avvicina per la prima volta. Certo è che il cuore del titolo resta sempre lo stesso. A voi la scelta.

PRO

  • Nuova modalità Ambition
  • Qualche gradita aggiunta nel combat system
  • Lungo e articolato

CONTRO

  • Graficamente sempre arretrato
  • Il gameplay è quello, da 15 anni