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Il cerchio si chiude

Dopo gli alti e bassi del passato, la serie ritrova la sua nota migliore

RECENSIONE di Andrea Rubbini   —   25/04/2014

Se non conoscete la saga di Broken Sword vi consigliamo di dare un'occhiata alla recensione della prima parte dell'avventura. Da questo momento comunque le due parti sono vendute insieme come un solo gioco. Infine tenete presente che qualche piccolo spoiler (ma piccolo, eh) ce lo siamo concessi.

Dov'eravamo rimasti? Eh già, sono passati molti mesi dall'uscita della prima parte del gioco - era ancora il 2013 - e ammettiamo di avere perso il contatto con George e Nico. Per fortuna l'eccellente scrittura del gioco ci permette di ritrovare in poco tempo la naturale simpatia nei confronti della mitica coppia, rimasta in bilico sull'orlo di un cornicione in quel di Londra, mentre l'appartamento alle loro spalle brucia pericolosamente. In attesa che i pompieri arrivino in loro soccorso abbiamo il tempo di ricordare la scia di morte e mistero legata al dipinto gnostico noto come la Malediccìo, finalmente nelle mani di George.

Il cerchio si chiude

Poi però si parte subito per la Spagna. Il cambio di scenario è evidente: colori caldi e accesi, atmosfera languida, e un pazzo che ci accoglie a colpi di fucile. Da questo momento in poi George e Nico non si lasceranno più, lavorando insieme per la soluzione del mistero che ruota intorno a una disputa teologica tra gnostici e cristiani dalle intriganti derive filosofiche. Spinto a scegliere fra un mondo dove prevalgono o l'ordine o il libero arbitrio, la natura sobria e riflessiva di George cercherà comunque il giusto compromesso (evviva, abbiamo svelato il finale!). Tutto insomma in perfetto stile Broken Sword, con il classico sconfinamento nel mondo esoterico. A questo punto bisognerebbe però chiedersi se le due parti del gioco messe insieme funzionino a dovere, esercizio mentale difficile dal momento che sono state divise con l'accetta. Di certo offrono due approcci all'avventura molto diversi e forse per questo complementari. La prima metà, nonostante i morti che si è lasciata dietro, aveva un tono spensierato e si concentrava di più sull'investigazione, lasciandoci liberi di scegliere come muoverci da una locazione all'altra tramite la mappa di gioco. C'erano inoltre molti più personaggi secondari, alcuni dei quali ancora vivi nella nostra memoria per le loro irresistibili idiosincrasie. Ora invece siamo costretti a muoverci da un luogo all'altro seguendo il ritmo imposto dal gioco e fermandoci solo il tempo necessario a risolvere gli enigmi di turno. In compenso la densità e il livello di difficoltà dei puzzle bilancia la semplicità della prima parte. E soprattutto il gioco si prende il tempo necessario per sviscerare tutti i retroscena, portando a conclusione le sottotrame prima di chiudere su una nota trionfale. Tutto considerato, Broken Sword 5: The Serpent's Curse è uno degli episodi più riusciti della serie e rende giustizia al nome che porta. A questi livelli di scrittura e produzione, difficilmente un'avventura classica punta e clicca può offrire di meglio. Ah, dimenticavamo: la seconda parte del gioco comincia con una capra. Ora che lo sapete, se preferite lasciare perdere sappiate che vi capiamo benissimo.

Applausi per George e Nico, star senza età in Broken Sword 5: The Serpent's Curse

Intesa cerebrale

La seconda parte del gioco comincia con una discreta impennata nella difficoltà degli enigmi. Il primo ad averci messi in difficoltà riguardava l'orientamento di due statue, seguito subito da un messaggio in codice contenuto in un telegramma. La capra, tutto sommato, almeno in questo quinto capitolo, si è rivelata molto meno bastarda.

Il cerchio si chiude

Anche la quantità di enigmi in generale è cresciuta notevolmente, a scapito però dell'interazione con i personaggi secondari e dell'esplorazione. C'è da dire che questa scelta non è arbitraria, ma si sposa con il fatto che la trama ci avvicina sempre più al cuore del mistero. Meno personaggi eccentrici quindi e più meccanismi antichi accompagnati da simboli esoterici. Questo tipo di ambientazione con tanto di maledizione religiosa nascosta nel cuore della montagna è già stato visto e rivisto, ne siamo consapevoli, ma non con gli occhi di George e Nico. Ascoltarli parlare tra loro e con gli altri personaggi è un piacere, non solo per la bellezza delle linee di dialogo ma anche per l'umorismo caratteristico della serie, interpretato molto bene dai doppiatori. Inoltre abbiamo apprezzato il modo in cui Nico si alterna con George durante le indagini all'interno della stessa scena. Gli sviluppatori, infatti, ogni tanto allontanano il biondino dal centro dell'azione, lasciando la bella giornalista francese libera di esplorare le stesse schermate. Nei suoi panni, però, oggetti che prima erano irrilevanti diventano indispensabili per proseguire, e le sue scoperte si aggiungono a quelle di George, dando l'impressione che collaborino anche sul piano intellettuale. Una volta tanto la presenza di due personaggi giocabili non si risolve con uno che fa il giro dell'isolato per aprire la porta all'altro.

Il cerchio si chiude

In un caso la splendida coppia si dà da fare addirittura all'interno dello stesso puzzle. George infatti deve suonare una melodia usando strumenti improvvisati come un secchio di vernice e un estintore (questo per la cronaca è un puzzle che ci ha fatto sudare); una volta azzeccata la melodia, Nico gli dà il cambio, e lui può completare l'opera. Sono questi momenti che ci hanno fatto amare la seconda parte dell'avventura e ci rammarichiamo che non siano stati più numerosi. Al di là dei picchi appena menzionati comunque, tra i quali inseriamo anche un uso particolarmente ingegnoso dell'orrendo scarafaggio che George si porta appresso dal primo episodio, l'ambientazione non offre grandi elementi di varietà rispetto a tutti i misteri simili già affrontati in passato. Passaggi scorrevoli, antiche profezie e tavolette piene di simboli sono all'ordine del giorno. Se non ci fossero state tutte le ore precedenti trascorse a zonzo tra Londra e Parigi avremmo avvertito forse un po' di stanchezza. Nell'insieme delle due parti, però, The Serpent's Curse è un viaggio così ricco e affascinante e con due protagonisti tanto carismatici da mantenere anche le ultime quattro ore di gioco a livelli ragguardevoli per il genere. Dopo quasi vent'anni, Broken Sword colpisce ancora nel segno.

Due di uno

Mettendo insieme i due pezzi del gioco, esce un'avventura che si concede una volta tanto il tempo necessario a fare respirare tutti i personaggi, senza comunque perdere il filo del racconto. C'è posto anche per le citazioni dedicate ai fan storici della serie e non mancano momenti di genuina ispirazione.

Il cerchio si chiude

L'escalation di eventi che culmina con il gran finale è costeggiata di gag geniali, come il dialogo fra Nico e Shears durante la scena della funivia, ma le azioni dei due cattivi principali sono poco incisive e quasi secondarie nello svolgimento della trama. Per la maggior parte del tempo sembra che il motore dell'azione sia più la curiosità di George per il mistero che i piani dei due antagonisti. Anzi, il primo esce di scena in modo ben poco glorioso e anticlimatico, mentre il secondo si presta a uno scontato confronto finale. Se non fosse per queste debolezze strutturali, e per la rigidità della seconda parte, The Serpent's Curse avrebbe potuto aspirare a vette ancora più elevate. Forse chi lo giocherà tutto d'un fiato ne coglierà pregi globali che a noi purtroppo sfuggono - e anche volendo ricominciare dall'inizio, non sarebbe più la stessa cosa. Ciò detto, il valore della produzione rimane molto alto. Ci sono splendidi fondali dall'aspetto pittorico, personaggi indimenticabili, animazioni pregevoli nella maggior parte dei casi e una scrittura che serve a meraviglia i personaggi principali, facendoli emergere in tutta la loro gloria. George e Nico, così come sono stati caratterizzati, non sfigurerebbero in un film, o in un romanzo. Ed è una delle rare avventure punta e clicca contemporanee che ci sentiamo di consigliare a tutti, anche a quelli che non hanno mai sentito parlare di Broken Sword. Anzi, proprio questi hanno la possibilità di scoprire le qualità di un classico nella sua veste moderna, sempre che una cosa del genere sia possibile. Ma sì, è Broken Sword: può fare questo e altro.

Il cerchio si chiude

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Processore 1.6 GHz
  • RAM 1 GB
  • Scheda grafica 256 MB
  • Sistema operativo Windows XP, Vista, 7, 8

Conclusioni

Versione testata: PC
Digital Delivery: Steam
Prezzo: 22,99€
Multiplayer.it
8.0
Lettori (7)
8.7
Il tuo voto

The Serpent's Curse è uno dei migliori episodi della serie. George e Nico sono più affascinanti che mai e quasi tutto funziona come dovrebbe. Purtroppo siamo tra quelli che hanno dovuto giocare The Serpent's Curse in due parti, e questo ha rovinato parte del gusto, spezzando il ritmo e separando tra loro due metà molto diverse nello spirito e nel ritmo della narrazione. Presa da sola, la seconda parte del gioco è meno varia e ariosa rispetto alla prima. Se giocate insieme, però, le due metà formano una delle migliori avventure punta e clicca degli ultimi anni. Se dovesse calare adesso il sipario sull'intera serie, lasceremmo George e Nico senza rimpianti.

PRO

  • George e Nico sono affiatatissimi
  • Scrittura brillante, anche nelle battute umoristiche
  • Una storia ricca di eventi, cambi di scenario e personaggi divertenti
  • Ottima produzione in generale

CONTRO

  • Giocato in due parti a distanza di mesi perde qualcosa
  • La seconda metà del gioco è molto lineare
  • Qualche sbavatura tecnica qua e là